Partito di Alternativa Comunista

Ricordare il 25 aprile per lottare ancora

RICORDARE IL 25 APRILE
PER LOTTARE ANCORA

 
 
NESSUNA CONCORDIA TRA SFRUTTATI E SFRUTTATORI!
Negli ultimi anni il 25 aprile  è diventato una celebrazione di unità nazionale e concordia tra le classi. Il PdAC vuole invece ricordare la Resistenza come battaglia dei lavoratori per sottrarre il Paese alla barbarie di fascismo e guerra in cui lo avevano precipitato le classi dominanti.
 
Il 25 aprile che ricordiamo è quello che è nato dalla lotta degli sfruttati contro il fascismo voluto dagli sfruttatori: se i lavoratori, per vent'anni, furono vittime della violenza dello Stato fascista, la borghesia italiana ne fu la principale responsabile, con la complicità della monarchia e del Vaticano. Il fascismo garantiva al capitalismo italiano quei profitti che erano stati "minacciati" dalle lotte operaie e contadine d'inizio secolo ("Biennio rosso"). Il fascismo non fu quindi un "corpo estraneo" al capitalismo italiano, ma una delle sue espressioni. La Resistenza fu, per la gran parte dei suoi protagonisti, lotta contro gli sfruttatori che dello Stato fascista si erano serviti per immiserire ancora di più le classi popolari e consolidare l'egemonia della borghesia. Per questo, ricordare la Resistenza significa ricordare, anzitutto, la lotta del proletario contro il padrone, dello sfruttato contro lo sfruttatore.
 
NESSUNA PACE NEL CAPITALISMO
La lotta partigiana fu anche una lotta tradita: le classi dominanti – che nei vent'anni precedenti avevano privato dei più elementari diritti civili la popolazione, perseguitato gli oppositori politici, emanato leggi razziali, oppresso altri popoli e trascinato il Paese nella guerra – sono tornate al potere. Fu responsabilità dello stalinismo, in Italia come in Europa, la mancata trasformazione della guerra partigiana in guerra rivoluzionaria: i governi nati nel dopoguerra hanno riconsegnato le redini del Paese alla borghesia, che con un volto nuovo – il volto di uno Stato falsamente liberale – ha portato avanti le stesse politiche di sfruttamento, repressione, guerra. Mentre veniva garantita l'amnistia per tutti i crimini fascisti e si preservano gli interessi della grande industria che si era arricchita con la guerra, i lavoratori vedevano sfumare, dopo lo sforzo generoso nella lotta partigiana, la possibilità di costruire uno Stato a difesa dei loro interessi, uno Stato socialista.
 
CONTRO TUTTI I GOVERNI DI GUERRA E RAPINA, ANCHE OGGI
È a partire dalla consapevolezza di questo tradimento, che ha visti alleati stalinisti e classi dominanti, che vogliamo ricordare il 25 aprile. Oggi come ieri, i governi del padronato dissanguano i lavoratori, finanziano nuove guerre, attuano politiche colonialiste, all'occorrenza rispolverano vecchi metodi fascisti e polizieschi. Miseria, sfruttamento e guerra sono quanto anche oggi garantiscono i governi dei due poli dell'alternanza: per questo il nostro vuole essere un 25 aprile dalla parte di chi lotta contro le guerre sociali e militari che il capitalismo conduce contro i lavoratori in patria e contro i popoli oppressi di altri Paesi. Dunque un 25 aprile dalla parte del popolo afghano e irakeno che lottano contro gli eserciti di occupazione dell'imperialismo.
 
* VIA SUBITO LE TRUPPE ITALIANE DAGLI SCENARI DI GUERRA!
* DIFENDIAMO LE PENSIONI E IL TFR DAGLI ATTACCHI DEI PADRONI!
* VIA TUTTI I GOVERNI DI GUERRA E RAPINA, PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI
 
 
 


 
 
 

Dossier sul neofascismo

Aggressioni, incendi, devastazioni, omicidi

 

a cura di Mirko Seniga*

 

Il problema del neofascismo in Italia è da sempre sottovalutato; l’ultima presa di posizione in merito risale agli anni Novanta. Quel periodo fu segnato da molteplici aggressioni e devastazioni, tanto da attirare l’attenzione nei confronti di associazioni di estrema destra che in molti casi vennero sciolte con l’accusa di ricostituzione del partito fascista. Dopo qualche anno di lavoro sotterraneo per radunare nuove forze, i neofascisti sono tornati allo scoperto, celati da quella pseudo-legalità che tuttora salvaguarda diverse sigle di movimenti di estrema destra.

Questa ricostruzione si basa soprattutto sui fatti legati agli ultimi quattro anni, a partire dall’omicidio dell’antifascista Davide Cesare, per tutti Dax, morto il 16 marzo 2003 a Milano, a causa di una aggressione fascista. Da allora le aggressioni e le devastazioni, riconducibili ai neofascisti, perpetrate non solo a danni di singoli individui legati alla sinistra radicale ma anche di partiti cosiddetti democratici, si sono moltiplicate in modo vertiginoso e allarmante nel suo contempo.

 

Alcuni esempi significativi

 

Nella sola Lombardia, tra il 2003 e il 2005 vi sono stati 44 casi tra aggressioni, incendi e devastazioni: 26 aggressioni fisiche di cui 6 con coltello perpetrate da Naziskin (Bonehead) ai danni di giovani di sinistra: studenti, appartenenti a centri sociali, comunisti; 14 devastazioni tra cui 11 incendi. Questi fatti hanno interessato quasi tutte le principali città lombarde: Como, Varese, Milano, Brescia, Pavia, Bergamo. Nella notte dell’8 settembre 2004 sono oggetto di attentati incendiari le sedi Anpi di Varese e di Busto Asizio. Il 20 dicembre del 2004 un incendio di natura dolosa ha devastato alcuni locali del Csa PacìPaciana di Bergamo, causando ingenti danni alla struttura e alle cose.

Sono gravi episodi, sottovalutati, che hanno dato vita ha numerosi episodi simili e ben più gravi: in tutto il 2005 si sono verificate, sul territorio nazionale, almeno 80 aggressioni fasciste, tra cui 5 tentati omicidi, anche se la somma totale degli episodi di violenza neofascista (soprattutto quelli di minore gravità) sono molti, molti di più.

Vi riporto i casi che ritengo più significativi:

Il 3 maggio a Capriate un ragazzo dei Giovani Comunisti viene aggredito, sulle rive dell’Adda, da 4-5 neofascisti: gli tengono la testa sotto l’acqua nel fiume, mentre lo malmenano con sassi e bastoni lacerandogli la schiena.

Il 22 maggio a Seriate (Bg) viene aggredito il compagno Stefano, che conosco personalmente: tre neofascisti lo provocano all’esterno di un bar frequentato da giovani di sinistra attirandolo in una trappola; i tre fascisti, armati di coltello, lo feriscono all’addome, vicino al cuore, con conseguente emorragia interna. Il giovane nonostante la grave ferita se la caverà.

Il 3 giugno vi è un assalto fascista al Forte Predestino di Roma: alle 01:45 un branco di circa 20 fascisti armati di bastoni fanno irruzione nel centro sociale aggredendo chiunque si trovi sotto tiro; nella colluttazione un ragazzo, redattore di Radio Onda Rossa, resta a terra, una pugnalata gli ha trapassato la gola ferendolo in modo grave. Il 12 giugno, alle cinque del mattino, al centro sociale “Barocchio” di Torino arrivano quattro macchine con una dozzina di fascisti armati. Durante l’aggressione rimangono feriti da numerose coltellate due giovani: uno ha tre ferite, di cui una all’avambraccio che ha reciso un’arteria; l’altro ragazzo è operato d’urgenza e ha tre ferite gravi, una a pochi millimetri dall’occhio, una al torace e la terza ha provocato la perforazione del diaframma e sfiorato l’intestino.

 

 

Fascismo e antifascismo

 

I fascisti, per radicarsi nella società, usano due canali: hanno un volto istituzionale, presentandosi come forza politica ed elettorale, mentre parallelamente lavorano per reclutare militanti per le azioni squadriste, come avviene nelle curve degli stadi o sfruttando il clima di intolleranza razziale che li agevola nella promozione manifestazioni o campagne contro migranti.

Questo tentativo di radicamento condotto dai neofascisti si sta manifestando anche nella provincia di Cremona, interessata nel 2005 da vili iniziative neofasciste.

Il 23 marzo a Crema Forza Nuova inaugura la sede cittadina con la presenza del segretario nazionale Roberto Fiore, noto terrorista nero condannato per associazione sovversiva e banda armata per Terza Posizione, al quale la Giunta comunale di centrosinistra cremasca ha riservato niente meno che la Sala ricevimenti del comune!

Nel pomeriggio dello stesso giorno, come risposta a questi rigurgiti fascisti, è nato il Cap (Comitato Antifascista Permanente del territorio cremonese), di cui sono un membro fondatore e portavoce. Purtroppo la concessione di spazi pubblici ai neofascistii non si è limitata a quel vergognoso episodio. Proprio nel mese di aprile, in concomitanza con le iniziative per il Sessantesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo, le giunte Crema e Cremona (entrambe di centrosinistra) hanno commesso altri gravi atti.

Il 23 aprile, sempre a Crema, viene concessa piazza Duomo a Forza Nuova, movimento già accusato di azioni squadriste e ricostituzione del partito fascista durante l’arresto, a Bari, di 15 militanti e un poliziotto coinvolti nei pestaggi del 7 giugno 2003 dopo il Gay Pride.

A Cremona, nello stesso momento, la seconda sala comunale come importanza della città viene concessa al movimento “Comunità Politica di Avanguardia”, organizzazione nazifascista che dichiara apertamente, sul proprio sito web, posizioni xenofobe e razziste rievocando i concetti legati all’esoterismo di Julius Evola, protagonista negli anni Cinquanta di attentati dinamitardi insieme a Clemente Graziani, Enzo Erra e Pino Rauti.

Il 30 aprile, sempre a Cremona, il civico cimitero viene nuovamente concesso, come tutti gli anni, per la celebrazione della messa per Mussolini dove una quindicina di fascisti, sulla tomba di Farinacci, hanno potuto nuovamente sfoggiare il saluto romano e il fascio littorio, rivelando il vero scopo di quell’iniziativa.

Nel 2006 in Italia aumenta la violenza neofascista: 97 aggressioni fasciste e 30 atti vandalici e danneggiamenti inneggianti al nazifascismo. In questo contesto, il 27 agosto 2006 viene ucciso, in una aggressione fascista, Renato Biagetti a Focene (Roma). La maggior parte delle aggressioni sono riportate da giornali locali e agenzie di stampa, ma a parte i casi più gravi i media nazionali non sembrano interessati al fenomeno.

 

Violenza fascista e legittimazioni istituzionali

 

Le aggressioni e le azioni fasciste non hanno tutte la stessa matrice e possono essere classificate in diversi modi: molte di esse sono veri e propri fenomeni di violenza squadrista di gruppi organizzati di estrema destra; altri episodi sono espressione di una "cultura" fascista che non va comunque sottovalutata.

Prima di passare all’elencazione di alcuni fatti che fanno riferimento ai due tipi di fenomeno, vorrei porre l’attenzione sulla situazione politica di quei mesi. Il clima di tensione che ha accompagnato un anno fa la campagna elettorale è direttamente collegato alla crisi economica che attanaglia da anni il nostro paese e alle conseguenti lotte su tutti i fronti: il lavoro, la scuola, le mobilitazioni contro la guerra, con movimenti che raggruppano fasce sociali sempre più larghe. Fette di popolazione sempre più ampie sono costrette a vivere in condizioni di povertà e precarietà, lottando per rivendicare il diritto alla casa e a uno stato sociale dignitoso. Entrambe le coalizioni hanno fatto accordi scandalosi in funzione di una vera e propria caccia al voto.

Lo stesso Berlusconi, pur di vincere, si è alleato con i neofascisti e i neonazisti lanciando una vera e propria “crociata anticomunista”. Nel quadro elettorale, la destra di governo, con l’ingresso nella Cdl di Alternativa Sociale, si è presentata completa anche nelle sue frange più estreme.

Nella coalizione voluta dalla nipote del Duce, Alessandra Mussolini, sono stati riabilitati i peggiori protagonisti degli anni più neri della storia italiana. Ricordiamo, infatti, il Sessantotto e tutti gli anni Settanta italiani, quando i grandi movimenti studenteschi e proletari univano le loro lotte contro il sistema capitalista in crisi. I rappresentanti del capitalismo stroncarono quelle mobilitzioni con la violenza quotidiana perpetrata sia dai fascisti, riarruolati con l’amnistia, sia dalle forze del “ordine” in divisa. Il governo ha usato le stragi fasciste per manipolare l’opinione pubblica, legittimando così una repressione sistematica, che come sappiamo ha usato due pesi e due misure.

Dopo decenni di indagini, depistaggi, processi e prescrizioni, la "strategia della tensione" si è chiaramente rivelata riconducibile ad aree dell’eversione nera.

Queste aree sono fondate da persone legate alla massoneria, le indagini fecero emergere un nome a noi noto: Silvio Berlusconi, iscritto alla P2 di Licio Gelli, la loggia alla quale facevano parte i golpisti agli ordini di Borghese e del Fronte nazionale di Stefano Delle Chiaie.

Delle Chiaie e Adriano Tilgher, esponente dell’attuale Fronte Sociale Nazionale, fondavano Avanguardia nazionale nel 1970. Tilgher nel 1975 venne arrestato e condannato per ricostituzione del partito fascista; uscito di galera, viene accusato nuovamente per aver partecipato alle stragi dell’Italicus e della stazione di Bologna, accusa dalla quale sarà poi scagionato. Tramite la Mussolini anche Forza Nuova, guidata da Roberto Fiore, è entrata a far parte della Casa delle Libertà.

Fiore è promotore alla fine degli anni settanta di “Terza Posizione”, fugge a Londra nel 1980 inseguito da un mandato di cattura con la condanna a 5 anni e 6 mesi per associazione sovversiva e banda armata, nell’ambito delle indagini sulla destra eversiva seguite alla strage di Bologna del 2 agosto 1980. Dopo la latitanza Fiore rientra in Italia fondando nel 1997 Forza Nuova; nel 2001 viene investigato per l’attentato al quotidiano Il Manifesto, infatti la bomba fu innescata da Andrea Insabato già militante di TP. Tilgher e Fiore sono entrambi passati per il Msi-fiamma tricolore di Pino Rauti fondatore di Ordine Nuovo, da dove proviene anche il leghista Borghezio. Assieme a Rauti con l’attuale Mis (movimento idea sociale) fa parte della Cdl anche Luca Romagnoli, attuale segretario nazionale del Msi-Fiamma tricolore, nonché europarlamentare, noto per il suo intervento su Sky nel quale ha difeso tutte quelle forze che negano la Shoah. Il suo movimento raccoglie le maggiori realtà naziskin (detti comunemente bonehead) italiane dal "Veneto Fronte Skinheads" fondato da Piero Puschiavo, anch’esso più volte denunciato per istigazione all’odio razziale, attualmente cooptato nella segreteria della “Fiamma” assieme a Maurizio Boccacci del “Movimento Politico” del Lazio.

 

Il silenzio della sinistra di governo

 

Questo scenario, che andrebbe approfondito, serve sicuramente per aprire diverse riflessioni, in particolare sulle responsabilità che il centrosinistra, Rifondazione compresa, ha per aver sempre saputo dell’evolversi delle situazioni, ma non aver mai fatto nulla per contrastare il fenomeno. Solo in campagna elettorale il centrosinistra si ricorda del passato di alcuni personaggi, in funzione propagandistica, personaggi che in questi anni sono sempre rimasti impuniti e sono stati lasciati liberi di poter praticare il loro più becero revisionismo, spesso proprio in sale comunali o spazi pubblici forniti proprio dalle giunte di centrosinistra.

In questi ultimi mesi si sono verificati già diversi casi di attacchi di matrice fascista, che continuano e, anzi, s’intensificano. Questa situazione ha come reazione la mobilitazione spontanea di movimenti antifascisti e antirazzisti che puntualmente vengono repressi e strumentalizzati dallo Stato, in funzione delle elezioni. Riassumendo, ricordiamo, tra le tante aggressioni: 29 attacchi a sedi di centri sociali; 36 aggressioni a compagni, militanti antifascisti, frequentatori di centri sociali; 24 altre aggressioni a danno di immigrati, omosessuali, studenti, ragazzi di sinistra; 30 atti vandalici nazifascismi: danneggiamenti, scritte e minacce; 7 attacchi a sedi di parti politici (6 del Prc e uno dei Socialisti); un attacco alla festa dell’Unità; un'aggressione contro politici e giornalisti.

Alcuni esempi recenti di attacchi fascisti sono: la notte di S. Silvestro a Busto Arsizio una copia di equadoregni è stata brutalmente picchiata da una decina di naziskin del Pro Patria; il 15 gennaio a Milano un diciottenne e la ragazza sono stati aggrediti da alcuni uomini (30-35 anni) appartenenti ad ambienti dell’ultradestra; il 21 gennaio un ragazzo è stato aggredito a Milano in metropolitana da alcuni boneheads perché aveva Il Manifesto in tasca; il giorno seguente a Roma due compagni vengono accoltellati fuori dal Cso Ricomincio dal faro; la notte tra il 22 e il 23 febbraio, il Csa la Torre di Roma, mentre si concludeva una giornata in memoria di Valerio Verbano, una trentina di persone armate di spranghe e molotov hanno cercato per la seconda volta (la prima il 14 gennaio) di attaccare il centro; la sera dell’11 marzo il Coordinatore dei Giovani Comunisti di Pavia e la sua compagna vengono inseguiti per le strade della loro città da una squadraccia armata di coltelli; nello stesso giorno in cui a Milano ha sfilato una parata nazifascista, ad una settimana dal terzo anniversario dall’ omicidio, per mano fascista, del compagno Dax.

Il clima è incandescente i compagni antifascisti di tutta l’Italia sono esasperati dalla continua indifferenza delle componenti politiche di centro sinistra troppo impegnate nella campagna elettorale. La tetra parata nazifascista di Fiamma Tricolore a Milano lo scorso anno ha avuto come epilogo la solidarietà portata da Fassino alla questura...

In questi primi mesi del 2007 possiamo già documentare altri preoccupanti casi di matrice neofascista: a Fano (Pesaro-Urbino), quattro giovani, descritti con teste rasate, giubbotto nero e simboli celtici, hanno aggredito due dirigenti dei Ds; il 22 febbraio a Sollera (Mo) è stato danneggiato un cippo partigiano; la notte fra mercoledì 21 e giovedì 22 febbraio le foto di due partigiani, Ivo Vecchi e Triestino Franciosi, entrambi uccisi dalle milizie fasciste durante un rastrellamento il 24 ottobre 1944, sono state staccate e distrutte ed è stato dato fuoco al vaso di fiori posto di fronte alla lapide; il 24 febbraio a Rimini è stato portato un attacco fascista al Laboratorio sociale Paz, con scritte fasciste e lancio di due molotov; il 26 febbraio a Lucca, sulla Circonvallazione a Lucca, un ragazzo di sinistra Emanuele è stato aggredito con lame e bastoni; a Fano, il 1° marzo, una coppia è stata aggredita da naziskin davanti all’uscita di un locale per giovani.

Spero che questo mio contributo serva a far emergere ciò di cui sia centrodestra che centrosinistra vorrebbero ignorare l'esistenza.

 

*Portavoce del Cap (Presidio antifascista permanente Crema e Cremona)

 

Cremona, aprile 2007.                                               

 
 
 
 

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