Willy: il pestaggio fino alla morte
Non chiamatela ignoranza:
questo è razzismo!
Pdac sezione di Roma
A Colleferro, paese di provincia alle porte di Roma, all’uscita di un pub, è stato commesso un atroce omicidio, nel quale ha perso la vita un giovane ragazzo nero di origini capoverdiane, Willy, di soli 21 anni. Dalle prime ricostruzioni sembrerebbe che il ragazzo sia stato massacrato fino alla morte da quattro coetanei italiani, con età compresa tra i 22 e i 26 anni. La colpa di Willy sarebbe stata quella di essere intervenuto in difesa di un suo amico, caduto nelle grinfie violente dei quattro aggressori, conosciuti nella zona come la «Banda di Artena», altro paesino dei Castelli Romani.
Willy era uno dei tanti giovani, figli di immigrati, nati in Italia, costretti a vivere nelle difficoltà di una società razzista e di uno Stato oppressore, che costringe questi ragazzi e queste ragazze a correre una vita a doppia velocità per stare al passo dei coetanei italiani: uno dei tanti esempi è la negazione dello Ius soli, che permette loro di maturare il diritto alla cittadinanza italiana solo al compimento dei 18 anni.
I numerosi articoli di stampa, usciti subito dopo la morte del ragazzo, hanno riferito di una spedizione punitiva dei quattro contro Willy, alludendo al fatto che un ragazzo nero debba avere delle colpe, anche nel momento in cui viene ucciso. Gli inquirenti si sono subito sbrigati ad escludere il movente razzista e, nonostante la solidarietà e il cordoglio unanime alla famiglia, tutti stanno sottovalutando la natura di questo atto barbaro, che ha portato il giovane Willy a morire soffocato per i danni causati alla sua cassa toracica frantumata a calci. Questi quattro assassini sono il prodotto perverso dell’ideologia della classe dominante (borghese), razzista, maschilista, omofoba, che alimenta individualismo ed odio contro il diverso, al solo scopo di dividere il più possibile le classi subalterne per giovarne continuo lucro. Il mito dell’uomo forte e della razza superiore da secoli viene teorizzato e disseminato nella società, rendendo cosa normale l’oppressione di genere e di razza, fattore che ha portato la «Banda di Artena» ad infierire fino alla morte contro Willy che, in quanto figlio di immigrati e nero, mai si sarebbe dovuto intromettere nei loro affari.
È la stessa violenza ideologica che riscontriamo nella polizia Statunitense con migliaia di afroamericani morti ammazzati ogni anno, è la stessa violenza ideologica dei governi europei, con in testa l’Italia, che continua a far morire migliaia di immigrati nel mar Mediterraneo. Contro questa violenza l’unica soluzione è organizzare l’autodifesa di classe contro gli attacchi razzisti e fascisti che da troppo tempo spargono sangue di tanti, troppi innocenti, ponendoci come obiettivo la costruzione di ampio fronte di lotta sociale e sindacale, che punti diretto all’abbattimento di questo sistema barbaro.
Il Partito di Alternativa Comunista sez. Roma nel chiedere giustizia per l’atroce omicidio commesso, esprime solidarietà e condoglianze alla famiglia e agli amici di Willy.
#LEVITEDEINERICONTANO
#SENZAGIUSTIZIANONCISARÀPACE