Partito di Alternativa Comunista

Bolivia: sconfiggiamo l'offensiva dell'ultradestra

Bolivia: sconfiggiamo l’offensiva dell’ultradestra

 

dichiarazione del Segretariato della Lit - Quarta Internazionale

 

La Bolivia vive momenti di enorme tensione in seguito all’azione violenta e su larga scala di gruppi armati di destra. Sono i cosiddetti Comitati Civici dei quattro dipartimenti della Mezza Luna (Santa Cruz, Tarija, Beni e Pando) e l’Unione della Gioventù Cruceña.

 

Questi gruppi hanno occupato le strade e fatto esplodere alcune installazioni di gas e gasdotti, hanno occupato edifici pubblici, perseguitano e terrorizzano dirigenti sindacali e popolari e sono arrivati al punto di attaccare colonne di contadini causando la morte di 14 di essi e decine di feriti.

Le bande di ultradestra hanno un obiettivo chiaro: garantirsi il potere nei dipartimenti della Mezza Luna, imponendo con la forza il loro controllo totale su questa parte del Paese. Da subito vogliono obbligare il governo a sospendere il referendum convocato da Evo Morales sul progetto di nuova Costituzione approvato dalla Assemblea Costituente e a revocarlo.

Questo settore borghese di ultradestra ha molte caratteristiche fasciste: utilizza metodi di guerra civile contro il movimento operaio, contadino, indigeno e popolare; è profondamente razzista e semina un odio brutale contro la maggioranza indigena del Paese; è diretto dal settore borghese più poderoso, che cerca di accaparrarsi i profitti del gas, e mobilita settori di massa della classe media e della piccola borghesia contro le masse popolari. Le azioni di questa ultradestra cercano di terrorizzare il movimento di massa, paralizzarlo imponendo con la forza i suoi obiettivi, contro la volontà popolare manifestata attraverso la lotta e nelle elezioni.

La borghesia e la destra della Mezza Luna si fanno scudo della rivendicazione di un supposto diritto alla “autonomia”, attraverso il quale minacciano di dividere il Paese. Con questo falso diritto ad una “autonomia” reazionaria e proimperialista in realtà esse cercano solo di poter consegnare le ricchezze naturali della regione direttamente all’imperialismo ed ai Paesi più forti del continente, come il Brasile, ottenendone una fetta maggiore di quella che ricevono oggi, poiché non dovrebbero dividerla con la borghesia di La Paz. Al tempo stesso, in tal modo, si sbarazzerebbero del cosiddetto "altipiano povero" e delle sue "masse in rivolta".

Dietro questo movimento di ultradestra c’è la mano dell’imperialismo yankee che ha sostenuto tutto il processo attraverso il suo ambasciatore, Philip Goldberg. Questo signore ha ricevuto, alcuni giorni prima della sommossa, i principali leader dei Comitati Civici della Mezza Luna, per discutere e sostenere le loro azioni assassine. L’interesse dell’imperialismo è garantire, a qualsiasi costo, il controllo delle importanti riserve di idrocarburi e, al tempo stesso, farla finita con il processo rivoluzionario boliviano, un riferimento per tutta l’America Latina.

 

 

Perché si rafforza l’ultradestra?

È un fatto che l’ultradestra, con i suoi metodi fascisti, cresce esponenzialmente, già controlla parte del Paese, minaccia la produzione di gas (la ricchezza più importante della Bolivia) e si sta imponendo a fronte dell’impotenza o dell’inazione del governo.

Com’è possibile che questo accada in un Paese che ha vissuto, in questi ultimi anni, due rivoluzioni che hanno abbattuto governi di destra (l’ultima soltanto tre anni fa)? Come può avere tanta forza questo movimento in un Paese nel quale, meno di due mesi fa, il presidente ha ottenuto quasi il 70% dei voti a conferma del suo mandato in un referendum revocatorio?

L’unica spiegazione possibile è la politica conciliatoria del governo. Il governo di Evo Morales si rifiuta di reprimere il movimento di ultradestra e di mobilitare le masse contro di esso, mentre poco tempo fa non ha esitato a reprimere duramente la lotta dei minatori di Huanuni in difesa della propria pensione e altre rivendicazioni, uccidendo alcuni operai in questa repressione.

In ogni momento, Evo cerca accordi o patti con la borghesia della Mezza Luna per governare insieme ad essa il Paese. Si rifiuta di mandare truppe in tutti i Dipartimenti per recuperare gli edifici pubblici occupati, utilizzando la giustificazione di “non voler versare sangue”. Accetta anche le richieste dell’ultradestra su temi come il referendum sulla Costituente o le imposte.

Con questa politica, Evo lascia il campo aperto affinché l’ultradestra, attraverso l’azione diretta, si ringalluzzisca e si rafforzi sempre di più, occupando il vuoto di potere lasciato dal governo. Peggio ancora, paralizza e demoralizza una possibile reazione delle masse che rappresentano l’unica forza capace di affrontare e sconfiggere l’ultradestra.

 

 

Con chi usa metodi fascisti non si può discutere! È necessario sconfiggerli con la forza!

Non c’è conciliazione possibile con un settore che cerca di schiacciare la classe operaia, i contadini, gli indigeni, sottomettendoli col terrore alla stessa situazione di miseria e supersfruttamento nella quale hanno vissuto per 500 anni e dalla quale cercano di liberarsi.

L’ultradestra che utilizza metodi fascisti comprende solo un linguaggio: quello della forza. Basta conciliazione! Esigiamo che il governo e l’esercito reprimano e imprigionino i gruppi di ultradestra che occupano edifici pubblici! Le installazioni di gas sono un patrimonio del popolo boliviano: prigione per l’ultradestra che le occupa e le sabota! Processo e condanna degli assassini dei contadini! Scioglimento immediato e messa al bando dell’Unione della Gioventù Cruceña e dei Comitati Civici! No alla divisione della Bolivia!

 

 

Che la Cob si ponga alla testa di un fronte unico di operai, contadini e settori popolari per sconfiggere l’ultradestra!

Tuttavia, per ciò che stanno dimostrando di fronte a tanta furia, non c’è nessuna garanzia che il governo di Evo e le forze armate vogliano affrontare e sconfiggere i gruppi della destra organizzata. Solo la classe operaia, alla testa delle masse contadine, indigene e popolari, può farlo.

È necessario riprendere la gloriosa tradizione dei minatori nella Rivoluzione del 1952, nelle mobilitazioni del 1985 e nelle sollevazioni vittoriose del 2003 e 2005, quando gli operai ed i settori popolari affrontarono e sconfissero la repressione armata nelle strade.

Salutiamo con favore l’appello della Cob ad una Marcia Nazionale per il 16 prossimo, così come la rivendicazione ad Evo affinché apra un processo in cui si accerti la responsabilità e si condannino al carcere i prefetti della Mezza Luna ed i dirigenti dei Comitati Civici.

Ma è necessario andare oltre. La Cob deve fare un appello a tutti i sindacati, alle organizzazioni contadine, popolari e democratiche, affinché formino un grande fronte unico che affronti l’ultradestra attraverso l’azione diretta.

Questi gruppi di destra non possono essere affrontati solo con parole e manifestazioni pubbliche. E' necessario difendersi da queste bande utilizzando metodi di azione diretta nelle strade. E' urgente che i sindacati e le organizzazioni contadine organizzino migliaia di gruppi di autodifesa fra i minatori, i contadini, gli operai industriali ed i settori popolari. Esigiamo che il governo appoggi e dia i mezzi affinché questi gruppi si difendono dalle bande di ultradestra.

La Cob e le organizzazioni contadine, popolari e indigene debbono fare appello allo sciopero generale, accompagnato da una grande mobilitazione nazionale delle masse per sconfiggere la destra. Questa convocazione alla mobilitazione dovrebbe includere in modo evidente un appello alla classe operaia ed ai settori popolari dei dipartimenti della Mezza Luna a sollevarsi contro la borghesia ed i latifondisti che li sfruttano ed opprimono. Solo la classe operaia e gli sfruttati della Bolivia possono unire il Paese contro la borghesia secessionista.

Solo riprendendo l’iniziativa è possibile far valere la “agenda di ottobre” che pone l’obiettivo della lotta per l’espropriazione dei latifondisti dell’Oriente boliviano, della Terra ai Contadini e Indigeni e di un’autentica nazionalizzazione del gas e delle miniere, senza indennizzo per le imprese imperialiste.

 

 

Tutto l’appoggio al popolo boliviano per sconfiggere la minaccia fascista!

Il movimento operaio di tutto il mondo, principalmente dell’America Latina, i contadini e gli indigeni del nostro continente, gli studenti e tutti popoli che lottano contro l’imperialismo non possono lasciare solo il popolo boliviano.

È urgente che tutte le organizzazioni sociali si pronuncino il più presto possibile per ripudiare le azioni violente ed i tentativi golpisti della borghesia dell’ultradestra della Mezza Luna. È vitale far giungere la nostra solidarietà alla classe operaia e ai settori popolari della Bolivia attraverso le loro organizzazioni. Lanciamo una grande campagna di solidarietà che li aiuti ad affrontare e sconfiggere le forze dell’ultradestra!

 

 

(13 settembre 2008)

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