1938 - 2018 a ottant'anni dall'assassinio
Lev Sedov, un esempio
per i giovani rivoluzionari
di Francesco Ricci
Abbiamo ricordato quest'anno l'ottantesimo anniversario della fondazione della Quarta Internazionale. Un anniversario importante non solo per chi si considera trotskista ma anche per tutti i lavoratori e i giovani impegnati oggi nella guerra di classe contro la borghesia e più in generale per tutto il proletariato e le masse oppresse dal capitalismo. Importante perché continua a essere vero ciò che Trotsky affermava nel 1938: le lotte delle masse contro il capitalismo continuano inevitabilmente a riprodursi in questa società divisa in classi, generate dall'impossibilità di conciliare l'interesse di sfruttati e sfruttatori, proletari e borghesi. Ma, aggiungeva Trotsky e ripetiamo noi, senza la costruzione, nel vivo di queste lotte, del partito mondiale della rivoluzione socialista, non sarà possibile liberare l'umanità da questo sistema barbaro. Di qui l'importanza della storia della Quarta Internazionale.
C'è però un altro anniversario che cade quest'anno. L'anniversario della morte di un grande rivoluzionario che proprio ottanta anni fa era impegnato in prima fila nella battaglia per costruire la Quarta Internazionale. Quest'anno è, infatti, l'ottantesimo anniversario della morte di Lev Sedov, figlio di Trotsky, assassinato per ordine di Stalin.
Alla scuola della rivoluzione
Nel 1906, quando nasce Lev Sedov (Lev Lvovitch Sedov, detto Liova), suo padre Lev Trotsky era rinchiuso in una prigione dello zar per la sua partecipazione alla rivoluzione russa del 1905.
L'infanzia di Lev Sedov fu molto particolare, fu l'infanzia del figlio di un dirigente rivoluzionario. Col fratello Sergej (fatto fucilare da Stalin nell'ottobre 1937) (1) e la madre Natalia seguì il padre nel lungo esilio europeo dopo la sconfitta della prima rivoluzione russa.
Nelle pagine di quello splendido libro che è La mia vita, Trotsky racconta di questa continua migrazione sua e della famiglia da Vienna a Zurigo, dalla Francia alla Spagna, agli Stati Uniti.
Nel maggio del 1917 rientrò in Russia col padre, il quale divenne uno dei principali dirigenti del Partito bolscevico e, con Lenin, della rivoluzione d'Ottobre.
La militanza di Lev Sedov iniziò molto presto, nelle file del Komsomol (l'organizzazione giovanile dei bolscevichi, fondata nel 1918). Quando nel 1923 iniziò la battaglia della Opposizione contro la burocrazia, Lev Sedov aiutò a costruire l'Opposizione nell'organizzazione giovanile. La maggioranza della direzione del Komsomol si schierò con Trotsky contro la burocrazia. A 21 anni Lev Sedov era già uno dei principali dirigenti dell'Opposizione nel Komsomol.
Il principale collaboratore di Trotsky in esilio
Nel novembre 1927, dieci anni dopo la rivoluzione che aveva guidato con Lenin alla vittoria, Trotsky fu espulso dal partito e deportato ad Alma Ata (oggi Almaty, in Kazakistan). Dato che ai collaboratori di Trotsky fu impedito di seguirlo, Lev Sedov decise di lasciare la moglie e il figlio neonato per seguire suo padre aiutandolo come segretario. Compito che proseguì anche quando Trotsky fu esiliato in Turchia nel 1929.
In poco tempo diventò per Trotsky un collaboratore indispensabile. Era, infatti, Lev Sedov a tenere i contatti clandestini con i membri dell'Opposizione. E fu ancora Lev Sedov a ideare e dirigere quello strumento indispensabile di battaglia che fu il Bollettino dell'Opposizione.
Nel testo dedicato al figlio assassinato, Trotsky scrive che "senza mio figlio non avrei potuto svolgere neanche la metà di quel lavoro". E si sta riferendo non solo alla direzione della battaglia politica ma anche a quello che definisce "il nostro lavoro letterario comune". Fu solo grazie al lavoro di ricerca di Lev Sedov se Trotsky, privato del suo archivio, poté scrivere il suo capolavoro, la Storia della rivoluzione russa. E un'altra opera fondamentale, La rivoluzione tradita, prosegue Trotsky, "contiene molte pagine da me scritte sulla base di alcune righe delle lettere di mio figlio e delle citazioni che egli mi inviava, tratte dai giornali sovietici che mi erano inaccessibili." Per questo Trotsky conclude: "Il nome di mio figlio dovrebbe, a buon diritto, figurare a fianco del mio in quasi tutti i libri che ho scritto a partire dal 1928." (2)
Contro le menzogne dei Processi di Mosca
Dal 1931 fino alla sua morte, Lev Sedov fu membro del Segretariato dell'organizzazione internazionale diretta da Trotsky. Cioè di quella che prima si costituì come frazione dell'Internazionale Comunista poi, dal 1933, quando grazie alla politica degli stalinisti Hitler arriva al potere in Germania, distruggendo il Kpd (Partito Comunista tedesco), divenne l'embrione della nuova Internazionale, la Quarta, il cui Congresso fondativo sarà organizzato, in clandestinità, nella periferia di Parigi, nel settembre 1938.
In quegli anni Lev Sedov (che visse prima a Berlino e poi, dal 1933 a Parigi) fu tra i principali dirigenti della campagna contro i Processi di Mosca. Per demolire le grottesche accuse di "complotto con la Gestapo" che gli stalinisti imputavano a Trotsky, a Kamenev, Zinov'ev e a tutti i principali dirigenti della Rivoluzione russa, Lev Sedov scrisse il suo testo più importante: il Libro rosso sui Processi di Mosca. Il libro risultà così efficace nel dimostrare la falsità delle accuse che valse a Lev Sedov l'inclusione nella lista dei principali nemici di Stalin. (3)
Infaticabile, Lev Sedov fu anche l'organizzatore del Comitato d'inchiesta sui Processi di Mosca, in cui raccolse figure come Alfred Rosmer (già dirigente dell'Internazionale Comunista), intellettuali militanti come Victor Serge, Jean Giono e André Breton.
La Quarta Internazionale, l'ossessione di Stalin
Tanti critici, di ieri e di oggi, pretendono di ridurre la Quarta Internazionale a un progetto irrealizzabile, una "utopia" di Trotsky. Questo è stato il giudizio ad esempio di importanti biografi di Trotsky come Isaac Deutscher ma anche Pierre Broué (4). Ma Stalin aveva evidentemente un'altra opinione e anzi vedeva in Trotsky e nella Quarta Internazionale il principale nemico suo e della burocrazia di cui era il principale esponente. Stalin era convinto che solo la Quarta Internazionale avrebbe potuto dirigere nuove rivoluzioni socialiste vittoriose e, spezzando l'isolamento della Russia sovietica, aprire la strada a quella rivoluzione politica necessaria per rovesciare la casta burocratica e sbloccare la transizione al socialismo.
Per questo il vero bersaglio dei Processi di Mosca erano Trotsky e l'organizzazione che stava preparando: la Quarta Internazionale. Per questo Stalin inviò agenti per infiltrare le organizzazioni trotskiste, fece assassinare in Spagna nel 1937 Erwin Wolf, segretario di Trotsky, fece rapire e assassinare Rudolf Klement, organizzatore della Conferenza fondativa della Quarta Internazionale, il cui corpo fu trovato decapitato nella Senna il 26 agosto del 1938, la settimana prima della assemblea fondativa. E ci limitiamo qui solo ad alcuni esempi di una lista di centinaia e centinaia di dirigenti trotskisti uccisi in ogni parte del mondo.
Gli agenti di Stalin si infiltrarono in tutte le organizzazioni trotskiste, sia per raccogliere informazioni sia per cercare di distruggerle, seminando calunnie e cercando di provocare artificialmente delle scissioni (un metodo ancora oggi usato, contro le organizzazioni rivoluzionarie, dagli apparati repressivi degli Stati "democratici" di tutto il mondo).
La Gpu (5) riuscì in vari casi a infiltrare ai massimi livelli l'Organizzazione trotskista (usiamo questa espressione per indicare le varie strutture antecedenti alla Quarta Internazionale). Un caso eclatante è quello dei fratelli lituani Ruvin e Abraham Sobolevicius, che arrivarono a far parte nel 1932 del Segretariato internazionale, coordinato a Berlino da Lev Sedov. Grazie a questo ruolo le spie di Stalin riuscirono a provocare una scissione nell'Opposizione tedesca, riportandone una parte nel Kpd staliniano (6). Ma il caso più noto è sicuramente quello di Ramon Mercader, che si era fidanzato con Sylvia Ageloff (militante trotskista statunitense) per guadagnare nel tempo la fiducia di Trotsky e potersi così introdurre nella sua casa in Messico per devastare a colpi di piccozza, nell'agosto 1940, quel cervello che tanto preoccupava la burocrazia.
Due anni prima di riuscire, dopo vari tentativi falliti, a uccidere Trotsky, la Gpu riuscì ad affiancare a Lev Sedov un suo agente, Zborowsky.
Zborowsky prepara la trappola
In una lettera al padre del 6 agosto 1937 Lev Sedov scrive: "Durante la mia assenza [per qualche giorno di riposo, nda], sarà Etienne, col quale ho un legame molto stretto, che mi sostituirà (...). Etienne merita una fiducia completa su ogni piano." (7).
Etienne è Mark Grigorevich Zborowsky, alias Mordka, ucraino, già membro del Pc polacco, dal 1932 agente della Gpu, entrato nelle file trotskiste nel 1934. Come si vede da questa lettera, era riuscito a conquistare la fiducia piena di Lev Sedov e a diventare il suo principale collaboratore. Proprio mentre Lev Sedov scriveva al padre, Zborowsky mandava un rapporto a Mosca in cui informava di aver fotografato il materiale dell'archivio di Lev Sedov e in particolare di aver messo le mani sulla agenda con gli indirizzi dei contatti della rete clandestina dei trotskisti (8).
I rapporti di Etienne arrivavano direttamente sulla scrivania di Stalin, che seguiva personalmente questa attività di infiltrazione a cui attribuiva la massima importanza (9).
Etienne, come si scoprirà in seguito, ebbe un ruolo cruciale nell'assassinio di Erwin Wolf, e sarà tra gli organizzatori degli omicidi di Rudolf Klement e di Ignace Reiss (dirigente della Gpu passato coi trotskisti). Ma i risultati più importanti della sua attività saranno l'organizzazione dell'omicidio di Lev Sedov e la partecipazione come delegato russo alla Conferenza di fondazione della Quarta Internazionale. Sarà lui in quei mesi a favorire la conoscenza tra la già citata Sylvia Ageloff e Jacques Mornard, alias Jacques Mercader, altro agente di Stalin, assassino di Trotsky.
L'omicidio nella clinica della Gpu
Il 9 febbraio del 1938 Lev Sedov sta male: un attacco di appendicite. Zborowsky lo convince a farsi ricoverare nella clinica Mirabeau, in rue Narcisse-Diaz, nel XVI arrondissement di Parigi, e a tenere segreto "per motivi di sicurezza" il luogo del ricovero. L'operazione di appendicite riesce senza problemi ma nella notte tra il 13 e il 14 febbraio Lev Sedov sta male. Viene nuovamente operato il 15 e il 16 muore. Ha solo 32 anni. (10)
Il referto ufficiale parla di "complicazioni post-operatorie".
Trotsky non crede alla versione ufficiale. Sa che Lev Sedov era uno degli obiettivi principali della burocrazia stalinista. Ricevute informazioni sulla possibilità che Zborowsky sia un infiltrato, chiede a Klement di indagare. Ma anche Klement, come abbiamo visto, sarà ucciso pochi mesi dopo.
Per anni non sono state trovate prove che la morte di Lev Sedov sia stata dovuta a un omicidio. Ma Trotsky non si sbagliava: si è poi infatti scoperto che il dottor Boris Girmunsky, direttore della clinica, e anestesista dell'operazione, era un agente della Gpu e che la clinica parigina era stata acquistata con 6 milioni di franchi versati dalla polizia di Stalin (11). La clinica in cui Zborowsky aveva insistito per accompagnare Lev Sedov era una struttura controllata dalla Gpu.
Quanto a Zborowsky, si trasferì dopo poco negli Stati Uniti, dove continuò a lavorare per i servizi segreti di Stalin. Arrestato dall'Fbi nel 1955, confessò in tribunale di essere stato un agente della Gpu. Il che non gli impedì di riuscire a fare carriera accademica negli Stati Uniti, come antropologo. Morirà nel 1990, a 82 anni.
Un esempio per i rivoluzionari di oggi
Nel testo con cui ricorda il figlio assassinato, probabilmente il testo più difficile che dovette scrivere nella sua vita, Trotsky scrive: "Da autentico rivoluzionario, Lev Sedov attribuiva un valore alla vita soltanto nella misura in cui essa è al servizio della lotta del proletariato per la propria liberazione."
Per parte nostra vogliamo concludere questo omaggio a Lev Sedov ripetendo le parole usate da Trotsky: "Gli eventi grandiosi e minacciosi che incombono su di noi avranno bisogno di uomini del genere." (12)
Note
(1) Su Sergej, fratello di Lev Sedov, si può leggere, in lingua francese: J.J. Marie, Le fils oublié de Trotsky (Editions du Seuil, 2012). Sergej, che non aveva mai partecipato all'attività politica, fu arrestato dalla polizia di Stalin nel 1936 e deportato nel lager di Vorkouta, dove fu fucilato (in segreto) il 29 ottobre 1937. Era accusato di aver organizzato un attentato nella fabbrica dove lavorava: dove in realtà c'era stato un incidente per una fuga di gas. La sua vera colpa (agli occhi di Stalin) era di essere figlio di Trotsky.
(2) In L. Trotsky, "Lev Sedov, figlio, amico, combattente. Dedicato alla gioventù proletaria" (20 febbraio 1938), edizione italiana a cura di Paolo Casciola, nei Quaderni Pietro Tresso, n. 9, gennaio 1998.
(3) Il Libro rosso sul processo di Mosca si può leggere sul marxist.org in varie lingue, tra cui in traduzione spagnola a questo link www.marxists.org/espanol/sedov/1936/librorojo-1936.pdf
Altri testi di Lev Sedov sono stati pubblicati, in lingua italiana, in: Lev Sedov, Stalinismo e opposizione di sinistra: scritti 1930-1937, Prospettiva edizioni, 1999.
(4) La biografia di Trotsky (in tre volumi) scritta da I. Deutscher, pubblicata negli anni Cinquanta-Sessanta (e tradotta in varie lingue), è stata per decenni l'unica biografia di Trotsky esente dalle calunnie staliniste. Purtroppo, il merito di aver ricostruito la verità dei fatti si è combinato con i pregiudizi e le concezioni fondamentalmente anti-trotskiste di Deutscher (che pure era stato in gioventù militante del movimento trotskista).Tutto il terzo volume (Il Profeta in esilio) è dedicato a dimostrare la presunta inconsistenza del movimento trotskista, facendo una caricatura dei dibattiti e delle polemiche interne a esso, banalizzando discussioni teoriche di cui, con tutta evidenza, a Deutscher sfuggiva l'importanza. Le pagine riservate alla conferenza fondativa della Quarta Internazionale nel 1938 sono un susseguirsi di "piccola riunione", "poco più di una illusione", ecc. A un certo punto, l'autore stesso mette in contraddizione la sua tesi preconcetta con la realtà e si chiede come sia possibile che Stalin abbia dedicato le sue principali energie a cercare di distruggere il movimento trotskista, visto che si trattava (secondo Deutscher, ma evidentemente non secondo Stalin) di piccoli gruppi privi di importanza raccolti attorno a un patetico vecchietto esiliato in Messico.
Nettamente superiore è la biografia scritta da P. Broué, Trotsky (Fayard, 1988). Tuttavia anche qui la fondazione della Quarta Internazionale (che Trotsky - che pure era stato il principale dirigente della rivoluzione russa, con Lenin - considerava la cosa più importante che aveva fatto nella sua vita) è ridotta a un tentativo fallito, tanto che Broué vi dedica una dozzina di pagine in un libro di quasi mille pagine.
(5) Usiamo nell'articolo, così come faceva Trotsky, la sigla Gpu per designare la polizia politica russa dei tempi di Stalin, indegna erede della Ceka (1917-1922) fondata dai bolscevichi ai tempi di Lenin e Trotsky. In realtà questo organismo dal 1934 fu rinominato Nkvd, poi Nkgb, poi Mvd, e dal 1954 Kgb.
(6) I fratelli Sobolevicius confessarono anni dopo, nel 1957, in un processo negli Stati Uniti, di lavorare per la Gpu dal 1927 (v. J. Van Heijenoort, In esilio con Trotsky,edizione italiana: Feltrinelli, 1980).
(7) Vedi J.J. Marie, Trotsky (Editions Payot, 2006, p. 454 dell'edizione originale in francese).
(8) Vedi J.J. Marie, Trotsky, p. 495. Sullo stesso tema, sempre di Marie si può leggere "Sur la mort de Léon Sedov" in Cahiers du Mouvement Ouvrier, n. 6, 1999 e il dossier "Les deux rapports de Zborowsky (Etienne) au Nkvd des 11 et 19 fevrier 1938 à propos de Léon Sedov" nel n. 7 (1999) della stessa rivista. Questi e altri numeri della rivista, diretta da Marie, si possono leggere a questo indirizzo web https://cahiersdumouvementouvrier.org/les-cahiers/telecharger/
(9) Vedi gli articoli di S. Weissman, "Mark ‘Etienne’ Zborowsky: Portrait of Deception", pubblicati in due puntate su Critique: Journal of Socialist Theory, vol. 39, n. 4, 2011 e vol. 43, n. 2, 2015.
(10) Per approfondire la figura di Lev Sedov consigliamo, oltre al testo di Trotsky citato qui in nota 2, la lettura della sua biografia scritta da P. Broué: Léon Sedov, fils de Trotsky, victime de Staline (Les Editions Ouvrières, 1993) e, dello stesso autore l'articolo: "Ljova le Fiston", in Cahiers Leon Trotsky, n. 13. Ricordiamo che tutti i numeri di questa ottima rivista (in francese) dedicata alla storia del trotskismo, diretta da Broué, sono scaricabili da internet a questo link www.marxists.org/francais/clt/
(11) Secondo la ricostruzione fatta da J.J. Marie in "Le faisceau de mensonges et de trucages du Guépéou", pubblicato in Cahiers du Mouvement Ouvrier, n. 6, 1999.
(12) L. Trotsky, "Lev Sedov, figlio, amico, combattente. Dedicato alla gioventù proletaria" (v. nota 2).