VITA ARTIFICIALE E CAPITALISMO
di Alberto Madoglio
"Nel suo dominio di classe (...) la borghesia ha creato forze produttive il cui numero e la cui importanza supera quanto mai avessero fatto tutte insieme le generazioni passate.
Soggiogamento delle forze
naturali (...) applicazione della chimica all'industria e
all'agricoltura (...)
navigazione a vapore, ferrovie, telegrafi (...) quale dei secoli passati
avrebbe mai presentito che tali forze produttive stessero sopite in
grembo al
lavoro sociale?"
Questo stralcio del Manifesto del Partito Comunista, uno dei
passaggi più belli dell'immortale opera di Marx e Engels, spiega come la
borghesia, rivoluzionando i rapporti di produzione, socializzando il
lavoro,
abbia aperto enormi possibilità allo sviluppo umano.
Molte volte queste parole ci
tornano alla memoria: guardando alle opere di ingegneria, alla conquista
del
cielo e dello spazio, allo sviluppo dell'informatica. Negli ultimi
giorni ci
sono state richiamate da un fatto che, per la sua straordinarietà, ha
conquistato
le prime pagine dei giornali di tutto il mondo.
Un gruppo di genetisti
americani ha creato, per la prima volta, una forma di vita artificiale.
La cronaca scientifica ci
spiega che il batterio, creato in laboratorio, è in grado di riprodursi,
quindi
di essere "vivo".
Si aprono scenari
sconosciuti, ma potenzialmente sconfinati, per lo sviluppo della
scienza: nel
campo medico, della genetica, dell'alimentazione, dell'informatica
(quindi
nella possibilità dell'uomo di affrancarsi dalla fatica del lavoro...
certo non
in questa società...).
Siamo solo agli inizi di un
percorso che non sarà lineare. Bruschi stop, fallimenti, balzi in avanti
e
successi, si alterneranno fra loro.
Noi ci fermiamo qui nelle
considerazioni "scientifiche", il marxismo non ci fornisce la conoscenza
universale: pseudosocialisti illusi di essere esperti in ogni campo sono
stati irrisi
da Engels nell'Antidhuring. Tuttavia
alcuni considerazioni possono essere fatte.
Se una società come quella
capitalista, nella sua fase decadente, imperialista, che condanna
centinaia di
milioni alla fame, alla miseria, all'ignoranza più umiliante, è in grado
di
generare simili successi, possiamo solo immaginare cosa sarebbe in grado
di
fare l'uomo, in un sistema in cui non il profitto ma il soddisfacimento
dei
suoi bisogni, nell'interesse della collettività, fosse la spinta di ogni
ricerca e studio, nella scienza come nell'arte.
Il giorno in cui questa
scoperta è diventata di dominio pubblico, due genetisti hanno affermato
che,
dopo aver svelato il mistero dell'albero della vita, adesso si tratta di
svelare il segreto dell'albero del bene e del male.
Per parte nostra, la
risposta l'abbiamo trovata da tempo. Certo è meno poetica ma non per
questo
meno importante e urgente. O il proletariato, la sola classe progressiva
dell'umanità, abbatterà questo sistema politico sociale, o anche questa,
come
innumerevoli scoperte e invenzioni del passato, si rivolgerà contro
l'umanità
stessa.
Non abbiamo mai creduto che il socialismo fosse una sorte di "paradiso terrestre". Nondimeno pensiamo, con Trotsky, che quando l'uomo si sarà liberato una volta per tutte dalla schiavitù del profitto, nulla gli sarà precluso e solo allora potrà finalmente dire di aver cominciato a "camminare eretto sulle sue gambe" diventando pienamente padrone del proprio destino .