Partito di Alternativa Comunista

Tutti alla manifestazione di Vicenza sabato prossimo

Sabato prossimo (17 febbraio) tutti a Vicenza per una grande manifestazione contro la base militare e contro le politiche di guerra del governo Prodi.

L'appuntamento per partecipare allo spezzone del PdAC e diffondere il nostro materiale (volantino e giornale) è a partire dalle ore 12 davanti alla stazione ferroviaria (punto di concentramento della manifestazione).



Per ogni informazione o necessità i numeri del PdAC a cui fare riferimento sono questi:
- Roberto Angiuoni 347 85 09 212
- Riccardo Bocchese 347 80 89 085
- Francesco Doro 333 13 12 748
In questa circolare trovate:
a) il testo del volantino bilingue del PdAC che distribuiremo alla manifestazione;
b) un resoconto dell’attivo regionale veneto dei delegati della Cgil contro il Dal Molin;
c) il testo di una circolare del comitato organizzatore della manifestazione, con alcune indicazioni pratiche per chi arriva.

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VIA LA BASE USA
SCIOPERO GENERALE CONTRO IL GOVERNO DI GUERRA!
Il governo Prodi ha varato una Finanziaria “lacrime e sangue” che taglia la spesa sociale e sanitaria, mentre aumenta la spesa militare; raddoppia la base militare di Sigonella, accoglie una flotta di guerra Usa nel porto di Palermo, accetta un'enorme fabbrica d’armi americane a Cameri, accetta la costruzione di una nuova e più grande base militare USA a Vicenza, rifinanzia la missione in Afghanistan. Con il governo prodiano dell’Unione, nei fatti, aumentano le missioni imperialiste, come si è visto per il Libano.
Molti dei parlamentari che hanno annunciato la loro presenza alla manifestazione odierna hanno costruito la propria carriera politica, dall’opposizione, sul no alla guerra, sul pacifismo, sulla non violenza, ma questi stessi parlamentari, dal governo, non solo hanno votato una Finanziaria di massacro sociale ma hanno sostenuto il governo Prodi nella sua decisione di accettare la nuova base USA a Vicenza.
In Senato abbiamo assistito al gioco delle parti tra centrodestra e centrosinistra e alla sempre più evidente capitolazione della sinistra parlamentare (Prc, Pdci, Verdi e sinistra Ds) alla politica estera di un governo giustamente definito dai manifestanti vicentini “governo di guerra”.
Il voto del Senato, relativo all’ampliamento della base militare Usa all’aeroporto Dal Molin, smaschera, per l’ennesima volta, i parlamentari cosiddetti “autosospesi”, la loro demagogia, la loro falsità ideologica. A dispetto di grandi proclami sui giornali e di strumentali autosospensioni, al momento del dunque non hanno presentato alcuna mozione per dire NO alla Base Usa al Dal Molin votando invece una mozione che “prende atto” delle decisioni del governo e con demagogia propone una conferenza sulle servitù militari. “I fatti hanno la testa dura” e ancora una volta dimostrano l’inconsistenza politica di ogni “pressione da sinistra” sul governo e nel contempo l’imbroglio di ogni politica “di lotta e di governo”.
E’ ora che i comunisti rompano ogni legame organizzativo con i partiti della sinistra di governo!!
Nel frattempo, 95 ditte italiane rispondono al pre-bando della gara d’appalto per il progetto dal Molin; bando da 300milioni di euro (390 milioni di dollari), ma si parla di un affare che da qui al 2011 sfiorerà il “miliardo di dollari”. Fra i nomi più grossi spicca, non a caso, la cosiddetta “triade rossa” legata alla Lega delle Cooperative, vicina ai DS e al governo di centrosinistra, cioè CCC (Cantieri Costruzioni Cemento, spa Venezia), CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti Ravenna) e CMR (Cooperativa Muratori Riuniti, Ferrara) e la Pizzarotti &C di Parma, una delle imprese costruttrici italiane più attive nel settore delle basi USA.
Le lotte per essere vincenti, come c’insegnano le esperienze in Val di Susa contro la TAV e in Francia contro la legge sulla precarietà, devono estendersi e mobilitare i lavoratori e le masse popolari per arrivare al blocco della produzione.
Il Partito di Alternativa Comunista (nato dalla scissione dal PRC dell’ex sinistra di Rifondazione, che ha rotto col partito di Bertinotti proprio in dissenso con l’ingresso nel governo Prodi) chiede ai lavoratori della Cgil, della Cub e di tutto il sindacalismo di base di far pressione presso le proprie organizzazioni sindacali per arrivare al più presto alla proclamazione dello sciopero generale contro le politiche neocoloniali e di guerra di questo governo.
* Via le basi militari Usa e Nato, No alla base militare Usa a Vicenza
* Chiusura e riconversione civile delle basi militari presenti nel paese
* Ritiro immediato dei militari dal Libano, Afghanistan e da tutti i paesi
* Sciopero generale contro la politica economica ed estera del governo
Vicenza, 17 febbraio 2006
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USA GO HOME !
GENERAL STRIKE AGAINST THE GOVERNMENT OF WAR!
Prodi’s government has voted a "bloody murderous" Financial Law. Social and sanitary expenses have been cut, while military expenses have been increased; together with Sigonella military base, There is a Usa military fleet in Palermo’s harbour, a very large factory of American weapons at Cameri, a new and greater USA military base at Vicenza, and our mission in Afghanistan has been financially supported. Prodi’s government (Union), actually, has increased imperialist missions as for Lebanon.
Lots of Members of Parliament that have announced their presence at today's demonstration have built their own political career, while at the opposition, on the refusal of the war, on pacifism, on non – violence but these same MPs , when at the government, have not only voted a Financial Law aiming at a social massacre but they have supported Prodi government’s decision to accept the new USA base at Vicenza.
In Senate we have seen center-right and center-left parties playing parts and the evident surrender of leftist MPs (Prc, Pdci, Verdi and left Ds) as regards the foreign policy of a government rightly defined as “government of war” by the demonstrating people of Vicenza.
The vote of the Senate, regarding the enlargement of the Usa military base in the airport Dal Molin, unmasks, once more, the so-called “self-suspended ” MPs, their demagogy, their ideological untrustfulness. In spite of great proclamations on the newspapers and of instrumental self-suspensions , when needed they have not tabled any motion to say No to the Usa Base at Dal Molin. Instead they have voted a motion that “takes note” of the decisions of the government and with demagogy they propose a lecture on military rights. “The facts are evidence” and once more they show the political insubstantiality of every “left pressure” on the government and at the same time the cheat of every politics “of struggle and of government.”
Now it is time for communist people to break every organizational bond with the parties of the left at the government!!
In the meantime, 95 Italian firms answer to the pre-call for tenders regarding the Dal Molin project. The call is of 300 milions of Euros (390 millions of dollars) now, but it will reach“one billion of dollars” up to 2011.
It is not by chance that, among the most important names we can see the so-called “red triad” connected to the League of the Cooperatives, next to DS and the centre-left government that is CCC (Cantieri Costruzioni Cemento, spa Venice), CMC (Cooperativa Muratori e Cementisti Ravenna) and CMR (Cooperativa Muratori Riuniti, Ferrara) and the Pizzarotti & C in Parma, one of the more active Italian firms as regards USA bases.
To win the struggles we have to enlarge them and to involve as many workers as possible to reach the block of the production , as we can see from the experiences in Val di Susa against the TAV and in France against the law on the precariousness.
The Partito di Alternativa Comunista (born when the ex left-side of PRC broke with Bertinotti’s party because this party had decided to take part at Prodi’s government) asks the workers of Cgil, Cub and the whole syndicalism of base to make pressure on their own syndical organizations to arrive as soon as possible to the proclamation of the general strike against the neocolonialist and warmongering policy of this government.
* No to Usa and Nato military bases, No to the Usa military base at Vicenza!
* Closing and civil reconversion of the military bases that are in the country!
* Immediate withdrawal of the soldiers from Lebanon, Afghanistan and from all the countries!
* General strike against the economic and foreign policy of the government!
Vicenza, 17 febbraio 2006

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Resoconto dell’attivo regionale veneto dei delegati della Cgil contro il Dal Molin

di Sabrina Pattarello
Venerdì 7 febbraio, allo slogan “Vicenza città d’arte, non di guerra”, si è svolto l’attivo regionale veneto dei delegati della Cgil contro il raddoppio della base americana in città.
Imbattendosi fin da subito nelle facce note di molti burocrati dell’arena sindacale e politica locale (compresi i vari autosospesi), aleggiava concreto il presentimento di accingersi a partecipare ad un’assemblea-farsa, sospetto che ha poi trovato piena conferma durante lo svolgimento della mattinata.
Il dibattito, scialbo e privo di contenuti oggettivamente di svolta, si è dipanato ordinatamente sotto la rigida sorveglianza della presidenza, che ha pilotato egregiamente il dissenso e la critica negando spazio d’intervento alle posizioni di più esplicita rottura.
Le tesi che maggiormente hanno tenuto banco sono state quelle della pericolosità della nuova struttura militare per l’incolumità e la salute dei cittadini e della contrarietà a rendere Vicenza una città di guerra; si sono espresse forti preoccupazioni per l’impatto urbanistico e ambientale che la base comporterebbe, e qualche timida critica è piovuta sul governo Prodi, colpevole di non aver rispettato il programma elettorale nei punti che prevedevano la riduzione delle servitù militari e il ridimensionamento della presenza dei contingenti italiani impegnati in missioni di guerra all’estero.
Tuttavia le proposte si sono generalmente fermate al sostegno al referendum consultivo, che si andrebbe a fare da qui al prossimo autunno, quando la situazione potrebbe già essere ampiamente compromessa, e che si rivelerebbe in ogni caso inutile, in quanto il problema di Vicenza interessa le politiche internazionali dell’Italia, che evidentemente non possono essere decise da una consultazione della popolazione a livello locale.
Da evidenziare l’opportunismo e l’arroganza politica espresse da alcuni esponenti politici vicentini, una su tutte l’onorevole Lalla Trupia (autosospesa dei Ds), che dopo aver gettato acqua sul fuoco sulla questione della base vicentina, nel tentativo di conciliare le posizioni antitetiche di popolazione e forze di governo, si è augurata una buona riuscita della manifestazione del 17 febbraio, dopo aver demagogicamente proclamato di essere stanca di “tirare Prodi per la giacca” (quasi Prodi non avesse commesso un atto gravissimo nel ratificare la decisione di costruire la nuova base), omettendo accuratamente di menzionare le responsabilità dello stesso e del ministro diessino degli Esteri D’Alema nelle misure fin qui intraprese riguardo al rifinanziamento della missione imperialista in Afghanistan e il raddoppio dell’Ederle, al quale si affianca il previsto ampliamento di Sigonella, la costruzione di una base navale a Palermo e di una fabbrica di missili a testata nucleare in programma a Novara; d’altro canto, a Vicenza le elezioni amministrative sono alle porte, e si pone la necessità di recuperare un minimo di credibilità politica.
In questa occasione il Partito di Alternativa Comunista - unica presenza politica presente in forma organizzata all’attivo, con compagni impegnati nel volantinaggio, nella diffusione della stampa e nel dibattito - si è espresso per bocca del compagno Roberto Galvanin, dirigente della Fiom di Vicenza, l’unico tra i nostri compagni presenti cui è stata concessa la parola; cassati adducendo deboli pretesti e scuse gli altri nostri interventi.
Il PdAC ha sottolineato l’importanza della buona riuscita dell’appuntamento del 17, considerato un primo, importante passo nel cammino di lotta, ed è stato l’unica forza politica a lanciare le parole d’ordine della riconversione dei siti militari ad uso civile e dello sciopero generale, considerato il solo evento in grado di consentire realmente ai lavoratori una possibilità di vittoria sul fronte del no al Dal Molin. Si è specificato come la Cgil dovrebbe spendersi per la sua costruzione, creando un fronte unitario con tutte le sigle sindacali di sinistra, sindacalismo di base incluso, e promuovendo la sua organizzazione all’interno dei luoghi di lavoro, dispiegando tutte le forze a disposizione.
Il significato di uno sciopero generale riuscito trascenderebbe il semplice, pur se importantissimo, obiettivo di evitare la completa militarizzazione del capoluogo berico, in quanto in ultima battuta finirebbe per costituire un’inequivocabile risposta di classe alla politica estera dell’esecutivo, un segnale limpido e tangibile di segno contrario all’azione del’attuale governo, che non è rappresentativo delle istanze dei lavoratori e delle classi più deboli, ma degli interessi economici e delle politiche espansionistiche del capitalismo, e che solo i lavoratori uniti ed organizzati, guidati da una direzione politica conseguente, possono essere in grado di cacciare, da un versante di classe.

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come arrivare a Vicenza

(informazioni dal comitato organizzatore della manifestazione)

Ciao a tutte e tutti,

con questa mail vi forniamo tutti i dettagli per arrivare a Vicenza e al concentramento della manifestazione.

Premettiamo, innanzitutto, che ci sono centinaia di pullman e molti treni in arrivo nella nostra piccola città. Vicenza non è Roma e non ha le infrastrutture adeguate per un eventuale flusso disordinato. Vi chiediamo, quindi, di rispettare le nostre indicazioni: in particolare per i pullman, il percorso indicato è da ritenersi OBBLIGATO per evitare intasamenti. Non tutte le strade che percorrerete, infatti, sono sufficientemente larghe.

Vista l’elevata affluenza prevista, chiediamo a chi può di anticipare il proprio arrivo per poter meglio costruire il corteo. Quest’ultimo avrà caratteristiche molto simili al 2 dicembre scorso: a grandi linee dunque, la composizione prevede Presidio Permanente e comunità locale in testa, movimenti per la difesa della terra e contro le installazioni militari, associazioni vicentine, movimenti, organizzazioni sindacali, partiti.

COME ARRIVARE AL CONCENTRAMENTO

Per chi arriva in treno.

Il concentramento è proprio all’esterno della stazione FS; gli spezzoni principali si concentreranno tra viale Roma (di fronte alle stazione) e Viale Venezia (a destra rispetto alla stazione). Il corteo si incamminerà verso Viale Milano (uscendo dalla stazione a sinistra).

Per chi arriva in automobile

Fortemente consigliato Park Cricoli nella zona nord della città; da qui prendere il bus navetta oppure incamminarsi a piedi (sono circa 2.5 km). Il corteo passerà a circa 800 m dal parcheggio.

ATTENZIONE: NON parcheggiare in zona stadio e in tutte le aree limitrofe al concentramento, la zona sarà chiusa al traffico.

Per chi arriva in pullman.

Uscita obbligatoria casello autostradale Vicenza Est. Da qui prendere la tangenziale sud in direzione Verona, uscire al primo svincolo (Vicenza centro, Riviera Berica) e andare verso Vicenza centro. Proseguire dritto fino al semaforo, quindi girare a destra in Viale dello Stadio. In questa strada i pullman potranno parcheggiare. Nel caso in cui lo spazio non sarà sufficiente i pullman saranno deviati in Viale Fusinato (dietro la stazione FS).

Da Viale dello stadio si raggiunge il luogo del concentramento a piedi. I percorsi possibili sono due: tornare all’incrocio semaforico appena superato con il pullman, girare a destra in Borgo Berga, continuare in Viale del Risorgimento nazionale e arrivare in Viale Venezia dove c’è la stazione dei treni. Oppure proseguire in viale dello stadio, girare a sinistra in Viale Margherita, raggiungere l’incrocio con Viale del Risorgimento nazionale e qui girare a destra.

Per quel che riguarda la ripartenza, i pullman saranno parcheggiati dove vi hanno lasciato. Vi consigliamo di identificare i vostri pullman con cartelli ben visibili.

Vi informiamo che, oltre al concentramento in stazione, esiste un altro concentramento prevalentemente della CGIL nella zona ovest della città. Tale corteo confluirà in seguito nel corteo unitario. Tutti gli spezzoni si formeranno nei pressi della stazione FS. Alla partenza, all’arrivo e durante il corteo saranno venduti panini e bibite.

Vi ringraziamo per la collaborazione e per il lavoro che state svolgendo nel vostro territorio.

Dal Casello Autostradale di Vicenza est a Viale dello Stadio

Dopo l’uscita dall’autostrada, alla rotonda, prendi l'uscita 3° per Strada della Pelosa

Mantieni la destra allo svincolo Tangenziale Sud

Uscire al primo svincolo (Vicenza – Riviera Berica)

Alla rotonda, prendi l'uscita 1° verso Viale Riviera Berica

Alla rotonda con Viale Riviera berica girare a sinistra verso Vicenza

Al semaforo svolta a destra a Viale dello Stadio

Parcheggiare.

Dal parcheggio al concentramento seguire le indicazioni del testo.

sul sito www.altravicenza.it sono disponibili cartine e altre informazioni
























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