SCIOPERO GENERALE PROLUNGATO FINO A PIEGARE GOVERNO E PADRONATO!
DOPO BEN ALI E MUBARAK, ORA TOCCA A BERLUSCONI, MARCHIONNE E MARCEGAGLIA!
iniziamo l'11 marzo, in piazza con lo sciopero indetto da Usb
L’Unione Sindacale di Base (Usb) e altri settori del sindacalismo di base hanno proclamato, per l’11 marzo, uno sciopero generale che riguarderà molti settori del pubblico impiego e del privato. Si tratta di una giornata di lotta importante: di fronte agli attacchi senza precedenti che la classe lavoratrice sta subendo da parte di governo e padronato (dai licenziamenti di massa allo smantellamento del contratto collettivo nazionale di lavoro) non è più pensabile procrastinare l’indizione di un grande sciopero generale. Mentre tutti i Paesi d’Europa sono stati, negli ultimi anni, attraversati da numerosi scioperi di massa (basta pensare a Francia, Grecia, Portogallo), in Italia le organizzazioni sindacali non hanno ancora proclamato uno sciopero generale degno di questo nome.
Se i sindacati gialli Cisl, Uil e Ugl sono ormai solo ancelle del governo Berlusconi, anche il più grande sindacato italiano, la Cgil, nonostante l’opposizione di facciata al governo, non ha messo in campo un’azione adeguata a respingere l’attacco in corso. La stessa decisione di procrastinare per mesi l’indizione dello sciopero generale – la Camusso si è limitata ad annunciare l’ennesimo sciopericchio di 4 ore il 6 maggio (tra due mesi!) senza nemmeno una manifestazione nazionale - è la dimostrazione che la direzione della Cgil mira solo a ritornare al tavolo della concertazione. Anche sul versante del sindacalismo di base, tuttavia, dobbiamo registrare il prevalere di atteggiamenti settarie e autoreferenziali da parte delle direzioni: ciò ha impedito ai sindacati di base di rappresentare un punto di riferimento alternativo per le masse lavoratrici. Basti citare, a titolo d’esempio, il rifiuto da parte di gran parte delle direzioni dei sindacati di base (dall’Usb alla Cub) di trasformare lo sciopero dei metalmeccanici del 28 gennaio in un grande sciopero generale unitario di tutto il sindacalismo di base (si veda a tal proposito l’appello di Unire le lotte – Area Classista Usb, pubblicato sul sito www.sindacatodiclasse.org: un appello a nostro avviso condivisibile ma purtroppo ignorato dalle direzioni del sindacalismo di base). Similmente, molti settori del sindacalismo di base (dalla Cub ai Cobas) hanno boicottato lo sciopero dell’11 marzo. La frammentazione del sindacalismo di base nuoce anzitutto ai lavoratori: ciò che manca è un sindacato di classe, cioè un grande sindacato che sia in grado di organizzare e difendere con la lotta la classe lavoratrice.
Quello che sta accadendo in Nord Africa ci dice, con buona pace dei cantori della pace sociale, che le rivoluzioni sono quanto mai attuali. Le vicende tunisine, egiziane e libiche ci dimostrano che solo con la mobilitazione di massa e gli scioperi prolungati è possibile piegare i governi e le classi dominanti. Due settimane fa, in Grecia, i lavoratori, in occasione dello sciopero generale, hanno assediato il Parlamento al grido di “Dopo Ben Ali e Mubarak, ora tocca a Papandreu!”. E’ uno slogan che dobbiamo riprendere anche noi. Per respingere i licenziamenti di massa, la disoccupazione, lo smantellamento dei diritti conquistati con decenni di lotte, gli scioperi routinari di poche ore o di una sola giornata non bastano. Capitalisti e ministri non hanno più briciole da distribuire, per questo giocano la loro ultima carta, gli ammortizzatori sociali: un mezzo utile, oltre che ad ammortizzare il conflitto, anche a scaricare ancora una volta sui lavoratori la crisi del sistema. Occorre mettere in campo uno sciopero generale prolungato fino a piegare governo e padronato. Per questo, lo sciopero dell’11 marzo deve essere solo l’inizio di un percorso di lotte ad oltranza.
Per lo sciopero generale prolungato fino a cacciare governo e padronato!
Per la rivoluzione socialista! Per un governo dei lavoratori!