Sicilia
Questo Ponte non si deve fare!
di Michele Chillemi (*)
La tanto pubblicizzata e paventata costruzione del Ponte sullo stretto di Messina è l'ennessimo tentativo populista e demagogico della destra sia siciliana che nazionale, schierata dalla parte della borghesia, di accreditarsi per un ritorno elettorale anche futuro che possa garantirgli una continuità di governo anche nei prossimi decenni.
La costruzione del Ponte è stata oggetto di innumerevoli campagne elettorali degli ultimi decenni sia della prima che della cosiddetta seconda Repubblica. Infatti, i governi che si sono succeduti negli anni hanno illuso la popolazione siciliana, offesa, umiliata e derubata del proprio futuro, che la paventata costruzione del “mostro” sarebbe stata la panacea di tutti i mali siciliani compresa quella dell'endemica disoccupazione sopratutto minorile e femminile che attanaglia la terra di Trinacria.
I sindacati concertativi siciliani hanno avuto un ruolo fondamentale in questa vicenda, poiché acettando la volontà della borghesia nostrana hanno avallato la necessità della sua costruzione.
La Cgil siciliana ha deciso di schierarsi anche politicamente ed elettoralmente con il nuovo partito della "borghesia prograssista" italiana, il Partito Democratico, sventolando la bandiera dell’endemica disoccupazione e facendo credere ai sempre più spaesati lavoratori che il Ponte sullo stretto di Messina garantirebbe anche il posto di lavoro ai lavoratori già impiegati a vario titolo nelle aziende che adesso gestiscono il collegamento con le navi traghetto tra la Sicilia ed il resto d’Italia.
Sono state le prese di posizioni dei diversi comitati No Ponte che si sono opposti da subito alla sua costruzione, con numerose manifestazioni e vertenze, che hanno fatto sorgere il dubbio sulla validità e sulla sostenibilità ambientale della colata di cemento che dovrebbe unire la terra di Sicilia con la parte restante d'Italia.
Il governo Lombardo e il centrodestra siciliano, investito da crisi sia politiche che giudiziarie, con il benestarre del ministro dell'ambiente, la siracusana Prestigiacomo e il sottosegretario Reina, sono tutti dediti a questo progetto faraonico, che significa appalti miliardari e grossi pacchetti di voti.
Il Partito di Alternativa Comunista siciliano non può allora far mancare la sua presenza nella vicenda Ponte di Messina, gridando sempre più forte le ragioni dei lavoratori e non si farà imbavagliare dai poteri forti e dalla classe politica borghese siciliana, lavorando concretamente nei comitati e nelle lotte contro la costruzione del “mostro”.
D'altronde, una parte consistente dello stesso centrodestra siciliano ha avviato un rimescolamento di carte, poiché per non far mancare l’appoggio al gia’ fallimentare e vacillante governo Lombardo e per costruire un'arma di contrattazione più forte anche con il governo Berlusconi, ha promosso la nascita del gruppo parlamentare all’assemblea regionale siciliana, denominato Sicilia, al cui interno si muovono i pidiellini di Miccicchè con una presenza anche di esponenti politici diversi da quelli che hanno fatto eleggere lo scorso anno l’ex democristiano ed ex amico di Toto’ (Vasavasa) Cuffaro, ex governatore della Regione siciliana ed esponente dell’Udc, indagato per mafia e vari reati.
Alternativa comunista è contraria alla costruzione del Ponte perché attente valutazioni di impatto ambientale dimostrano che le forti correnti marine ed i forti venti che attraversano quella zona di mare, sopratutto nei mesi invernali, sarebbero d'ostacolo al traffico sul Ponte stesso. Perché l'affare Ponte è l'ennessimo regalo fatto alla mafia e al crimine organizzato, tutto pronto a raccogliere come sempre il regalo che la classe borghese siciliana e nazionale gli farà, garantendo in cambio un pacchetto di voti sempre piu' grande per eleggere i rappresnetanti dei propri interessi economici e finanziari, tanto al parlamento o al governo, quanto nelle amministrazioni locali.
Questi signori dicono che la costruzione del Ponte sullo stretto di Messina darebbe grossi “introtiti economici al territorio”, invece, anche qui, vari studi indipendenti hanno dimostrato il contrario, visto che che il trasporto sia merce che di uomini su gomma è sempre piu' esiguo e che per tale esigenza si possono utilizzare le navi traghetto che collegano l'isola siciliana con il resto d'italia, mezzo piu' sicuro ed economico del Ponte. Evidentemente il business Ponte serve alla mafia locale, alla borghesia siciliana e nazionale e ai partiti borghesi, tutti uniti in un ennensimo scempio ambientale ed economico, tutto ai danni delle masse popolari siciliane, usurpate nuovamente della loro dignità.
Il Movimento contro il Ponte deve proseguire con una mobilitazione di massa più forte ed efficace delle precedenti per portare alla cacciata sia del governo Lombardo che del gGoverno Berlusconi. Il Pdac, in tuttta la sua realtà siciliana, darà una mano allo sviluppo del Movimento No Ponte, per costruire una vera alternativa dei lavoratori contro la borghesia, mafiosa e "onesta", locale e nazionale.
(*) Alternativa comunista Sicilia