
Gli operai, organizzati nel Si.Cobas, protestano contro pesanti vessazioni e discriminazioni sul luogo di lavoro. In particolare, gli operai e il Si.Cobas rivendicano il ritiro di 23 licenziamenti di iscritti al sindacato: un licenziamento che ha una evidente funzione intimidatoria.
Da subito, i picchetti di sciopero sono stati “accompagnati” da un grande dispiegamento di carabinieri, poliziotti in assetto antisommossa, autoblindo della celere.
Ad Albino gli operai e gli attivisti solidali sono stati rimossi uno a uno dal picchetto di sciopero: quando le multinazionali chiamano, la polizia accorre in difesa dei loro profitti miliardari!
Un operaio è rimasto ferito durante lo sgombero del picchetto.
Non solo: il giorno successivo, durante lo sciopero presso la filiale di Bergamo, camionette e poliziotti in assetto antisommossa si sono schierati a protezione dei crumiri.
Se qualcuno ancora pensa che le cosiddette forze dell’ordine abbiano una posizione neutrale tra padroni e operai quello che è successo a Bergamo dimostra che non è così: è probabilmente bastata una telefonata dei capetti della Gls per mobilitare a loro difesa ampi reparti degli apparati repressivi.
Ma la repressione non ha intimidito gli operai: lo sciopero è continuato, con un’alta adesione. L’azienda e la cooperativa (Prospect) che ha in appalto il processo completo della gestione logistica sono state costrette ad aprire una trattativa . Va segnalato che le cinque filiali Gls sul territorio bergamasco, appartenenti al consorzio Arcadia, sono gestite dai fratelli De Rui, che hanno un legame molto stretto col PdL bergamasco e non solo. Come sempre, i potentati locali con i “santi in paradiso” si distinguono sul terreno dello sfruttamento e della repressione.
Visto l'esito non positivo della trattativa (l'azienda adesso propone di reintegrare solo una parte dei lavoratori), in questi giorni lo sciopero continua: andremo avanti fino al ritiro di tutti i licenziamenti!
Anche a Bergamo se “toccano uno toccano tutti”!