Partito di Alternativa Comunista

NESSUN NUOVO CONTENITORE ARCOBALENO

NESSUN NUOVO CONTENITORE ARCOBALENO
SERVE L'OPPOSIZIONE COMUNISTA!
volantino diffuso dal PdAC agli "stati generali della Sinistra"
 
 
Con gli Stati Generali della Sinistra-Arcobaleno, la cosiddetta "sinistra radicale" rappresentata da Prc, Pdci,Verdi e Sd, forze di governo dalla nascita del governo Prodi, oggi infliggono alla propria base l'ennesimo inganno. La loro unificazione è una scelta forzata, una scelta di sopravvivenza legata alla nascita del Partito democratico. Un evento questo che impone una ridefinizione degli schieramenti politici e delle forze che li compongono, anche in vista della riforma elettorale che si sta delineando e che imporrà un ridimensionamento proprio dei partiti della "sinistra radicale".
 
La prospettiva avanzata, almeno dal Prc, con l'entrata nel governo Prodi, quella di creare una connessione tra governo e istanze dei movimenti, è fallita miseramente. Ma invece di prendere atto di tale fallimento - riconosciuto oggi in modo perlomeno contraddittorio e non privo di calcolo dallo stesso Bertinotti - e uscire dal governo abbandonando le varie poltrone istituzionali, si rilancia una "verifica" del programma di governo nel mese di...gennaio quando, a finanziaria e decreto sul welfare approvati, le imprese hanno già incassato i loro vantaggi.
Perché non si è imposta una verifica dell’esperienza di governo dopo il fallimento del lavoro emendativo del decreto legge sul protocollo sul welfare, ma lo si sta votando tra ipocriti mal di pancia?
 
L'approvazione – con il voto anche della “sinistra radicale" - del decreto che recepisce il protocollo sul welfare è l'ennesimo attacco di questo governo ai lavoratori e alle lavoratrici.
Un governo confindustriale che, proprio con il ruolo di garante della pace sociale svolto dalla "sinistra radicale", in questo anno e mezzo ha dimostrato che non esistono spazi di rappresentanza degli interessi dei lavoratori, dei giovani precari, degli immigrati, delle esigenze di pace e giustizia.
Proprio quei partiti che oggi si fondono nella Sinistra l’Arcobaleno hanno votato la precedente finanziaria e voteranno la finanziaria 2008 - assicurando ai padroni e alle imprese ingenti sgravi fiscali - il rifinanziamento delle missioni di guerra ed un incremento delle spese militari dell’11%; hanno permesso l’ampliamento della base Usa di Vicenza e la realizzazione della Tav; hanno votato il decreto di recepimento del Protocollo sul Welfare che sostanzialmente aumenta l’età pensionabile e lascia intatta la legge 30 ipotecando per i decenni a venire il futuro lavorativo dei giovani; hanno votato il decreto sulla sicurezza che prevede espulsioni per gli immigrati; hanno permesso nuove privatizzazioni, l'aumento dei finanziamenti alle scuole private e dei vantaggi economici alla Chiesa; non hanno fatto un passo in avanti in tema di diritti civili e di diritti delle donne, immobilizzati dalla pesante influenza del Vaticano sul governo.
Con questo bagaglio di sconfitte quelle stesse forze politiche si uniscono nella Sinistra l’Arcobaleno che – secondo le dichiarazioni di tre leader su quattro – si dichiara apertamente governista. E’ svelata così tutta la strumentalità con cui è stata costruita la manifestazione del 20 ottobre che ha visto scendere in piazza tanti manifestanti che, pur non credendo più in questo governo, hanno dato fiducia un’ultima volta ai partiti della sinistra di governo per vedere se davvero possono e vogliono cambiare qualcosa.
Ancora una volta, con questa nuova operazione, si vogliono usare i movimenti sociali per poi tradirli subito dopo.
 
Ciò che si sta delineando è un’operazione “di vertice”, un’operazione tra burocrazie di partito e burocrazie di movimento che assume, inoltre, un carattere di artificialità per la totale assenza di passaggi democratici, come avviene ad esempio nel Prc. Dove è finito il referendum tra i militanti del Prc sul governo che Giordano e la direzione nazionale avevano programmato nel periodo tra la manifestazione del 20 ottobre e gli Stati Generali? Dove è finito il congresso del Prc, deciso per il mese di marzo 2008 e poi rimandato in autunno? Forse Giordano e Bertinotti vogliono evitare la sicura sconfitta di una linea oggi non più sostenibile dalla loro base?
Oggi si consuma mediaticamente e si consolida nella sostanza lo scioglimento di quel che resta del comunismo italiano degli anni novanta (nonostante le reticenze di Rizzo e di parte del Prc), e l’abbandono del simbolo “falce e martello” sancisce il mutamento verso un nuovo soggetto socialdemocratico da sempre vagheggiato da Bertinotti e destinato a ingabbiare e spegnere il dissenso sociale, le lotte e le mobilitazioni delle classi sfruttate.
No, la risposta ai giovani precari, alle donne sempre più doppiamente oppresse, agli immigrati, ai lavoratori e alle lavoratrici ai quali sempre più vengono negati diritti, non può essere una nuova forza socialdemocratica, ma neanche una nuova rifondazione di sinistra, genericamente anticapitalista, che proprio oggi Sinistra Critica sta lanciando e che sarebbe destinata a ripercorrere la strada che ha portato alle scelte odierne del Prc, nel suo lungo percorso verso la meta governativa.
 
Quello che serve ai movimenti, oggi, è invece un nuovo partito comunista e rivoluzionario: una forza radicale d’opposizione che rilanci le lotte dei lavoratori attorno ad un programma che partendo dalla difesa di salari e pensioni, dal rifiuto delle guerre imperialiste, ponga l'esigenza di una prospettiva anticapitalistica e socialista.
Per questo è nato il Partito di Alternativa comunista. All'indomani della vittoria dell'Unione, alcune centinaia di dirigenti e militanti della sinistra di Rifondazione comunista hanno deciso di non accettare l'entrata dei comunisti nel governo dei padroni, di avviare da subito la costruzione di un partito comunista degno di questo nome. Prevedevamo che, con la partecipazione al governo Prodi, Rifondazione avrebbe perso qualsiasi legame con le ragioni delle lotte e dei movimenti, sarebbe passata definitivamente dall'altra parte. I fatti hanno confermato le nostre peggiori previsioni. Il nostro è ancora un piccolo partito che si pone, però, un grande compito: quello di offrire una rappresentanza politica e un luogo di organizzazione per i lavoratori che subiscono oggi le manovre antioperaie del governo Prodi, per i giovani precari costretti a pessime condizioni di vita, per gli immigrati, per i movimenti che si battono contro la guerra.
Per l’alternativa reale occorre una vera opposizione contro il governo Prodi e contro qualsiasi governo di alternanza borghese.

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