Il Partito di Alternativa Comunista
invita i lavoratori e le lavoratrici
a firmare la seguente
PETIZIONE
1. Per un forte aumento salariale che recuperi l'inflazione reale e la produttività, per la reintroduzione della scala mobile dei salari e delle pensioni, per la salvaguardia del CCNL, contro la concertazione e la precarietà.
I livelli retributivi sono in Italia tra i più bassi d'Europa, al 25° posto certifica l'Ocse. Il sistema di adeguamento dei salari all'inflazione programmata introdotto con l'accordo del luglio 1993 -dopo l'abrogazione della scala mobile, cioè l'adeguamento automatico dei salari all'inflazione- ha determinato un drastico crollo del potere d'acquisto del salario diretto, mentre le politiche economiche e sociali dei governi hanno determinato la riduzione del salario indiretto e differito.
Il tavolo attorno a cui sono seduti le burocrazie sindacali di Cgil, Cisl, Uil e le organizzazioni padronali guidate da Confindustria ha come unico possibile esito la sterilizzazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, la riduzione ulteriore dei salari, dei diritti e delle tutele dei lavoratori e delle lavoratrici attraverso il ripristino delle gabbie salariali, il cottimo, il potere padronale assoluto sul lavoro dipendente mediante la contrattazione vincolata alla produttività e agli utili aziendali.
Nel contempo il governo ha stabilito il tasso di inflazione programmata al 1,7% per il 2008 e all'1,5% per i due anni successivi, a questo indice dovrebbero attenersi le piattaforme economiche di rinnovo dei contratti nazionali quando l'inflazione reale è in crescita esponenziale come si vede dall'aumento dei mutui, dei carburanti e degli alimenti. Nel contempo il governo conferma e approfondisce le norme precarizzanti.
2. Contro le due nuove direttive europee che sono indirizzate contro i lavoratori e le lavoratrici nativi e immigrati. La prima estende l'orario di lavoro settimanale fino a 65 ore, la seconda estende la reclusione degli immigrati nei Cpt, veri e propri lager, fino a 18 mesi.
Il governo italiano ha predisposto una legge contro gli immigrati in linea con l'orientamento dell'UE e prepara un provvedimento che riprende la direttiva europea che allunga l'orario di lavoro settimanale, dispone un duro attacco ai dipendenti pubblici, definiti "fannulloni", e taglia i servizi pubblici essenziali: trasporti locali, scuola e sanità. Questo nel quadro di una nuova ondata di privatizzazioni.
I lavoratori e le lavoratrici hanno bisogno di uno strumento di difesa dei loro interessi immediati: unifichiamo il sindacalismo conflittuale e rivendicativo, nella prospettiva del sindacato di classe. Prepariamo lo Sciopero Generale contro il governo e il padronato.
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