Partito di Alternativa Comunista

La UE applica politiche di austerità in Francia e in Grecia

La UE applica politiche di austerità
in Francia e in Grecia
 

 
di Gabriel Huland (*)
 
 
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L'autunno del 2016 segna l'inizio di un difficile anno politico in Europa. La crisi dei rifugiati sta assumendo proporzioni dantesche, la Brexit genera una crescente incertezza, le trattative del TTIP ristagnano e la conflittualità sociale è alta in Paesi come Grecia e Francia (che han vissuto vari scioperi generali e mobilitazioni), così come in Polonia con l'impressionante mobilitazione di centinaia di migliaia di donne (tutte vestite di nero) che sono scese in strada a Varsavia e altre città per protestare contro la totale proibizione dell'aborto. L'economia, dall'altro lato, non riparte e segue una fase di stagnazione,nonostante le continue iniezioni di liquidità e l'acquisto dei debiti pubblici dei vari Paesi da parte della banca centrale europea (Bce).
 
Tsipras segue i diktat della UE e applica un attacco senza precedenti al popolo greco

Poco più di un anno fa, nel luglio del 2015, la maggioranza (62%) dei votanti al referendum convocato dal governo Tsipras sul terzo memorandum con l'Unione Europea, si pronunciò contro la firma dello stesso, respingendo le misure di austerità. Alcune settimane dopo, Tsipras firmava il  memorandum e si impegnava ad attuare il piano di privatizzazioni e riforme strutturali imposte dalla troika (Commisione Europea , BCE e FMI). Si trattò di un grande tradimento al popolo che lo aveva eletto per contrastare le politiche di austerità e la UE.
Da allora, il governo Tsipras è stato conforme a politiche strettamente neo-liberali, svendendo il Paese e attaccando selvaggiamente le condizioni di vita della popolazione, trasformando di fatto la Grecia in una colonia tedesca. Lo ha fatto fronteggiando una forte resistenza nelle strade. I lavoratori si sono resi protagonisti di ben quattro scioperi generali e di innumerevoli proteste e manifestazioni, molte delle quali represse con violenza dalla polizia. L'ultima protesta importante ha avuto luogo poche settimane fa ad Atene quando i pensionati sono scesi in strada contro la riforma delle pensioni.
Il rifiuto popolare al governo di Syriza, il partito che negli ultimi anni si era presentato come principale bastione "anti austerità" in Europa, è in costante aumento. Gli ultimi sondaggi elettorali mostrano una forbice di oltre 11 punti percentuali tra Nuova Democrazia (il vecchio partito della tradizionale oligarchia greca) e Syriza ormai in costante caduta libera. Syriza sconta il suo tradimento dopo il referendum sul memorandum.
Il parlamento greco ha privatizzato lo scorso dicembre 14 aeroporti regionali, comprati dalla tedesca Fraport per 1.2 miliardi di euro. L'impresa cinese Cosco, che già acquistò un'area del porto del Pireo nel 2009, ha siglato un accordo per l'aquisto del rimanente complesso portuale per 370 milioni. L'idea è quella di fare della Grecia il principale punto d'ingresso dei prodotti cinesi in Europa.
La compagnia ferroviaria Greca (Trainoise), sta per essere venduta alle ferrovie italiane, stessa sorte sta per toccare alle società idriche, alla metropolitana di Atene e a parte della rete elettrica così come previsto dal piano di privatizzazioni del  governo. Quello che sta avvenendo in Grecia è un vero e proprio saccheggio del Paese. Si sta consegnando gran parte del patrimonio pubblico al capitale internazionale.
La crisi economica è devastante. Il debito pubblico è il 180% del PIL, il tasso di disoccupazione è del 23% e la crescità perderà un ulteriore mezzo punto quest'anno. Dal 2009, la crescita economica è in picchiata continua, ad eccezione del 2014 quando crebbe meno dell 1%. In questo quadro ad aggravare ulteriormente la situazione, è intervenuto anche il governo che ha approvato una durissima riforma delle pensioni, ha abbassato il salario minimo, ha attaccato il contratto nazionale di lavoro ed ha aumentato le tasse alle famiglie a basso reddito.

La legge El Khomri cancella diritti storici dei lavoratori francesi

Quella  francese è una delle economie più importanti del mondo, la seconda della zona euro e ora anche in Europa, a causa del recente rallentamento del Regno Unito che comincia a subire sulla propria economia i primi effetti della Brexit. Il gran capitale francese ha beneficiato enormemente del mercato comune europeo, anche se in una posizione chiaramente subordinata in relazione alla Germania.
Nel 2015 abbiamo assistito a duri scontri dei lavoratori francesi con il governo Hollande e i padroni. La lotta contro una riforma del codice del lavoro francese molto regressiva, che attacca diritti storici della classe operaia francese, conquistati in decenni e decenni di lotte e scioperi generali, ha fatto notizia sulla stampa internazionale. Foto e video dei cortei operai in diverse città del Paese hanno attirato l'attenzione degli attivisti in tutto il mondo. La Francia della resistenza al nazismo e del maggio '68 è tornata a vivere nella memoria collettiva di migliaia di persone
La legge El Khomri, basata sulla riforma del lavoro spagnola, pone gli accordi aziendali al di sopra della legge, facilita i licenziamenti senza giusta causa e cancella il contratto nazionale collettivo di lavoro. Rappresenta la distruzione di uno dei pilastri del welfare state francese.
I lavoratori francesi sono stati protagonisti, dall'inizio dell'anno, di 9 giornate di sciopero molto partecipate, con alla testa i lavoratori del settore ferroviario, energetico e dei trasporti. I metodi di lotta andavano dai picchetti ai blocchi stradali e delle stazioni ferroviarie, oltre che all'interruzione della produzione, con grandi manifestazioni di massa.
Il ruolo della burocrazia della Cgt [la Cgil francese, ndt], che ha perso più di centomila iscritti nell'ultimo anno, nel tenere diviso il movimento, non organizzare lo sciopero generale e non chiamare alla lotta fino alla sua logica conseguenza, ha causato stanchezza e delusione di settori di avanguardia, il che è stato determinante per permettere l'approvazione della riforma. Hollande si è avvalso di uno dei meccanismi più antidemocratici della costituzione francese, un articolo che consente la possibilità di approvare una legge senza necessità di presentarla e porla ai voti nell'assemblea nazionale (il parlamento francese).
La repressione del governo non ha precedenti nella storia degli ultimi settant'anni del Paese, secondo l'opinione dei compagni del sindacato Solidaires, organizzazione che ha avuto un ruolo attivo in questa lotta.
La battaglia tuttavia non è ancora finita, ma difficilmente verrà ritirata la legge nell'immediato. La lotta ora si è trasferita nelle singole unità produttive, al momento che si comincia ad applicare la legge fabbrica per fabbrica.

Francia e Grecia: la UE impone una politica di attacco allo stato sociale

Francia e Grecia sono Paesi molto diversi, ma hanno una cosa in comune: il ruolo centrale della UE nell'attacco ai diritti della classe lavoratrice. In Grecia governa il principale rappresentante della "nuova sinistra neoriformista", che fino a poco tempo fa aveva creato molte illusioni nelle avanguardie di tutto il continente, mentre oggi rappresenta l'agente del neocolonialsmo dell'UE, e più in particolare della Germania. In Francia, è a capo dell'esecutivo il Partito Socialista Francese, un partito che già da tempo ha perso il suo carattere operaio e nemmeno difende un programma riformista, ma è espressione diretta degli interessi del grande capitale francese in combinazione con la UE.
La UE è una macchina da guerra del capitale finanziario contro la classe lavoratrice e le popolazioni sfruttate dell'Europa. Gli attacchi sono brutali e ripetuti su scala continentale, la resistenza deve svilupparsi sullo stesso piano. La solidarietà tra le lavoratrici e i lavoratori di tutto il continente deve crescere in maniera proporzionale all'intensificarsi degli attacchi. Dobbiamo riprendere la mobilitazione, è l'unica strada possibile.
 
 
(*traduzione dal sito della Lit-Quarta Internazionale, di Massimiliano Dancelli)

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