Partito di Alternativa Comunista

"Operai Contro", un miscuglio di settarismo e opportunismo

"Operai Contro", un miscuglio di settarismo e opportunismo

Ma contro chi?

 

 

di F.R.

Girano su internet due attacchi di Operai Contro a No Austerity. Il coordinamento No Austerity, cui partecipiamo, ha già risposto al primo attacco, in realtà rivolto contro una operaia della lotta della Jabil, rea di aver aderito a No Austerity, per questo sbeffeggiata e attaccata sul piano personale con un impasto di calunnie e sciocchezze. Dopo la risposta di No Austerity, che demoliva lucidamente (e senza cadere nella provocazione) le calunnie, Operai Contro è tornato all'attacco, stavolta facendo un testo su cui ha raccolto una decina di firme di operai della Jabil a... "difesa del loro (sic) delegato".
Il metodo è classico: pochi hanno seguito la polemica, Operai Contro per far vedere di rappresentare qualcuno scrive un nuovo attacco contro il testo di No Austerity (quello in cui si difende l'operaia della Jabil, l'unica in questa storia ad aver subito un attacco personale), rovesciando la frittata e fingendo che a essere attaccato sarebbe stato il loro compagno (Francesco Galloro). A questo punto raccolgono firme di solidarietà contro il povero delegato "attaccato" e lo fanno su un testo in cui omettono le calunnie precedenti che avevano usato (perché già smascherate) ma in compenso aggiungono nuovi insulti.

Dato che Operai Contro non rappresenta sostanzialmente niente e davvero in pochi conoscono questo gruppo, non metterebbe conto di tornare sul tema. Lo facciamo, brevemente, per un solo motivo: perché l'atteggiamento di Operai Contro è comune anche a varie altre sette che, in questo periodo di crisi della sinistra riformista e di crescita oggettiva di uno spazio a sinistra, escono dal letargo e riprendono ad agitarsi. Il che per loro significa, in genere, scrivere testi di critica-critica a ogni lotta, nazionale o internazionale, confrontandola con presunti parametri "marxisti" per poi bocciarla in quanto in genere la realtà purtroppo non si adatta ai loro schemi.

A partire da queste premesse, ad esempio, varie sette negano che siano in corso processi rivoluzionari in Egitto, Siria, ecc.: si tratta solo, a loro dire, di complotti dell'imperialismo. Altre sette criticano ogni lotta operaia (è capitato di recente, con un testo che pure gira su internet, in cui ad essere attaccata con supponenza è la lotta dei facchini della logistica, cioè una delle lotte più avanzate oggi attive nel nostro Paese) perché, anche in questo caso, la realta tende a non seguire lo schema "marxista" (ovviamente il marxismo non c'entra nulla in tutto questo, va da sé).

In quest'opera squisitamente settaria si distinguono in particolare vari microgruppi para-bordighisti (il para è perché Bordiga stesso, con tutti i suoi limiti ultra-settari, avrebbe riso di questi presunti discepoli). Ma non sono gli unici. Operai Contro pure merita nota in questo lavoro e tra i suoi bersagli del momento ha posto No Austerity, cioè l'unico (per quanto embrionale) collegamento serio oggi esistente capace di unire alcune delle lotte più radicali presenti in Italia.

 

Ma che cosa è Operai Contro?

Quello che con ogni probabilità nemmeno alcuni tra gli operai che hanno firmato il secondo attacco (quello presentato come una "difesa") scritto da Operai Contro sanno è: che cosa è questo gruppo e cosa vuole?
Basta un giro di mezz'ora sul loro sito per farsene un'idea.

Operai Contro (è il nome del giornale, il gruppo si chiama Associazione per la liberazione degli operai) ha come asse programmatico centrale il rifiuto dei partiti politici sostenendo che bisognerebbe costruire una organizzazione di soli operai ("l'autoattività diretta degli operai" è un concetto che ricorre con costanza) e che le uniche lotte che contano sono quelle degli operai di fabbrica.Tutti i partiti finora esistiti (anche quello bolscevico?) sono stati per Operai Contro solo il prodotto della "aristocrazia operaia" o della "piccola-borghesia immiserita". Finché, s'intende, non sono arrivati loro (i "marxisti" di Operai Contro) per spiegare che il vero partito da costruire sarà composto direttamente dagli operai e solo per gli operai. Gli operai, per la solo loro collocazione, produrranno dunque la teoria rivoluzionaria ("I programmi, le forme organizzative le scopriremo insieme mano a mano che ci costituiremo in classe", leggiamo sulla loro stampa). Con buona pace dell'abc del marxismo e cioè dei principali insegnamenti prodotti dal movimento operaio nella sua lunga storia. Ecco cosa scrivono nei loro testi: "I partiti che conosciamo pescano i gruppi dirigenti e i militanti da altre classi, sono espressione di altre classi. Alla base della militanza dei partiti che si dicono dei lavoratori nella migliore delle ipotesi troviamo maestri, impiegati, tecnici, mai operai."

Avete letto bene: per Operai Contro "maestri, impiegati, tecnici" non vanno uniti a tutti i lavoratori in una comune lotta contro i padroni. Per Operai Contro gli unici degni di nota sono gli operai dell'industria che vanno accuratamente divisi tanto da "maestri, impiegati, tecnici" (per tacere degli "impiegati statali" che, secondo Operai Contro, sono piccolo-borghesi che "pretendono la difesa del 'pubblico") come dagli studenti (che sono tutti "piccolo-borghesi").

Operai Contro tuona contro chi vuole dare vita a "coordinamenti, comitati, sindacati di base, centri sociali, comitati di studenti" perché il vero problema a cui dedicarsi è "l'insorgenza degli operai". Ecco spiegato l'attacco a No Austerity che viceversa cerca di unire tutte le lotte: dagli insegnanti agli operai, dai facchini agli studenti.

Il culto di una presunta purezza "operaia", per quanto del tutto estraneo al marxismo, non è particolarmente nuovo, a dire il vero: non è una invenzione di Operai Contro. Se questi "marxisti" oltre che citare ad ogni passo il Manifesto di Marx si fossero preoccupati di studiare un po' di storia del marxismo saprebbero che nella Prima Internazionale (in particolare nel Congresso del 1866 a Ginevra) emerse una posizione simile. Un delegato proudhoniano (Tolain) presentò una mozione secondo cui "solo gli operai potevano rappresentare gli operai". La posizione di ammettere nell'Internazionale solo gli operai (non considerando gli altri lavoratori) fu sonoramente respinta. Fu notato, infatti, da altri operai, che applicando questo bizzarro precetto nemmeno Marx avrebbe potuto far parte di una organizzazione operaia "pura", dato che, come è noto, non era un operaio. Così come, aggiungiamo noi, non erano operai (né dell'industria né di altri settori) i principali dirigenti del Partito bolscevico. Applicando i dettami di Operai Contro, insomma, la più grande rivoluzione della storia del movimento operaio non ci sarebbe stata. Considerando poi che nemmeno Babeuf, padre storico del comunismo, era un operaio (fece prima l'impiegato, poi il giornalista!), se ne conclude che il comunismo stesso non esisterebbe, se la realtà seguisse i precetti di Operai Contro (per fortuna la realtà non li conosce: né i loro precetti, intendiamo dire, né Operai Contro).

 

Dalla separatezza operaia all'opportunismo

Queste sciocchezze che Operai Contro spaccia per marxismo, si combinano come spesso accade con una pratica terribilmente opportunista.
Alla Jabil, tanto per fare un esempio, la linea di Operai Contro è sempre stata quella di seminare illusioni sulla ricerca di un nuovo padrone. E, più in generale, quella di isolare la lotta, favorendo dinamiche di scontro interne, imponendo la posizione di Operai Contro non attraverso una legittima battaglia di convincimento sui propri argomenti ma con l'attacco individuale ai lavoratori (e specialmente alle operaie) che dissentono dai loro precetti "marxisti". L'attacco a un'operaia che ha aderito a No Austerity e se ne è fatta promotrice deriva da questo: l'aver spezzato il meccanismo imposto da Operai Contro che consiste nell'isolare gli operai perché non vengano contaminati... da altri lavoratori in lotta. Curioso davvero, allora, che Operai Contro dica che altri, per il solo fatto di voler unire quella lotta ad altre lotte, coordinandole per svilupparle, vorrebbero "mettere il cappello" sulla Jabil. In realtà gli unici che vogliono mettere il cappello su quella lotta sono appunto quelli di Operai Contro che hanno timore di un'unificazione della lotta della Jabil con altre lotte perché l'unica cosa che interessa loro non sono gli operai in lotta ma la preservazione del proprio gruppo.

In questo senso sono davvero operai "contro": peccato che siano contro gli altri operai e contro la crescita delle lotte, a partire da quella della Jabil.

 

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