RESPINGIAMO CON LA LOTTA L'ATTACCO DEL GOVERNO
No alla manovra finanziaria: la crisi la paghino padroni e banchieri, non i lavoratori!
Lunedì 14 giugno 2010
scendiamo in piazza e partecipiamo allo sciopero generale proclamato
dal sindacato di base Usb
Invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici ad unirsi a questa lotta.
Mentre in Grecia le
mobilitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici divampano giornalmente, con
scioperi ripetuti e tentativi di assaltare il Parlamento; mentre in Francia il
27 maggio scorso è stato proclamato lo sciopero generale del pubblico e del
privato che ha visto scendere nelle strade di Francia circa un milione di
manifestanti, in Italia il conflitto - unico mezzo per respingere l'attacco ai
lavoratori - è sistematicamente smorzato delle burocrazie sindacali di
Cgil-Cisl-Uil: complici fedelissimi di Confindustria e dei governi di
centrodestra e centrosinistra, assistono al massacro sociale dei lavoratori
mimando un’opposizione buona solo per i salotti televisivi, proclamando al
massimo “sciopericchi” a finanziarie e provvedimenti già approvati, con
piattaforme rivendicative al ribasso.
Eppure l’attacco pesante del
governo, come dimostra l'ultima manovra finanziaria, sta trascinando
inesorabilmente verso il basso la qualità della vita di milioni di lavoratori.
Non solo: comincia a metterne in dubbio la stessa possibilità di sopravvivenza
futura. Basta pensare al taglio della sanità pubblica e della scuola (150 mila
licenziamenti di precari in tre anni) o all'aumento dell'età pensionabile per
le donne, che nega nei fatti il riconoscimento del ruolo sociale svolto dalla
donna, al di là delle ripetute conferenze sull’importanza della famiglia, della
maternità e dei figli che politici, burocrazie sindacali e clericali animano in
tv, sui giornali e nelle associazioni di categoria delle nostre città.
La manovra finanziaria prevede inoltre: per il pubblico impiego, la cancellazione dell’intera tornata contrattuale 2010-2012 (in sostanza, mentre il costo della vita continua a crescere, i salari non aumenterano); per la Ricerca forte limitazione alle assunzioni e quindi ai processi di stabilizzazione dei precari per l’anno 2010: il licenziamento, nei fatti, attraverso la riduzione della spesa nel 2011, del 50% dei precari in servizio, oppure la riduzione del 50% delle ore di lavoro, con il conseguente dimezzamento della retribuzione per i precari in servizio; il blocco della tornata contrattuale 2010-2012 anche per il personale convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale (ospedali, laboratori ecc); la riduzione dei finanziamenti statali al Servizio Sanitario Nazionale, la cancellazione degli anni 2010, 2011, 2012 per il personale Docente e Ata della scuola ai fini della maturazione degli scatti di anzianità e relativo blocco degli incrementi economici previsti, la riduzione delle finestre di uscita per il pensionamento con slittamento di un anno dalla maturazione dei requisiti, la pensione per le donne a 65 anni da gennaio 2012.
L'attacco in corso non risparmia nessuno: sono milioni i lavoratori del privato che subiscono procedure di cassa integrazione straordinaria, mobilità, licenziamento. Basti pensare a quanto chiede Marchionne: aumento dei turni, riduzione del riposo minimo previsto dalla legge, sostituzione della pausa pranzo con lo straordinario, mancato pagamento della malattia, istituzione del turno del sabato sera, l’obbligo di obbedienza per i lavoratori alle nuove regole di flessibilità pena il licenziamento, oltre ad altre numerose deroghe al contratto di lavoro. Per questo, riteniamo importante che oggi, in alcune regioni, accanto ai lavoratori del pubblico impiego scendano in piazza anche i lavoratori del privato: è necessario costruire un grande sciopero generale di tutto il mondo del lavoro, che sappia dare una risposta forte al massacro sociale in corso.
Dalla lotta degli operai dell'Alcoa a quella dei lavoratori migranti di Cerro di Lambro, dalla mobilitazione con blocco degli scrutini degli insegnati precari dell’Emilia Romagna a quella degli studenti di Roma che hanno occupato il Centro sperimentale di Cinematografia con il sostegno di docenti e artisti, alle tante lotte oscurate dai media, dalla politica riformista e dai sindacati concertativi: tutto ci parla della necessità di un collegamento e di un’organizzazione rivoluzionaria affinché queste lotte possano non essere tradite e risultare vincenti. Scioperiamo e scendiamo in piazza ricordandoci che ogni mobilitazione parziale, e quindi anche questa importante giornata di sciopero, ha senso solo in un'ottica più generale, cioè la trasformazione rivoluzionaria della società ingiusta e criminale in cui viviamo.