Partito di Alternativa Comunista

Campagna a sostegno del Pst del Per

Campagna a sostegno

del Pst del Perù

 

Dichiarazione della Lit-Quarta Internazionale

Lo scorso 28 febbraio la direzione sindacale della Centrale Generale dei Lavoratori (CGTP) ha approvato una mozione in cui segnala e minaccia il nostro partito peruviano e l’avvocato del lavoro Jorge Rendón Vásquez , colpevoli di aver espresso una posizione critica nei confronti delle politiche di questo sindacato riguardo alla Legge Generale del Lavoro, voluta dal governo contro gli interessi dei lavoratori, e d’aver sostenuto le lotte della gioventù e di settori del movimento operaio.
Facciamo appello alle organizzazioni dei lavoratori, ai sindacati e ai partiti affinché ci sostengano nella campagna contro questa manovra totalitaria, fatta “in nome dell’unità della classe operaia”, che corrode le basi fondamentali della democrazia operaia. Questi comportamenti devono essere condannati da tutti coloro che difendono il più elementare diritto di espressione. Riportiamo qui di seguito la dichiarazione della direzione della Lit su questa vicenda.

 

Dichiarazione della Lit dinanzi alle minacce al PST peruviano

Ci è giunta notizia che la VIII Assemblea Generale della CGTP ha approvato una mozione nella quale l’avvocato del lavoro Jorge Rendón Vásquez e il Partito Socialista dei Lavoratori (PST-P) sono definiti “nemici della CGTP”. Inoltre, il PST viene accusato di essere “settario e divisionista”, e si fa appello agli affiliati a “respingere e combattere in ogni circostanza, marchiandoli a fuoco in modo perentorio”, i nemici del sindacato.
La direzione della Lega Internazionale dei Lavoratori (LIT-CI) respinge nella maniera più assoluta questo tipo di accuse rivolte all’avvocato del lavoro Jorge Rendón Vásquez e al PST, che è la nostra sezione in quel Paese.

Questo attacco è il tentativo da parte della direzione della CGTP di innalzare una cortina di fumo dinanzi alle forti critiche che si sono levate contro la sua politica di sostegno alla Legge Generale del Lavoro voluta dal governo, che lede gli interessi dei lavoratori e la cui critica si è approfondita con le grandi mobilitazioni contro la Legge Pulpín, alle quali le basi operaie della CGTP hanno partecipato al fianco della gioventù, mentre la loro direzione si manteneva ai margini, come aveva fatto nei confronti delle diverse lotte svoltesi durante il mese di febbraio. I lavoratori peruviani sperano che tutte le lotte in corso, e le altre che sono all’orizzonte contro i duri attacchi di padroni e governo, siano centralizzate e coordinate immediatamente dal loro sindacato. Ma la politica della loro direzione dà la priorità al dialogo col governo, accusando coloro che la criticano di essere “divisionisti”.

Il nostro dissenso parte dalla profonda convinzione che questi metodi sono estranei al movimento operaio mondiale e che, storicamente, quando sono stati applicati da parte di alcune correnti, come lo stalinismo, hanno fatto un danno gigantesco alle organizzazioni sindacali e politiche della classe operaia. Questi metodi, che consistevano di fatto nel condannare il più elementare diritto di opinione, minavano le basi della vera unità di classe, fondata sulla più ampia democrazia, nell’affrontare gli attacchi di padroni, borghesia e imperialismo.

I lavoratori necessitano di un funzionamento ampiamente democratico delle loro organizzazioni, così da poter discutere le diverse alternative e proposte e, una volta scelte le migliori, mantenere la più ferrea fiducia e disciplina nel portarle avanti. Al contrario, i metodi burocratici e totalitari vengono sempre utilizzati da una minoranza allo scopo di imporre politiche di concertazione e conciliazione di classe che finiscono col fare gli interessi di padroni e governi. Pur di impedire la discussione democratica, principio fondamentale della classe operaia, si ricorre ad ogni tipo di manovre e delazioni, oltre che a frasi fatte utilizzate già mille volte nella storia: “divisionisti”, “fanno il gioco della destra”, “cospirazione”. Questa è la storia recente di ciò che è accaduto in quasi tutti i Paesi del mondo in cui i dirigenti delle grandi organizzazioni sindacali hanno negoziato l’applicazione di tutti quei piani neoliberisti che nei “discorsi” in nome dell’unità e degli interessi dei lavoratori dicevano di combattere. E’ evidente che per portare avanti queste politiche devono “marchiare a fuoco” la vera democrazia sindacale e mettere il bavaglio alle correnti ed espressioni classiste e indipendenti che non le condividono.

Rivendichiamo la storia e l’azione politica del PST peruviano, perché “nel corso dei 40 anni da quando fu fondato, e negli 80 anni di esistenza della nostra corrente, a partire dalla base operaia e nella lotta abbiamo contribuito al rafforzamento degli organismi sindacali, alla rifondazione della CGTP nel 1968, alla riuscita dello storico Sciopero Nazionale del 1977 e ad un’infinità di lotte, subendo, insieme a molti militanti del PC e di altri partiti, carcere, deportazioni e licenziamenti, e abbiamo preso parte alle mobilitazioni e manifestazioni convocate dal sindacato, mantenendo sempre una postura indipendente e critica rispetto alla sua direzione”.

Con quale autorità morale la direzione comunista della CGTP accusa il nostro partito di essere settario e divisionista? I fatti dimostrano il contrario, l’intera storia della nostra corrente trotskista, a prescindere dalle profonde differenze programmatiche e metodologiche che ci separano dallo stalinismo, si è contraddistinta per la solidarietà di classe. Ci siamo schierati al fianco delle sue organizzazioni e in loro difesa quando in molti Paesi sono state attaccate dal fascismo, dai governi borghesi, dalle bande paramilitari e dall’imperialismo. Abbiamo difeso gli “Stati socialisti” quando furono attaccati dall’imperialismo mondiale; abbiamo difeso come nessun altro la ex Urss, nonostante lo sterminio di un’intera generazione di rivoluzionari bolscevichi, la persecuzione, l’esilio e l’assassinio dello stesso Trotsky e dei trotskisti per mano di Stalin; abbiamo difeso Cuba e gli altri Stati operai.

Oggi non possiamo dire lo stesso proprio di quei comunisti che, con la restaurazione capitalistica in tutti quei Paesi, hanno svenduto questa grande conquista all’imperialismo. Non possiamo dire lo stesso quando appoggiano incondizionatamente governi borghesi che loro definiscono “alternativi” ma che applicano tutti i piani contro i lavoratori. Quando giustificano e passano sotto silenzio l’attacco brutale di cui sono vittime i lavoratori cubani, con centinaia di licenziamenti e salari da fame, prodotto della restaurazione capitalistica. Quando si rendono complici dell’occupazione di Haiti da parte degli eserciti di Paesi dell’America Latina, come Brasile e Bolivia, che loro definiscono “amici”.

I dirigenti della CGTP non hanno la benché minima autorità per puntare il dito contro i loro oppositori all’interno del movimento operaio e definirli settari, divisionisti, nemici dei lavoratori. Siamo nemici, questo sì, della loro politica di compromesso e dei loro metodi burocratici e totalitari.

 

Esigiamo che questa mozione venga ritirata

Ci rivolgiamo ai lavoratori peruviani (e a quelli di tutto il mondo) perché si uniscano a noi nella lotta contro i piani di fame e miseria voluti dall’imperialismo e applicati supinamente dai governi capitalisti di turno, per il recupero delle organizzazioni sindacali come veri strumenti di questa lotta, fondati sui principi della democrazia operaia, della solidarietà e dell’internazionalismo. Vi invitiamo ad intraprendere una lotta senza quartiere per difendere i nostri più elementari diritti democratici sia di fronte allo Stato che nelle organizzazioni sindacali, per respingere il metodo della delazione. La direzione della CGTP sarà considerata responsabile di qualsiasi attacco fisico ai nostri compagni. Ogni lavoratore ha il diritto di esprimere le proprie idee e proposte. Un’organizzazione che nega la libertà d’espressione non può essere in grado di difendere i diritti economici, politici e sindacali dei lavoratori.
Vi invitiamo a costruire insieme a noi il partito socialista dei lavoratori del Perù e la Lega Internazionale dei Lavoratori, per lottare in difesa degli interessi della classe operaia mondiale e costruire una società libera dallo sfruttamento e dall’oppressione.

 

(traduzione dallo spagnolo di Simone Tornese)

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