Il precariato nella scuola, anche pubblica, è ormai un fatto strutturale: i precari costano meno allo Stato, sia perché per due mesi all'anno non vengono pagati, sia perché non sono previsti gli scatti di anzianità. Per fare un esempio, nella mia classe di concorso, Storia e Filosofia, l'età media dell'assunzione in ruolo è più vicina ai cinquant'anni che ai quaranta. Ma questo vale per tante altre classi di concorso, a eccezione dell'insegnamento della religione: in questo caso, l'assunzione in ruolo non solo è agevolata ma, addirittura, gli insegnanti di religione, indicati dalla curia, una volta in ruolo possono decidere di passare alle altre classi di concorso. E' un regalo che la Moratti fece al Vaticano e che il cattolicissimo ministro Fioroni non ha certamente pensato di mettere in discussione, anzi, con lui i finanziamenti pubblici alle scuole private confessionali sono addirittura aumentati. Per tornare al problema del precariato della scuola, le centinaia di migliaia di lavoratori della scuola (insegnanti e personale Ata) che attendono l'assunzione da decenni hanno viste peggiorate le condizioni di lavoro, a partire dall'aumento del numero medio di alunni per classe (ormai si arriva a 33 alunni per classe, per risparmiare e tagliare ulteriormente sul personale: altro che stabilizzazione dei precari!). La realtà è particolarmente grave per gli insegnanti non abilitati - che cioè non sono riusciti ad accedere ai costosissimi corsi abilitanti a numero chiuso - cioè quelli che svolgono supplenze brevi su chiamata degli istituti: i pagamenti avvengono spesso dopo mesi e i mesi di disoccupazioni sono tre. I continui tagli alla Scuola pubblica e ai servizi sociali in genere aggravano questa situazione, peggiorando anche notevolmente la qualità dell'istruzione.
E' un legame stretto. La media giornaliera di morti sul lavoro è arrivata a quattro: una realtà drammatica, che non a caso riguarda spesso lavoratori precari, come nel caso della Thyssenkrupp. I lavoratori precari sono sotto costante ricatto, per questo, nel timore di non vedere rinnovato il contratto, spesso svolgono ore e ore di lavoro straordinario, che servono ai padroni per non accollarsi le spese di nuove assunzioni. Tra l'altro, il Protocollo Damiano prevede l'abolizione della contribuzione aggiuntiva degli straordinari, che verranno quindi a costare ancora meno alle aziende: ciò significa che se ne farà ancora più largo uso e che diminuiranno ulteriormente i nuovi contratti. Ecco i regali che il ministro Damiano, con la complicità delle burocrazie sindacali e della Sinistra Arcobaleno, ha fatto ai lavoratori! Per un lavoratore precario del privato diventa spesso rischioso partecipare agli scioperi o svolgere attività sindacale, perché è ricattabile. E non dimentichiamo che è stato il primo governo Prodi, col sostegno di Rifondazione, ad aprire la strada, col pacchetto Treu, a questa tragica realtà che riguarda la vita di tantissimi giovani. Ora, in campagna elettorale, Bertinotti ha il coraggio di parlare di "lotta di classe" e di fare iniziative "contro la piaga del precariato": peccato che questa piaga l'abbiano prodotta anche loro governando insieme ai partiti del centrosinistra, quegli stessi partiti che oggi -a poche settimane dal voto- Bertinotti definisce "confindustriali".
Noi proponiamo l'assunzione a tempo indeterminato di tutti i lavoratori precari. A chi ci dice che è impossibile, noi rispondiamo che è impossibile nel capitalismo, in tutte le sue varianti, sia esso governato dall'uno o dall'altro polo dell'alternanza, con o senza il concorso della sinistra socialdemocratica. Per questo noi ci battiamo per un governo dei lavoratori per i lavoratori, un'economia pianificata, non più basata sul profitto di pochi ma volta alla soddisfazione dei bisogni sociali. Il capitalismo ha fallito: lo dimostra il fatto che chi lavora non riesce ad arrivare alla fine del mese, mentre un pugno di capitalisti vede continuamente incrementati i profitti miliardari. E' ora di rimettere le cose nel verso giusto, rovesciandole a favore della stragrande maggioranza dell'umanità. Serve un'alternativa di sistema: le redini dell'economia passino nelle mani dei lavoratori. Insomma noi diciamo: via tutti i governi borghesi! Lottiamo per un'alternativa comunista!