Strage ferroviaria in Puglia:
lavoratori e studenti muoiono, altri lavoratori pagano
Nota della sezione di Bari-Bat del Pdac
Il 12 luglio 2016 l’Et1016 proveniente da Corato e l’Et1021 proveniente da Andria, due treni carichi di pendolari che viaggiavano su un binario unico alternato regolato col sistema del blocco telefonico (sistema obsoleto che prevede che i capistazione si scambino dispacci per autorizzare la partenza dei treni verso la stazione successiva), si scontrarono causando la morte di 23 persone.
La sentenza
Dopo 7 anni è arrivata la sentenza del tribunale di Trani al termine del processo per disastro ferroviario: quattordici assoluzioni e due condanne, 6 anni e 6 mesi per il capostazione di Andria Vito Piccarreta, 7 anni per il capotreno Nicola Lorizzo.
Come per il processo del crollo del ponte Morandi di Genova che ha visto il definitivo esonero dalla responsabilità civile di Autostrade per l'Italia e Spea, l'ex società gemella addetta al controllo e manutenzione della rete, così la strage di pendolari avvenuta tra le stazioni di Andria e Corato vede oggi l’assoluzione di Ferrotramviaria, società che gestisce quel tratto di ferrovia e dell’ente ministeriale addetto ai controlli.
Ancora una volta lo Stato borghese, per mezzo dei suoi tribunali, si autoassolve riversando il sangue dei morti su due lavoratori, un capostazione e un capotreno, odierni capri espiatori di un sistema che ha nel dna il porre le vite umane in secondo piano rispetto ai profitti.
Profitti mai reinvestiti in sistemi di sicurezza
Ebbene sì, perché di profitti si tratta, quando la società privata a cui è stata regalata la gestione (la Ferrotramviaria Spa di proprietà della famiglia Pasquini) decide deliberatamente di risparmiare 664mila euro, somma necessaria per mettere in sicurezza la tratta attraverso la realizzazione e l’uso degli attuali sistemi tecnologici che avrebbero impedito lo scontro frontale e la conseguente tragedia.
Di fronte all’ennesima strage annunciata e alla conseguente vergognosa sentenza è puerile pensare che questi fatti siano estranei al naturale agire del sistema capitalista, un modello socio-economico che non solo consente a una ristretta cerchia di miliardari (come la famiglia Pasquini) di macinare profitti e trasferirli nei vari paradisi fiscali, ma addirittura li alimenta con finanziamenti pubblici e poi li assolve da qualsiasi responsabilità. Responsabilità addossate a due lavoratori vittime a loro volta della corsa vorace alla massimizzazione di profitti, mai reinvestiti in sistemi di sicurezza e di norme e controlli volutamente blandi per non disturbare i padroni.
Espropriare gli aguzzini
Ci sono voluti 23 morti per dotare oggi la tratta Andria-Corato di due binari e di migliori sistemi di sicurezza, mentre due lavoratori sono condannati come se avessero deciso loro di rinunciare alla tecnologia e affidarsi a primordiali dispacci telefonici tra capostazioni come sistema di controllo del traffico.
Superficiale è credere che il capitalismo possa modificare il suo dna criminale: Alternativa comunista rivendica l’esproprio senza indennizzo e la nazionalizzazione sotto il controllo dei lavoratori di tutte le aziende di trasporto che viaggiano per terra, per mare e per aria.