Questa situazione alimenta una conflittualità diffusa, ancorché frammentata. Alle lotte le istituzioni borghesi, nella fattispecie la giunta di De Magistris, hanno risposto con la brutale repressione.
Ne sanno qualcosa i precari Bros, che a seguito delle disattese promesse elettorali, avevano occupato la piazza antistante palazzo San Giacomo (sede comunale) con tende e striscioni, per poi, il 24 Marzo, essere brutalmente sgomberati dalle guardie, con la violenza e la viltà che li contraddistingue, su preciso ordine del ‘buon Giggino’.
Contemporaneamente il fautore della “rivoluzione arancione” ebbe a sollecitare la magistratura a ulteriori indagini sui precari Bros, dopo che la Procura della Repubblica aveva già effettuato perquisizioni ed incriminazioni utilizzando l’articolo 416 del codice penale (l’Associazione a delinquere) e ipotizzando, addirittura, il reato di estorsione.
Lo sceriffo De Magistris dichiarò inoltre che “la polizia Municipale deve essere armata”, quella stessa Municipale, che guidata dalle manie di protagonismo, intrise di razzismo del comandante Luigi Sementa, il 28 marzo scorso, sgomberò il mercato multi-etnico dei migranti, che pure rappresentava l’unico spazio concesso da oltre dieci anni agli ambulanti della città.
Per quanto riguarda la questione dei rifiuti, va segnalato che la raccolta differenziata stenta a decollare (solo il 18 % secondo Legambiente), mentre resta vivo l’incubo della realizzazione di una discarica nella cava del Castagnaro, un polmone verde della periferia, tra Quarto e Pozzuoli.
Nel contesto generale dei servizi pubblici sempre più fatiscenti è particolarmente grave il dramma nel quale versano i trasporti. Proprio in questi giorni i lavoratori dell’Eav bus hanno occupato tutti i depositi. Ma De Magistris preferisce buttare più di 5 milioni di euro per la regata di allenamento alla Coppa America, che oltre a mettere ulteriormente in ginocchio il già disastrato sistema di mobilità (sia pubblica che privata), non porterà un solo posto di lavoro ai napoletani.
Il territorio di Bagnoli, dopo essere stato esposto per decenni alle devastazioni ambientali dell’Italsider, viene praticamente lasciato a se stesso ( fino al ’99 erano almeno 7000 le tonnellate di amianto lasciate a cielo aperto). Il 24 aprile 2002 nasce "Bagnolifutura s.p.a. società di trasformazione urbana" (Stu) che subentra alla precedente e assume l'incarico di portare a termine la bonifica dei suoli. Peccato che quest’azienda si sia rivelata un carrozzone clientelare, buona solo a svendere un intero territorio ai capitalisti del mattone. De Magistris in sede di campagna elettorale aveva promesso lo smantellamento dell’Stu, per una riqualificazione del territorio. Ma anche in questo caso il tutto si è risolto in una bolla di sapone, con un semplice cambio dei vertici dirigenziali.
Questo è il curriculum politico degli arancioni che si propongono come grande novità. Semplicemente una delle tante maschere più o meno accattivanti utili per nascondere o abbellire il reale e deforme volto della borghesia e delle sue politiche.