Referendum sull'autonomia:
non votiamo!
Domenica 22 ottobre si terrà in Lombardia e Veneto un referendum per richiedere maggiore autonomia dallo Stato centrale in materia fiscale e nella gestione delle risorse finanziarie.
Una consultazione inutile e costosa
Partiamo subito dicendo che questo
referendum, voluto principalmente dai governatori leghisti di Lombardia e Veneto,
Maroni e Zaia, non porterà nessun vantaggio ai lavoratori e alle lavoratrici.
A differenza di quello che cercano di
farci credere, questa consultazione non risponde assolutamente a un desiderio di
autodeterminazione popolare e ogni accostamento fatto dai demagoghi
"nordisti” con la questione catalana appare più che mai irreale: piuttosto
rappresenta interessi di alcuni settori del grande padronato delle regioni del
Nord, che mirano a potenziare i propri profitti a scapito dei servizi pubblici.
Si tratta, tra l’altro, di una mossa
in gran parte propagandistica della Lega Nord che, a pochi mesi dalle elezioni
politiche, torna ad esibire, nel tentativo di accrescere il suo consenso in
future alleanze elettorali con la destra berlusconiana, un suo vecchio cavallo
di battaglia: la cosiddetta "indipendenza del Nord".
Un inganno per i lavoratori
Maroni e Zaia con questa mossa
vogliono distrarre i lavoratori e le masse popolari che in questi anni di
crisi, a causa dei continui tagli allo stato sociale e col peggiorare delle
condizioni di lavoro e salario, si sono sempre più impoveriti anche in Veneto e
Lombardia. Vogliono far credere che se le regioni più ricche gestissero in
autonomia le proprie risorse il proletariato migliorerebbe le proprie
condizioni di vita: invece non cambierebbe assolutamente nulla e i lavoratori
passerebbero dalla padella di Roma alla brace di Milano e Venezia. I benefici
sarebbero come al solito solo per i rappresentanti della classe dirigente,
infatti non è un caso che molti sindaci lombardi del PD (col beneplacito del
proprio partito che ha lasciato libertà di scelta), pur criticando i costi del
referendum, abbiano dato indicazione di voto favorevole.
Si tratta di un referendum espressione
di una politica reazionaria, che mira solo a dividere ulteriormente la classe
lavoratrice: classe che invece necessita della più ampia unità se vuole
combattere il reale nemico di classe
che tanto al sud quanto al nord risponde al nome di capitalismo.
Boicottiamo questo referendum
Per le ragioni esposte sopra, il
Partito di Alternativa Comunista ritiene che non si debba in alcun modo
sostenere e legittimare questa consultazione che è demagogica, reazionaria e
pericolosa per la classe lavoratrice. Invitiamo pertanto i lavoratori di
Lombardia e Veneto a dare un segnale forte a questi signori e non andare a
votare il 22 ottobre.
Bisogna invece scendere in piazza, a
partire dallo sciopero del 27 ottobre, per difendersi dagli attacchi brutali
che subiamo e continuiamo a subire dall'inizio della crisi economica, che tutti
i governi della borghesia, nazionali e regionali, scaricano sui lavoratori.