Esattamente il giorno dopo la pubblicazione del nostro articolo, sul sito nazionale del Pcl (nelle pagine "locali", in seconda fila) è comparso un comunicato dell'Esecutivo nazionale Pcl che annuncia di aver "appreso da fonti di stampa dell'ingresso del compagno Michele Conte nella giunta di centrosinistra a Cerignola in qualità di assessore" e invita il Pcl pugliese ad uscire dalla giunta.
Ne prendiamo atto e, per correttezza, aggiungiamo questa nota informativa.
Restano però due problemi.
Primo. O l'Esecutivo del Pcl sapeva dell'ingresso in giunta e ha taciuto finché noi non abbiamo dato la notizia, avendo sperato di passare la cosa sotto silenzio per non innescare una polemica interna a un partito in cui la posizione governista del Pcl pugliese rischia di dilagare alle prossime amministrative; oppure davvero l'Esecutivo del Pcl non sapeva dell'ingresso di un suo dirigente nazionale in una giunta (come assessore allo Sport), nonostante la partecipazione, solo poche settimane prima, del massimo leader Ferrando a una tavola rotonda organizzata dal Pcl con assessori e vicesindaci incravattati accorsi per avviare l'esperienza di governo comune (non certo per discutere di bolscevismo).
Delle due l'una: o si sono chiusi gli occhi o gli occhi sono aperti ma non vedono.
Secondo. Ben prima di accettare l'assessore, da mesi il Pcl sosteneva dall'esterno (col proprio voto) la giunta. Cosa riportata da tempo da decine di testate.
Anche di questo l'Esecutivo del Pcl era all'oscuro? Nemmeno di questo Ferrando si era accorto andando in Puglia? O ritiene che l'appoggio "critico" a una giunta borghese sia accettabile? E se è così, perché farne uno dei temi principali di attacco del Pcl a Sinistra Critica che ha sostenuto dall'esterno "criticamente" il governo Prodi?
Ecco insomma un vero esempio da manuale del vicolo cieco a cui portano il centrismo e la costruzione di un partito arlecchino, federazione di gruppi locali che fanno e dicono tutto e il contrario di tutto, in cui l'adesione non avviene sulla base della condivisione del programma comunista ma solo attorno a una generica bandiera e a un leader. Per questo insistiamo nel dire che il centrismo è un ostacolo sulla via della costruzione di un partito comunista.