Nessun sostegno al governo Prodi-Confindustria
RIFONDIAMO UN PARTITO COMUNISTA
Per la salvaguardia dell'opposizione comunista in Italia!
Per una vera alternativa anticapitalista!
Per un governo dei lavoratori!
UN NUOVO GOVERNO CONTRO I LAVORATORI
Le elezioni del 9-10 aprile hanno dimostrato che l'Unione non ha saputo intercettare il disagio dei milioni di lavoratori e giovani che hanno subito cinque anni di politiche antioperaie del governo Berlusconi. Tutto questo non ci stupisce: l'Unione, che ha vinto per un pugno di voti, ha annunciato da tempo a chiare lettere che il governo che si prepara sarà un nuovo governo "lacrime e sangue", che farà pagare la crisi economica ancora una volta ai lavoratori, negli interessi di Confindustria e del padronato italiano.
Il programma dell'Unione -sottoscritto anche da Rifondazione comunista e dagli altri partiti della sinistra (Verdi e Comunisti italiani)- parla chiaramente. Ciò che ci aspetta è scritto nero su bianco: nuove liberalizzazioni e privatizzazioni, l'innalzamento dell'età pensionabile, la riduzione del "cuneo fiscale" per le imprese in cambio di nuove tasse per i lavoratori, la prosecuzione delle politiche di esclusione per gli immigrati e di precarizzazione del lavoro per i giovani, nuove guerre imperialiste.
SAPPIAMO COSA CI ASPETTA
L'Unione non ha convinto i lavoratori perché già i lavoratori hanno assaggiato i frutti amari del primo governo Prodi. Mentre milioni di persone in Francia scendono in piazza contro il lavoro precario, in Italia è stato proprio il primo governo Prodi, con il pacchetto Treu (votato anche da Rifondazione comunista, che allora sosteneva dall'esterno il governo), a introdurre forme di lavoro precario molto peggiori di quelle contro cui lottano i giovani francesi. Non solo: oggi l'Unione ribadisce che non ha alcuna intenzione di abrogare la Legge Biagi (voluta dal governo Berlusconi) che ha rappresentato un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per tanti giovani.
La stessa cosa vale per le altre misure portate avanti dai governi precedenti e contro le quali si sono battuti i movimenti sorti in questi anni. Non solo è stato il primo governo Prodi a introdurre i CPT (i lager disumani nei quali vengono rinchiusi gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste), ma anche ora la logica dell'esclusione che accomuna la legge del centrosinistra (Turco-Napolitano) e quella del centrodestra (Bossi-Fini) non verrà abbandonata. Similmente, nella scuola e nell'università si annunciano semplici "accorgimenti" alla controriforma Moratti, senza mettere in discussione né l'autonomia e la parità scolastiche (è stato proprio il centrosinistra a introdurre i finanziamenti pubblici alle scuole private), né il doppio canale che obbliga alla formazione professionale i figli dei lavoratori, né l'intromissione delle aziende nell'istruzione, né i tagli alla ricerca. Infine, il cosiddetto ritiro delle truppe in Iraq per sostituirle con una missione "di ricostruzione" (cioè di presidio del petrolio)- sarà accompagnato dalla preservazione dei contingenti italiani in Kossovo e Afghanistan, da nuove guerre "umanitarie" (possibilmente sotto la bandiera dell'Onu), cioè da nuove missioni coloniali.
CGIL E RIFONDAZIONE COMUNISTA NELLA GABBIA
Il futuro governo Prodi se non potrà contare su una larga maggioranza in parlamento potrà tuttavia presentare al padronato italiano delle valide credenziali. Sarà infatti un governo basato sulla concertazione, cioè sulla svendita delle ragioni dei lavoratori sull'altare degli interessi di Confindustria. La Cgil, come annunciato esplicitamente da Epifani nelle conclusioni dell'ultimo congresso, farà da garante delle politiche antioperaie dell'Unione, nel tentativo di offrire ai padroni quella pace sociale che Berlusconi non ha saputo garantire: una decisione che, anche in considerazione della capitolazione delle varie sinistre interne, assume un peso enorme e distruttivo per le sorti del movimento operaio.
Similmente, l'ingresso di Rifondazione comunista in questo governo con tanto di ministri ha lo scopo di garantire una copertura "a sinistra" al governo di banchieri e industriali. In questo modo, Rifondazione abbandona definitivamente le ragioni dei lavoratori, degli immigrati, dei tanti giovani precari e disoccupati che hanno lottato in questi anni per un altro mondo possibile: passa dall'altra parte della barricata, con il triste ruolo di ammortizzatore delle lotte sociali. La storia e l'esperienza ci insegnano che non ci sono vie di mezzo: o si sta con i lavoratori o si sta con i padroni, o con i giovani precari e disoccupati o con i banchieri e Montezemolo. E Rifondazione oggi sceglie di stare con i padroni, i banchieri e Montezemolo, contro le ragioni dei lavoratori e delle giovani generazioni di sfruttati.
RIFONDIAMO UN VERO PARTITO COMUNISTA
L'ingresso al governo di Bertinotti può rivelarsi positivo in un solo senso : il gruppo dirigente di Rifondazione cessa di occupare abusivamente uno spazio che non gli è proprio e che ha contraddittoriamente occupato per anni, quello di partito di lotta. E' ora di tornare a occupare quello spazio con una forza coerentemente comunista, che sappia garantire un'opposizione di classe a tutti i governi della borghesia, siano essi di centrodestra o di centrosinistra. E' ora di costruire un partito comunista degno di questo nome.
E' per questo che Progetto Comunista Rifondare l'Opposizione dei Lavoratori (quella che è stata per anni la sinistra interna al PRC) promuove oggi la scissione da Rifondazione e avvia il processo costituente di un vero partito comunista. Rifondazione, con l'ingresso nel governo Prodi, cambia definitivamente di collocazione e ruolo. I comunisti continueranno a difendere le ragioni dei lavoratori: per farlo serve un partito con un programma comunista, che sappia ricondurre le rivendicazioni operaie all'unica prospettiva in grado di dare una risposta alla crisi capitalistica: un governo dei lavoratori per i lavoratori.
Costruiamo un vero partito comunista!
No ai governi dei padroni, di centrodestra e di centrosinistra!
Per una reale prospettiva anticapitalistica,
per un governo dei lavoratori!