Partito di Alternativa Comunista

Il governo Meloni e lo smantellamento della sanità pubblica

Il governo Meloni e lo smantellamento della sanità pubblica

 

 

 

di Mario Avossa

 

 

 

Presentiamo in premessa un dato sanitario spiacevole. «La Pianura Padana è tra le aree peggiori in Europa in termini di inquinamento atmosferico. Un’inchiesta del Guardian ha rilevato che più di un terzo delle persone che vivono nella valle e nelle aree circostanti respira un’aria quattro volte superiore al limite di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 

Dati inquietanti

Secondo l’Aea (Agenzia europea per l’ambiente ndr), la scarsa qualità dell’aria è stata collegata a 50.303 decessi prematuri in Italia nel 2020 e, mentre la maggior parte di essi si è verificata a Milano e dintorni, Cremona è stata la provincia italiana con la più alta percentuale di decessi – tra i 150 e i 200 ogni 100.000 residenti – attribuiti al particolato fine (Pm2,5)» (1).
Sono in aumento traumi sul lavoro e malattie professionali, una parte di questi non è neanche denunciata perché a carico di lavoratori irregolari a basso reddito e in condizioni di povertà. Sono in aumento incidenti e traumi stradali, neoplasie e malattie degenerative croniche; la salute di genere sta peggiorando, specialmente nelle donne anziane; il Paese è un girone infernale di ammalati e feriti; è popolato da classi subalterne composte da persone sempre più anziane e prive di prospettive circa la qualità di vita restante. Lo stesso organo ufficiale di Confindustria è costretto a riportare i drammatici dati Istat (che non ha mai brillato per simpatie operaie) sulle condizioni di vita delle classi oppresse: «Complessivamente, le variazioni nella speranza di vita registrate tra il 2020 e il 2022 modificano molto poco la geografia della vita media attesa, consolidando le ben note disuguaglianze territoriali che vedono la Campania con la più bassa speranza di vita alla nascita (80,9 anni), quasi tre anni in meno rispetto a Trento (84,0 anni)» (2). Dati — aggiungiamo noi — che omettono la questione centrale della qualità della vita: in quali condizioni vivranno le masse popolari?
Notare che il rapporto spesa sanitaria/Pil esprime la produttività della classe operaia in carenza di assistenza sanitaria: indice che smaschera la brutalità dello sfruttamento delle classi lavoratrici.

 

Drastico e rapido smantellamento della sanità pubblica

Aprendo una qualsiasi rassegna stampa degli organi di informazione della borghesia, si apprende di una generale costernazione per lo smantellamento in corso della sanità pubblica: ma sono lacrime di coccodrillo.
Pronto soccorso presi d’assalto da folle inferocite di pazienti di ogni genere di entità, da lieve a grave, che si mescolano in una bolgia di gemiti, sospiri e urla; personale malpagato e sottodimensionato, con turni incalzanti, che prova a soccorrere quante più persone possibili nel minor tempo possibile e tuttavia aggredito da facinorosi che schiaffeggiano loro invece che i direttori generali; ricerca affannosa di posti letto pressoché introvabili. Liste d’attesa procrastinate di mesi o bloccate: per ottenere una visita di controllo, ammesso che si riesca a contattare l’ufficio preposto, in Piemonte bisogna attendere la primavera 2024 (3).
Situazioni peggiori nel Sud e nelle isole, dove ci si sente rispondere che le liste d’attesa sono state bloccate: come quando in borsa si chiudono le contrattazioni di titoli per eccesso di rialzo (4).
Assenza di assistenza psichiatrica continuativa, per cui ogni fase acuta, prevedibile, è affrontata con una deriva securitaria ricorrendo al Tso, il noto trattamento sanitario obbligatorio, con modalità coercitive e il più delle volte violente. Carente la medicina preventiva, ormai limitata ad alcune vaccinazioni; carente la riabilitazione di ogni profilo clinico; per la medicina di genere, carente o impossibile l’interruzione di gravidanza, già furbescamente sottratta alle donne con il ricorso massiccio alla comoda obiezione di coscienza; la prevenzione ostetrico-ginecologica resta sulla carta.
Si tratta delle conseguenze di quindici anni di stop all’organizzazione della sanità pubblica e di suo sotto-finanziamento, con tagli drastici specialmente nelle regioni meridionali e insulari, ove si assiste a un diluvio di elargizioni regionali che non confluiscono in atti organizzativi reali di allestimento sanitario ma vanno altrove; quindici anni di tagli di posti letto e di personale sanitario, di chiusura della maggior parte degli ospedali periferici e di prossimità.
Siano giunti alla privatizzazione di alcuni pronto soccorso, cosa del tutto irrazionale, oltre che illecita; alla cooptazione di medici cubani in Calabria, pur di mantenere bassi i salari e lasciare condizioni capestro nei concorsi; alla devoluzione dell’assistenza sanitaria a medici gettonisti privati in vari profili professionali con improduttivo aggravio di spese, pur di non procedere a organizzare i servizi sanitari in carenza.
Questo cahier de doléance è il prodotto di tagli progressivi, costanti e continui compiuti negli anni da ogni governo di diversa maggioranza.

 

Cui prodest?

In parallelo allo smantellamento del Sistema sanitario nazionale, dilagano le strutture private e private convenzionate, assimilate al servizio pubblico ma con scopo di lucro. Il mantra dei politici al servizio della borghesia dei vari partiti presenti in parlamento è che entrambi i sistemi devono convivere, anzi cooperare, anzi essere pungolo l’uno verso l’altro, in una sorta di ridicola concorrenza. Alle spalle delle strutture cliniche private ci sono ceti imprenditoriali che offrono servizi a pagamento, tanto più lucrosi quanto meno efficienti sono le strutture pubbliche del Ssn; e che reinvestono il capitale in vari settori, producendo il fenomeno delle affiliazioni a catene di industria di assistenza sanitaria. «Nel 2021 i ricavi aggregati dei 24 operatori per i quali sono disponibili i bilanci analitici completi sono stati pari a 8,8 miliardi di euro, in crescita del 15,2% sul 2020 e del 6,3% sul 2019» (5-6).
L’attività pluriennale dei vari governi che si sono finora succeduti è collegata da un unico filo conduttore: assicurare vantaggi agli imprenditori privati del complesso bancario-imprenditoriale che ruota intorno ai profitti di sanità imprenditoriale e istituti assicurativi privati.
Il profitto fatto con la speculazione sulla salute delle persone dei ceti umili non solo è ripugnante perché chi non può pagare resta senza cure, ma peggiora le condizioni di vita della classe operaia e delle classi oppresse, sottraendo il diritto di tutti all’assistenza sanitaria svincolata da distinzioni di censo, perché diritto universale non disponibile.

 

Il governo di estrema destra e i tagli alla Sanità pubblica

Il governo Meloni annuncia platealmente altri tagli alla sanità pubblica. I precedenti governi borghesi si erano arrampicati sugli specchi negando la politica dei tagli, in pratica negando l’evidenza, però smascherati dai rapporti annuali Gimbe (ne abbiano riferito in precedenti articoli). Infatti, «nei calcoli della Fondazione Gimbe, alla sanità pubblica sono stati sottratti oltre 37 miliardi di euro: Il grosso, circa 25 miliardi, è mancato nel periodo 2010-2015 a causa di "tagli" previsti dalle varie manovre finanziarie dei governi dell'epoca: Berlusconi IV, Monti (dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013), Gentiloni (dal 12 dicembre 2016 al 1 giugno 2018), Renzi (dal 22 febbraio 2014 al 12 dicembre 2016) e Letta (dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014)» (7-8).
Il ministro Giorgetti, di provata fedeltà ai banchieri europei, finanzia bonus sporadici a vantaggio di venditori e imprenditori di vario assortimento; e procede a tagli alla sanità col solito ritornello «ce lo chiede l’Europa»: «…un miliardo e 788 milioni di costi e servizi da eliminare nel 2024, l'1,32 per cento rispetto alla spesa sanitaria del 2023. Si scende così da un budget attuale di 134,73 miliardi ai 132,94 miliardi programmati per il prossimo anno» (9).
Il governo Meloni rivendica la manovra di tagli alla sanità pubblica nella consapevolezza di prodigarsi alla riverenza pubblica verso banchieri e industriali europei e italiani; e indirizza insolenze alle classi oppresse, avendo avuto semaforo verde dalle finte opposizioni parlamentari e dalle politiche concertative delle direzioni dei sindacati maggiori.

 

I partiti di finta opposizione e la direzione della Cgil

E non potrebbe essere diversamente perché i governi precedenti retti da maggioranze in cui Pd e finte sinistre erano presenti (vedi ministro della Sanità Speranza del governo Conte) si sono prodigati per tagliare la spesa sanitaria; nel contempo, le direzioni sindacali maggiori hanno mantenuto un atteggiamento passivo rispetto agli attacchi ai diritti sanitari delle classi di cui a chiacchiere dicono di difendere gli interessi. Particolarmente ripugnante il ruolo di Susanna Camusso, massima carica sindacale Cgil negli anni dei 35 miliardi di tagli alla sanità: non un’ora di sciopero; ora siede comodamente su un seggio al Senato prenotato per lei e lautamente retribuita con le tasse estorte ai lavoratori che ha tradito.

 

Contro la manovra reazionaria che revoca il diritto all’assistenza sanitaria

Il diritto alla salute, minacciato dai governi borghesi, inizia a essere revocato. Il Ssn già non esiste più, frantumato in 21 sistemi regionali che sottraggono diritti alle classi subalterne e ai professionisti della sanità che ci lavorano; non esiste più anche nella diversa allocazione di risorse che mortifica le regioni meridionali e insulari, applicando di fatto il regionalismo differenziato, perché il bilancio delle Regioni è fondato al 50/70% da risorse pubbliche finalizzate alla sanità. Parallelamente, c’è il continuo aumento dei profitti delle istituzioni sanitarie private e l’imminente vantaggio delle compagnie assicurative che presto passeranno all’incasso.
Nel capitalismo i diritti delle classi oppresse sono tutte conquiste di decenni di lotte operaie: i capitalisti che a malincuore hanno concesso quei diritti prontamente li revocano, quando i rapporti di forze sul campo si orientano diversamente, come possiamo leggere nell’articolo di qualche giorno fa in questo sito: «…sotto il capitalismo tutti i diritti sono parziali e minacciati, per quanto saldi possano sembrare, soprattutto quelli delle donne» (10).

La classe operaia deve porsi alla testa delle iniziative di lotta necessarie a respingere questi attacchi. La forza della risposta operaia deve essere proporzionata alla forza degli attacchi condotti dal capitale: non può che partire dallo sciopero. Spetta alla classe operaia smascherare la passività delle direzioni sindacali e deporre dalle loro cariche gli usurpatori che dirigono i sindacati in nome di una classe che non solo non difendono ma che contribuiscono a colpire mettendosi al servizio degli interessi dei padroni. I lavoratori delle sigle sindacali combattive devono esigere unità d’azione con tutte le altre sigle, smontando il giochetto dei settarismi che giova solo ai micro-burocrati che li dirigono.
È chiara la battaglia da imporre: lo sciopero come forza pilota delle rivendicazioni di classe, le altre risorse sono complementari; il diritto di sciopero da rivendicare, ostacolato da norme, lacci e lacciuoli tali da renderlo pressoché illegale. E questi diritti, il diritto di sciopero e il diritto all’assistenza sanitaria pubblica gratuita, universale e di qualità, si rivendicano solo scioperando. La forza delle braccia e la forza delle idee devono essere di nuovo protagoniste della lotta di classe in Italia.

 

Note

(1)www.lanuovaecologia.it/pianura-padana-zona-piu-inquinata-europa/#:~:text=La%20Pianura%20Padana%20%C3%A8%20tra,dell'Organizzazione%20Mondiale%20della%20Sanit%C3%A0.

(2) https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/dal-governo/2023-04-20/rapporto-bes-peggiorano-stili-vita-e-speranza-vita-826-anni-sotto-livelli-pre-covid-151940.php?uuid=AEqEZpJD

(3)https://torino.repubblica.it/cronaca/2023/08/26/news/sanita_piu_di_6_mesi_dattesa_per_visite_ed_esami-412315461/

(4) https://www.sanita24.ilsole24ore.com/art/dal-governo/2023-05-11/cittadinanzattiva-e-emergenza-salute-infinite-liste-d-attesa-e-rinuncia-cure-104640.php?uuid=AEjVwASD
(5) In Italia https://www.startmag.it/sanita/quali-sono-i-maggiori-gruppi-sanitari-privati-e-come-vanno-i-loro-affari/
(6) In Usa https://investire.biz/news/azioni/societ-maggiore-capitalizzazione-sanita-classifica

(7) https://www.today.it/attualita/sanita-tagli-meloni-confronto-governi-passati-dati.html

(8) https://www.salviamo-ssn.it/attivita/rapporto/6-rapporto-gimbe.it-IT.html

(9)https://www.today.it/opinioni/tagli-salute-naufragio-Italia.html

(10)https://www.partitodialternativacomunista.org/doppie-oppressioni/aborto-nel-mondo-progressi-e-battute-d-arresto-dichiarazione-della-lit-quarta-internazionale

 

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