Nicoletta Dosio, una resistenza
“non archiviabile”
di Stefano Bonomi
Il 3 novembre a Torino si stava svolgendo l’udienza del processo d’appello contro attivisti No Tav per le manifestazioni e gli scontri del 27 giugno e del 3 luglio del 2011. Durante la sua requisitoria il procuratore generale Francesco Saluzzo ha chiesto di condannare tutti i 47 imputati a pene comprese tra un anno e 8 mesi e quattro anni e 10 mesi di reclusione, per un totale di circa 140 anni di carcere, mentre la posizione di altri 5 imputati è stata stralciata.
La storica portavoce dei No Tav, Nicoletta Dosio, stava partecipando al presidio, in solidarietà con gli attivisti processati e per ribadire una volta di più il proprio rifiuto di misure repressive e cautelari che hanno esclusivamente un significato politico. "Continuo la mia consapevole, condivisa, felice evasione contro provvedimenti preventivi che sono più che mai strumento di intimidazione, tentativo di minare una lotta giusta e collettiva, per questo irriducibile", "una nuova tappa della lunga resistenza collettiva praticata dal movimento No Tav contro gli interessi del partito trasversale degli affari". Queste sono le parole sentite in diretta telefonica della Dosio alla tappa bergamasca del No Tav Tour di presentazione del documentario “Archiviato” e ribadite questa mattina.
Come gli stessi No Tav ci fanno sapere, quando Nicoletta Dosio ha deciso di entrare nel tribunale per assistere al dibattimento, una volta superato il primo cancello, è stata fermata da alcuni carabinieri e portata in un ufficio di polizia all’interno del tribunale. Quando Nicoletta Dosio è stata spinta dai militari e da alcuni agenti della Digos all’interno di un’automobile allo scopo di condurla in questura – l'accusa ovviamente è "evasione dagli arresti domiciliari" – un centinaio di persone tra attivisti No Tav e solidali che protestavano in quel momento hanno manifestato la loro rabbia e si sono registrati alcuni momenti di tensione con le forze dell’ordine presenti in gran numero davanti al Tribunale di Torino. Gli agenti in tenuta antisommossa hanno spintonato e respinto i manifestanti anche usando gli scudi. Al momento dell'arresto Nicoletta Dosio ha alzato il pugno gridando "vittoria" e "libertà".
A metà pomeriggio cominciano ad apparire le prime notizie: nei confronti di Nicoletta Dosio è stato confermato il provvedimento restrittivo già comminato a settembre, quello degli arresti domiciliari. La portavoce dei No Tav è stata condotta quindi nella sua casa di Bussoleno.
Noi militanti di Alternativa Comunista siamo ancora una volta solidali con Nicoletta e tutto il movimento No Tav. Respingiamo la violenza repressiva dello Stato borghese e dei suoi apparati, che non esita a manganellare e incarcerare chi lotta per la difesa del proprio territorio e dei diritti mentre lascia impuniti capitalisti e politici corrotti. Al contempo, siamo consapevoli del fatto che scelte come quelle di Nicoletta non possono da sole piegare l'apparato repressivo dello Stato borghese: solo la lotta di massa della classe lavoratrice potrà creare le condizioni per ribaltare i rapporti di forza, rovesciare il capitalismo, spezzare lo Stato borghese. Il nostro impegno, al fianco di Nicoletta e di tutti gli altri No Tav, va proprio in questo senso: la lotta contro il Tav è anche lotta di classe contro il capitalismo!
