Partito di Alternativa Comunista

Ross@ parte: ma per dove?

Ross@ parte: ma per dove?
A proposito di un progetto fallito sul nascere
 

 
 
di Adriano Lotito
 
 
rossa
(Cremaschi, secondo da sinistra, a un'assemblea di lancio di Rossa)
 
 
 
Le elezioni politiche di febbraio e il conseguente crollo del progetto di Ingroia, Rivoluzione civile, hanno lasciato il campo ad una serie infinita di appelli, proposte, “cantieri” a sinistra del Partito democratico, che si propongono di ricomporre una socialdemocrazia demolita dal suo congenito masochismo (essere subalterni alle logiche del capitale e al disegno strategico del centrosinistra prima o poi si paga). Tra questi progetti, pressapoco abbozzati, ne figura uno quantomeno interessante causa la ricca schiera di burocrati che si è affacciata per trovare nuova sistemazione, temendo un pensionamento anticipato. Parliamo di Ross@, nata (su carta) in occasione di un'assemblea svoltasi a Bologna lo scorso 11 maggio e che si appella alla costruzione di un “movimento anticapitalista e libertario” (questo il nome del meeting).
 
Il programma “pigliatutto”!
Già il titolo dell'assemblea fondativa dovrebbe far riflettere: emerge qui chiaramente l'ennesimo tentativo di rimpastare il vocabolario in modo tale da dire tutto per non dire nulla, creando le premesse linguistiche per accogliere le identità più contrastanti e ibridarle in un unico calderone. Tra i firmatari dell'appello troviamo infatti gli stalinisti della Rete dei Comunisti (che in questi giorni si sono schierati al fianco di Assad e contro la rivoluzione siriana, a detta loro, preparata a tavolino dall'imperialismo) e gli ex-Sinistra critica di area Turigliatto (che si sono sempre presentati come costitutivamente antistalinisti). Così, per prevenire eventuali dissapori, si è pensato bene di astenersi, nel primo appello, da ogni critica rispetto ai danni che lo stalinismo ha arrecato al movimento operaio, mentre ad un tempo si elogia il cosiddetto “socialismo del XXI secolo” firmato Chavez e Fidel. E a fare la parte di mago Merlino che gira con il mestolo tutta questa sbobba, ecco spuntare il redivivo Giorgio Cremaschi, al suo ennesimo tentativo di rilanciare un suo progetto politico dopo il fallimento del Comitato No Debito. Fallimento che partiva proprio dagli stessi presupposti con cui ora tenta di costruire questo nuovo progetto: interessante notare che durante tutta l'assemblea dell'11 maggio non c'è stato un cenno di autocritica rispetto al fallimentare percorso del No Debito. Questo la dice lunga sulle prospettive che potrebbe avere una fotocopia ritoccata come Ross@.
Continuando a scorrere il famoso appello, arriviamo al clou quando si spiega che cosa si intende con quell'anticapitalismo che recita il titolo: non si tratta chiaramente di un'opposizione al capitalismo in quanto tale, ma solo a “questo” capitalismo, corrotto dalla finanza e neoliberalizzato, presupponendo dunque che ci possano essere dei capitalismi più “umani” (magari in salsa bolivariana con una spruzzata di neokeynesismo). Insomma, è il caso di dire: nulla di nuovo sul fronte della socialdemocrazia! E da come (non) ha ingranato la marcia, il progetto non sembra poter avere vita lunga: le poche assemblea locali che ci sono state hanno visto una presenza militante molto ridotta e le uniche decisioni operative prese a livello nazionale sono state quelle di indire una manifestazione per il mese di ottobre (si suppone la solita sfilata stile No Monti Day dello scorso anno) e il congresso vero e proprio per dicembre. A parte il tentativo di riciclo di gruppi dirigenti in libera uscita dalle varie crisi (a partire da quella di Rifondazione), di militanti e attivisti per ora se ne vedono pochi: il progetto non ha destato fin qui nessun entusiasmo.
 
Un appello diverso: costruire un partito rivoluzionario!
In quel complicato periodo post-elettorale, in cui appelli di varia specie si avvicendavano sul terreno bombardato della sinistra, ne è uscito anche uno diverso: la nostra lettera aperta ai militanti delusi da Rifondazione e dalle altre forze riformiste e che faceva appello alla costruzione di un partito rivoluzionario, trotskista. Il testo si può leggere a questo indirizzo sul nostro sito web http://www.alternativacomunista.it/content/view/1828/47/
La nostra proposta non è quella del solito calderone che vuole unire “le forze della sinistra antagonista” come i poli opposti di una calamita, ma un progetto coerente e serio, ostinatamente dalla parte della classe lavoratrice, per costruire una direzione consapevole e disciplinata del conflitto, sulla base di un programma elaborato nel corso di decenni di lotte e vittorie del movimento operaio: il programma del bolscevismo, un programma di rottura rispetto al capitalismo in quanto tale, opposto ad ogni schieramento borghese, di centrodestra e di centrosinistra, in grado di unificare tutte le rivendicazioni immediate della classe operaia con la prospettiva di lungo respiro di trasformazione della società. Un progetto da costruire in quelle lotte che, pur frammentate e per ora isolate, pure ci sono nel nostro Paese: lotte in cui è ben difficile vedere i promotori di Ross@, evidentemente impegnati nelle alchimie organizzative per mettere insieme questo nuovo vecchissimo progetto.
Di ben altro c'è bisogno. C'è bisogno di un programma, una lotta, un partito da costruire: ognuno di questi elementi è legato indissolubilmente all'altro ed è impossibile attuare degli obiettivi del genere senza un partito organizzato e disciplinato, che rifiuti l'eclettismo e la trasversale orizzontalità della sinistra movimentista, in nome non di un'ideale astratto ma delle esigenze pratiche che il conflitto sociale di oggi ci pone davanti.
 
 
 

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