Partito di Alternativa Comunista

Verso la giornata di mobilitazione del 14 dicembre

Verso la giornata di mobilitazione del 14 dicembre
GLI STUDENTI DI TUTTA EUROPA
ALL’ASSALTO DEI PALAZZI
Reportage aggiornato dalle piazze italiane. 
Solidarietà dall’assemblea nazionale degli studenti brasiliani

 
 
a cura di Fabiana Stefanoni

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Prima le gigantesche mobilitazioni operaie ad Atene e Parigi, poi l'assalto degli studenti al parlamento italiano, a Londra gli studenti hanno accerchiato il parlamento di Westminster e fatto irruzione nel ministero del Tesoro. Smentendo i cantori del capitalismo come ultimo approdo dell'umanità, la lotta di classe è tornata a infiammare l'Europa.
Il capitalismo in crisi si traduce anche in tagli all’istruzione pubblica, che servono ai governi per finanziare banche e imprese al fine di garantire ai padroni profitti miliardari sulla pelle dei lavoratori e dei giovani. Il Ddl Gelmini, in discussione al parlamento, non è che l’ultimo tassello di un processo decennale di privatizzazione della Scuola pubblica che ha visto complici i governi dei due schieramenti borghesi. Da Berlinguer, De Mauro e Fioroni (per il centrosinistra) alla Moratti e alla Gelmini (per il centrodestra) tutti hanno approvato decreti volti a favorire la penetrazione del capitale privato nell’istruzione pubblica: sono state le leggi di autonomia del governo D’Alema e il Decreto Bersani (l’attuale segretario del Pd che ora demagogicamente sale sui tetti...), che ha trasformato le scuole in fondazioni di diritto privato, ad aprire la strada alla Gelmini.
Anche in Italia, l’esplosione della protesta studentesca configura un salto di qualità nelle mobilitazioni degli ultimi decenni. Nel nostro Paese una mobilitazione studentesca di tali dimensioni non si vedeva dal 1968. La radicalità della lotta emerge sia dalle modalità sia dagli obiettivi: gli studenti, oltre ad aver assaltato il Senato, hanno anche dato vita a proteste radicali in tante città: scuole e università occupate, blocchi stradali e ferroviari, monumenti e palazzi istituzionali presidiati. E gli slogan nelle piazze dimostrano che cresce la consapevolezza che questo sistema, il capitalismo, può offrire solo guerre e miseria.
Affinché questa lotta studentesca possa svilupparsi ulteriormente, è necessaria l'unità con la lotta dei lavoratori nella costruzione di un grande sciopero generale a oltranza per la cacciata di Berlusconi (non possiamo certo affidarci per questo al parlamento borghese, regno della corruzione, dove i parlamentari sono in vendita). Per fare questo bisogna dar vita a comitati di lotta in ogni città e a un coordinamento nazionale che, a sua volta, realizzi l'unità con le lotte in corso negli altri Paesi, nella prospettiva di uno sciopero generale europeo.
Ma il vero strumento che ancora manca per fare tutto ciò è un'organizzazione del movimento operaio basata sull'indipendenza di classe da tutti gli schieramenti capitalistici, sull'opposizione ai governi borghesi di ogni colore, che lotti per un governo dei lavoratori. Dobbiamo costruire un partito comunista rivoluzionario e internazionale che si ponga l’obiettivo di abbattere il capitalismo. E’ in questo compito difficile ma irrinunciabile che è impegnata la Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale, di cui Alternativa Comunista è sezione italiana.
 

Riportiamo qui sotto un dossier aggiornato sulle lotte studentesche in Italia, con le corrispondenze dalle principali città in mobilitazione. Pubblichiamo anche un comunicato di solidarietà agli studenti italiani che, attraverso la Lit (Lega Internazionale dei Lavoratori, di cui il PdAC è sezione italiana), gli studenti brasiliani riuniti in assemblea hanno voluto mandare a sostegno delle nostre lotte.
 
Corrispondenze di lotta dalle principali università
e scuole in mobilitazione
 
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Roma, aspettando il 14 dicembre. Corrispondenza di Claudio Mastrogiulio, studente della Sapienza di Roma
All’Università La Sapienza di Roma la mobilitazione degli studenti universitari, dopo la grande manifestazione del 30 novembre, sta continuando all’interno dell’Ateneo. Diverse facoltà, nei giorni scorsi, sono state occupate, tra le quali Fisica, Lettere e Scienze Politiche. L’aspetto centrale delle assemblee che si sono susseguite in questi giorni è stato quello riguardante la manifestazione del 14 dicembre. In quell’occasione, gli studenti confluiranno verso Piazza Montecitorio, unendosi alle altre forze politiche e sociali che animeranno il presidio contro il governo Berlusconi. Si attende, in occasione della protesta contestuale al voto di fiducia delle Camere del 14 dicembre, la saldatura tra le mobilitazioni studentesche e le lotte dei lavoratori, le cui condizioni di vita sono state falcidiate dal padronato e dal governo al suo servizio. La manifestazione di martedì, a cui la sezione del PdAC di Roma parteciperà, rappresenterà il culmine di tutte le mobilitazioni che si sono succedute in queste settimane. Martedì 14 dicembre tutti in Piazza Montecitorio per cacciare Berlusconi e riaffermare la necessità di un’alternativa di sistema.
 
Reggio Calabria: dodici giorni di occupazione in Università. Corrispondenza di Carmelo Idone, studente in lotta dell’Università Mediterranea
La linea politica del rubare denaro direttamente dalle tasche dei lavoratori non smette di subire sconfitte, per fortuna. Sono giorni di proteste anche furiose, gli studenti si battono per garantire trasparenza burocratica, tasse più basse, servizi, nel "bel paese" dove anche avere un professore che tiene una lezione può diventare un lusso. Da noi alla Mediterranea di Reggio Calabria si lotta su due fronti: contro un’assurda tassa di facoltà di 120€, 80€ e 75€ rispettivamente per architettura, ingegneria e giurisprudenza (in un moto di coscienza il solo preside di agraria ha deciso di non far pagare il contributo fisso ai suoi ragazzi); e l'altro fronte è ovviamente il Ddl Gelmini, la riforma dalle garanzie di futuro più basse della storia d’Italia. La prima battaglia l'abbiamo vinta: da lunedì 29 novembre è stata occupata l'aula magna d'ateneo "Antonio Quistelli". Il rettore attuale segue interessi da economista piuttosto che da uomo che dovrebbe garantire cultura. L'abbiamo vinta il 9 dicembre dopo una serie di giornate degne da "barbudos": dodici giorni di assemblee in cui si è discusso di tutto, dall'organizzativo al culturale, dall'informativo al sociale, dodici giorni di valorizzazione di un aula magna d'ateneo che piangeva di baronia. Ed il tutto è finito il 9 dicembre con un sit-in sotto la sede del rettorato durato dalle 14 alle 19 (in contemporanea a Senato accademico e Consiglio d'amministrazione), dove noi ragazzi gridavamo la voglia di far valere i nostri diritti e con una costanza che solo dei giovani terribilmente arrabbiati potevano garantire. La prima battaglia è finita con una vittoria. Adesso continuiamo la protesta per i problemi locali, frutto di tagli mozzafiato del Ministro dell'Istruzione e dell’Economia, e quindi protesteremo volgendo lo sguardo stavolta verso l'alto. Ora la prossima tappa è il 14 dicembre, occasione per cacciare con le lotte il governo Berlusconi. Noi ci crediamo, è per questo che continueremo a tenere la voce grossa!
 
Dopo il 14 dicembre, la lotta non si ferma! Corrispondenza di Davide Primucci, del Collettivo Scuola Pubblica di Vicenza
Il 14 dicembre ci sarà chi andrà a Roma per farsi sentire direttamente sotto i palazzi del potere, ma noi crediamo sia necessario creare allo stesso tempo delle manifestazioni in tutte le città italiane: bisogna ritornare in piazza prendendo esempio dalle mobilitazioni del 30 novembre, il giorno in cui è stata approvata la riforma universitaria alla Camera. Bisogna ritornare nelle strade per farci sentire in tutta Italia come quel giorno in cui ci furono decine di Stazione occupate, diversi snodi stradali e autostradali bloccati, la maggior parte degli Atenei italiani occupati e anche diverse scuole superiori in autogestione. Noi studenti vogliamo un’università accessibile per tutte/i, laica, di qualità e libera da logiche di mercato. Vogliamo un diritto allo studio reale che garantisca mense, borse, case e agevolazioni su cultura e trasporti. Vogliamo il congelamento delle tasse e il ripristino delle assunzioni di ricercatori e precari. I soldi in questo Paese ci sono e, come in tutto il mondo nonostante la crisi dell’intero sistema capitalistico, li vogliono investire in grandi opere inutili, lotta all’immigrazione, nucleare e guerra. I nostri soldi ce li prendono sempre gli stessi: banche, assicurazioni, grandi aziende e industriali! La nostra mobilitazione compierà un’altra tappa il 14 dicembre, ma non sarà sicuramente l’ultima. Non sarà l'ultima perché dopo Berlusconi arriverà sicuramente qualcun altro a portare avanti il progetto di smantellamento del’Università pubblica. La storia purtroppo si ripete: gli attacchi all'istruzione pubblica sono sempre stati portati avanti in modo trasversale sia dai governi di destra che da quelli di sinistra, perciò noi studenti saremo pronti a rispondere a chiunque tenterà di smantellare l'istruzione pubblica del nostro Paese (l’appello del Collettivo Scuola Pubblica di Vicenza si conclude con questo slogan: Volete far pagare a noi la crisi economica del sistema capitalista, ma noi non ci fermeremo finché non si fermerà lo smantellamento dell’istruzione pubblica! Noi la vostra crisi non la paghiamo!). A Vicenza come in tutta Italia, in Italia come in Inghilterra: attacchiamo i profitti, riconquistiamo i diritti!
 
Cremona, gli studenti bloccano la città. Corrispondenza del Movimento Studentesco di Cremona
Cremona, 30 novembre: mentre alla Camera l'alta borghesia parlamentare discute del Ddl Gelmini, nella nostra cittadina un gruppo di studenti medi e universitari, con la solidarietà di qualche lavoratore, si mobilità. Dopo l'uscita da scuola, un centinaio di studenti iniziano a radunarsi dietro piazza Duomo. L'appuntamento viene fissato dai ragazzi del Movimento Studentesco di Cremona, dopo due giorni intensi di assemblea, con l'intenzione di occupare il simbolo della nostra città, il Torrazzo, e di lasciar cadere un grande striscione. Già nella mattinata, però, era trapelata la notizia di una fasulla chiusura della torre campanaria in muratura più alta d'Europa per “manutenzione” (“lavori” voluti dalla Digos). Gli studenti si organizzano e decidono di proseguire la mobilitazione con un corteo non autorizzato diretto alla stazione ferroviaria. Nonostante la “scorta” di numerosi agenti della Digos, il corteo aumenta di grandezza man mano che attraversa le vie del centro fino a 200 studenti. I manifestanti raggiungono la stazione bloccando per oltre un'ora i binari: interventi e cori sottolineano e motivano la necessità di una azione di tal genere contro l'impoverimento culturale del Paese voluto dalla borghesia, sia di centrodestra che di centrosinistra. Dopo il blocco della stazione, gli studenti hanno imboccato l'arteria principale della città (via Dante) ritornando verso il centro cittadino. Durante il tragitto il corteo invade il cortile della facoltà di Musicologia, interrompendo le lezioni, coinvolgendo gli studenti universitari. Nonostante le speranze della Digos, la protesta non rientra, anzi si dirige verso un'altro incrocio simbolo della città, la rotonda di piazza Cadorna, bloccando durante tutto il percorso il flusso delle automobili e creando una situazione di disagio mai vista a Cremona. Solidarietà agli immigrati è arrivata al passaggio sotto la prefettura e l'ufficio immigrazione; dopo tre chilometri di corteo selvaggio il gruppo torna verso piazza del Duomo. Nella piazza principale della città viene srotolato lo striscione “La cultura non è una merce” ed è cominciata una partecipata assemblea tra studenti medi e universitari, dove si sono proposte giornate di lezioni in piazza aperte alla cittadinanza, con la collaborazione di tutte le componenti della scuola, dagli studenti ai docenti. La protesta non si fermerà, gli studenti continueranno a resistere e ad organizzarsi; come in tutta Italia anche Cremona ha scelto il blocco delle merci e del traffico come contestazione selvaggia alla mercificazione dell'istruzione e della cultura.
 
Urbino: gli studenti occupano il Nuovo Magistero. Corrispondenza di Eleonora Palma, studentessa dell’Università di Urbino
Gli studenti di Assemblea Permanente hanno occupato il Nuovo Magistero. Nel giorno in cui in Parlamento si è discusso il Ddl Gelmini (30 Novembre) gli studenti di Urbino hanno deciso di bloccare la seduta del Senato Accademico e occupare il rettorato. Gli studenti in protesta hanno chiesto esplicitamente al Rettore di dichiararsi contrario al Ddl. Al termine dell'occupazione i ragazzi non si sono fermati ed hanno continuato la protesta occupando temporaneamente la Piazza della Repubblica e le rotatorie che permettono l'accesso alla città.
Il 6 Dicembre, simulando i festeggiamenti di una laurea, gli studenti sono arrivati di fronte al Teatro Sanzio dove si svolgevano le celebrazioni per i 125 anni del Resto del Carlino alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni locali (Università, Ersu, Comune e Provincia). A seguito del breve blitz, durante il quale sono state interrotte le celebrazioni, il corteo degli occupanti si è mosso verso Piazza della Repubblica dove ha spiegato alla cittadinanza la propria azione e le proprie ragioni, per poi ritornare presso il Nuovo Magistero Occupato. La sera dello stesso giorno dalla facoltà occupata è partita una “Fiaccolata per il diritto allo studio” e a seguire un’assemblea generale per rilanciare la mobilitazione sul diritto allo studio.
 
A Napoli la lotta studentesca cresce! Corrispondenza di Rogério Freitas, studente dell’Università Federico II di Napoli
L’onda delle lotte a Napoli cresce e gli studenti ogni volta di più si oppongono alla Riforma Gelmini con proteste, occupazioni, con anche l’appoggio di artisti locali. Nei giorni scorsi è stata la volta della facoltà di Architettura dell’Università Federico II ad essere occupata dagli studenti contro il ddl Gelmini. L’occupazione rivendicava la sospensione delle lezioni. Vista l’intransigenza dell’Università nel non voler cedere alla rivendicazione, gli studenti sono andati avanti, con un’assemblea e un corteo verso la al Forno Vecchio. Gli studenti di architettura hanno protestato sabato 5 in Piazza Dante dove gli studenti hanno appeso alla statua di Dante slogan di protesta contro la riforma Gelmini e contro i tagli ai finanziamento della cultura (incluse citazioni dello stesso Dante come "fatti non foste a viver come bruti"). Musicisti napoletani come Daniele Sepe & la Brigada Internazionale, Sandrone (Sangue Nostro), Shaone, Iovine, Peppe Lanzetta, Luca Signorini ecc hanno appoggiato le lotte degli studenti realizzando un concerto il 9 dicembre in Palazzo Gravina nella Facoltà di Architettura dal titolo: “l'arte si fa (in) strada… nelle facoltà, al fianco degli studenti!”. L’appoggio dei musici è arrivato dopo che la polizia ha represso con violenza la manifestazione organizzata dagli studenti insieme con lavoratori dello spettacolo davanti al teatro San Carlo. Un centinaio di studenti e lavoratori in lotta nonostante la violenza poliziesca non hanno desistito e hanno dato vita a un corteo subito dopo. Circa mille studenti delle scuole superiori il 4 dicembre scorso hanno protestato dando vita a un corteo fino a Castel Sant’Elmo, dove hanno dato vita a una grande assemblea per decidere il proseguo della lotta. Allo stesso modo, circa settecento studenti dell’Istituto Professionale Nitti e dell’Itc di Portici (Napoli) hanno provocato la scorsa settimana disagi alla circolazione stradale con una grande manifestazione.
 
Bologna verso il 14 dicembre. Corrispondenza di Anna Paduano dalla facoltà di Scienze Politiche occupata
Nei giorni scorsi la Facoltà di Scienze Politiche è stata occupata. Mentre scriviamo la situazione in facoltà è abbastanza statica. Dopo l'occupazione della facoltà gli studenti sono occupati quotidianamente in assemblee serali dove si discute dei problemi generali dell’economia e della società. Le sensazioni che si percepiscono sono fondamentalmente due: gli studenti stanno aspettando la manifestazione del 14 e stanno cercando di trovare nuovi modi per esprimere la protesta (rammento che a Bologna è stata invasa l'autostrada). Inoltre vi è la sensazione che i ragazzi manchino di coordinamento, soprattutto manca la presenza di organizzazione in grado di dare uno sbocco alle lotte. E’ proprio l’organizzazione delle lotte che il Partito di Alternativa comunista propone a insegnanti, studenti, ricercatori, operai. Ciò non toglie che ci siano stati anche nelle scorse settimane momenti di protesta importanti: cortei, blocchi stradali e del traffico, presidi permanenti, il tentativo di occupare il palazzo comunale. La mobilitazione per ora non si placa. Una nota di colore. Per rispondere al questore Merolla che giustificava le manganellate dicendo che nei cortei studenteschi “si vedono molte barbe lunghe” gli studenti hanno nei giorni successivi aperto il corteo con un grande striscione con sopra la faccia di Karl Marx e la scritta: “Merolla, sono queste le barbe lunghe che vogliamo!”.
 
Dopo trent’anni, anche l’Università di Bergamo in agitazione. Corrispondenza del collettivo Università degli Studenti di Bergamo
Dopo l’azione di blocco del traffico di porta Sant’Agostino, accesso principale alla città alta, abbiamo continuato a ritrovarci in assemblee per decidere i successivi passi. Abbiamo tentato di parlare con il rettore del nostro ateneo affinché ci desse un’aula fissa in cui poterci ritrovare, e che ci permettesse quindi di essere più visibili al resto dei colleghi a quanto pare fino ad ora disinteressati. Abbiamo però trovato comprensione e appoggio solo a parole. Quindi abbiamo occupato l’aula conferenze della nostra sede di Scienze della formazione per il tempo occorrente alle nostre assemblee. In realtà alcuni di noi hanno proposto l’occupazione permanente dell’aula, ma abbiamo ritenuto troppo deboli le nostre forze per poterla gestire in modo “intelligente”, senza contare che alcuni sono dell’idea che l’occupazione in un ateneo come il nostro (l’Università di Bergamo è un’università tradizionalmente arretrata dal punto di vista delle mobilitazioni, storico terreno di radicamento di gruppi di destra e leghisti, ndr) non porterebbe consensi ma al contrario verrebbe vista come una goliardata di pochi “casinisti” che non permettono di fare lezione mentre sostengono il diritto allo studio. Siamo riusciti inoltre a creare una rete con gli studenti medi e con il centro sociale di Bergamo, e insieme abbiamo organizzato altri due blocchi del trafficoni in data martedì 7. Abbiamo passato il fine settimana a preparare striscioni e volantini con i quali informare gli automobilisti “bloccati” sui motivi che ci spingono verso tali azioni, nonostante questi ci siamo presi qualche insulto e parecchie “clacsonate”, ma anche un applauso e un incoraggiamento da parte di un ciclista che ci ha, devo dire, rincuorati. In effetti anche sul fattore disagio qualcuno si è mosso contro, sostenendo che ci sono tanti modi per informare che non devono per forza comprendere il far tardare un lavoratore che magari deve pure timbrare il cartellino. L’azione si è comunque svolta. Mercoledi 8 dicembre alcuni di noi hanno appeso al campanile della chiesa di piazza vecchia in città alta uno striscione contro il ddl. Per il giorno dopo abbiamo invece organizzato un corteo “funebre” con lo scopo di simulare la morte della cultura, per sensibilizzare i cittadini. Siamo partiti dalla nostra sede di sant’Agostino, con uno striscione davanti con scritto “requiem for university”, dietro una macchina che simulava il carro funebre con il baule aperto e la musica da requiem, ed infine la bara. Il corteo è arrivato fino al centro di Bergamo dove era previsto un sit-in durante al quale ognuno metteva un fiore sula bara, e uno di noi leggeva una lettera per Monicelli e una "lista" riguardante i motivi per cui la cultura è viva o morta. La manifestazione si è conclusa con l'incendio della bara. Nel frattempo ci sono state discussioni sull'azione organizzata da atri gruppi svoltasi lunedì notte davanti a casa della Gelmini, e riunioni sull'organizzazione della giornata di martedì 14. Abbiamo quindi deciso di spostarci a Roma per la manifestazione generale.
 
Aggiornamento da Torino. Corrispondenza di Giuliano Dall’Oglio, studente universitario
Nel giorno del voto al Parlamento della legge Gelmini gli studenti hanno messo in atto una 12 ore di corteo non stop creando fin dal mattino tre cortei in tre diverse arterie principali della città (Piazza Statuto, Rondò della Forca e Piazza Baldissera) che sono poi confluiti a Porta Nuova. Al termine dell’ultima assemblea di ateneo si è costituito un corteo spontaneo che si è diretto verso la sede del Consiglio Comunale di Torino. Gli studenti sono riusciti a entrare nel municipio e gridare la loro rabbia contro il sindaco Chiamparino (del Pd) che aveva definito inaccettabile la paralisi della città compiuta dagli studenti la settimana prima. “Inaccettabile sei tu”, era questo lo slogan scandito dagli studenti contro il primo cittadino. Purtroppo nella lotta c’è anche da registrare un passo indietro, cioè è stato deciso il ripristino della didattica a Palazzo Nuovo, decisione osteggiata dall’ala più radicale del movimento che ha proposto la continuazione almeno fino al 14 dicembre.
 
Modena, scuole chiuse per occupazione. Corrispondenza di Fabiana Stefanoni, dei precari della scuola
A Modena e provincia i momenti di lotta più significativi sono stati organizzati dagli studenti medi, che hanno occupato nelle ultime due settimane quasi tutti gli istituti superiori della provincia. In città a Modena molti istituti superiori sono rimasti occupati per una settimana, successivamente è stata la volta delle scuole della provincia, Carpi e Vignola. Se alcune occupazioni sono state solo simboliche e concordate coi dirigenti scolastici (col tentativo da parte degli assessori del Pd locale di utilizzarle ipocritamente a fini propagandistici) almeno tra scuole hanno dato vita a una contrapposizione frontale con le dirigenze e le autorità locali, dimostrando di capire con chiarezza chi sta dall’altra parte della barricata. E’ il caso, ad esempio, del Liceo classico San Carlo di Modena (uno dei Licei tradizionalmente più conservatori, da cui invece questa volta è partita la prima occupazione), dove il combattivo K.ollettivo S.tudenti S.an K.arlo è riuscito a organizzare un’occupazione con la o maiuscola. Gli studenti, dopo aver discusso e votato in assemblea l’occupazione, non hanno esitato a sfidare le minacce del dirigente scolastico: forti del sostegno di centinaia di studenti che hanno partecipato tutti i giorni alle iniziative, per una settimana hanno messo i lucchetti ai portoni della scuola, organizzando un servizio d’ordine che ha fatto entrare nella scuola solo coloro che esplicitamente si dicevano a favore delle lotte e dell’occupazione stessa. Gli studenti hanno organizzato molti momenti assembleari e hanno anche dato vita a due partecipatissimi dibattiti durante l’occupazione: uno sullo smantellamento dell’Università pubblica insieme ai ricercatori dell’Università di Modena, uno sulla crisi del capitalismo insieme ai precari della Scuola. Anche all’istituto d’Arte Venturi gli studenti hanno occupato la scuola, decidendo però di aprire le porte solo agli studenti della stessa. Nonostante l’ultimatum del preside (che ha minacciato di denunciare gli occupanti se non avessero sgomberato entro martedì) gli studenti hanno proseguito l’occupazione per una settimana: porte e finestre sbarrate, solo un comunicato sul portone per i giornalisti e gli striscioni alla finestra (“Cosa vogliamo? Vogliamo tutto!”).
Anche sul versante universitario è partita la protesta a Modena. Da registrare purtroppo una solidarietà a macchie di leopardo da parte dei lavoratori della scuola agli studenti: se il Coordinamento Precari della Scuola e Politeia (un coordinamento di insegnanti) non hanno esitato ad appoggiare le occupazioni, in alcuni istituti la maggioranza dei docenti si è schierata coi dirigenti scolastici che hanno stigmatizzato o addirittura denunciato alla questura gli studenti (come richiesto a gran voce dal provveditore). E’ la dimostrazione che è necessaria un’organizzazione che attivamente intervenga al fine di creare quell’unità delle lotte che spontaneamente è impossibile che si crei. Previsti cortei per martedì 14: alle 9 iniziano gli studenti, alle 10.30 i lavoratori della scuola, nel pomeriggio gli operai della Fiom.
 
Milano in rivolta. Corrispondenza di Raffaella Lettieri
Scuole superiori e università occupate anche a Milano. Sono molti i cortei studenteschi che nei giorni scorsi hanno attraversato le città. Sono in mobilitazione l’accademia di Brera (occupata), Scienze politiche, Lettere e Filosofia. Gli studenti hanno partecipato anche alla manifestazione dell’11 dicembre in ricordo della Strage di Piazza Fontana. Sono noti a tutti poi i fatti della Scala: in occasione della Prima della Scala studenti, precari e sindacati hanno organizzato un sit in di protesta. Gli studenti e i lavoratori sono stati caricati brutalmente dalla polizia, solo perché, a detta degli agenti, si erano messi in un posto “troppo vicino all’entrata del teatro”. A Milano c'è un clima diffuso di repressione: si caricano gli studenti, i lavoratori ai presidi e anche fare un volantinaggio diventa difficile, perché si rischia di essere fermati dalla polizia. La solidarietà degli studenti è arrivata dai precari della scuola e dai lavoratori dell’università.
 
Anche a Foggia si lotta contro i tagli. Corrispondenza di Matteo Iammarone, degli studenti medi in mobilitazione
Anche Foggia è protagonista del caldo autunno di lotta! Universitari, studenti medi, professori precari e non lottano insieme per una scuola pubblica e di qualità e contro qualsiasi taglio e attentato al futuro. Le giornate più importanti sono finora state l'8 Ottobre (con un corteo da Piazza Italia a Piazza Cavour) e il 17 Novembre (percorso da P.zza Italia alla Stazione). La prima manifestazione ha avuto una maggiore visibilità (anche per il percorso più "efficace" che è stato scelto), la seconda, a mio parere, è stata molto meno promossa e propagandata e difatti ha visto la partecipazione di un numero inferiore di manifestanti. Sono state molte anche le occasioni di discussione e dibattito nelle varie scuole della città e anche in alcune città di provincia. Il 30 Novembre e l’1 Dicembre, poi, all'università sono state fatte delle occupazioni e sono stati simulati dei suicidi, ognuno dei quali rappresentava l’esaurirsi del futuro per  studenti. Il 9 Dicembre si è svolta anche l'assemblea pubblica sulla scuola, all'isola pedonale della città di Foggia. La protesta culminerà con la manifestazione del 14 Dicembre di Roma, Link Collettivo Foggia organizza un pullman per parteciparvi.

Report da Bari, Brindisi e Taranto. Corrispondenza di Pasquale Gorgoglione, studente universitario, e Adriano Lotito, studente medio
Anche a Bari la tensione resta alta. Mentre da più di due settimane continua l'occupazione del rettorato del politecnico di Bari, di cui fanno parte le facoltà di Ingegneria e di Architettura, gli studenti hanno occupato anche all'Ateneo le facoltà di Agraria, Scienze Politiche e, seppur per pochi giorni, quella di Lettere e Filosofia. Oltre al mondo studentesco protestano anche i ricercatori e parte del mondo accademico. Il movimento studentesco si materializza anche in città con numerose manifestazioni a sorpresa e fulminee occupazioni simboliche dei luoghi cittadini che rappresentano la cultura, come il teatro Petruzzelli. Sempre nel barese, stanno dilagando a macchia d’olio occupazioni ed autogestioni negli istituti superiori. A Monopoli e in tutto il sud-est barese tutte le scuole sono state occupate o hanno indetto assemblee autoconvocate per formulare un piano di opposizione alla riforma della scuola e dell’università. Solidarietà anche da parte dei docenti a Lecce che si sono presentati privi di toga in sedute di laurea per appoggiare le proteste di studenti e ricercatori. Sono in assemblea permanente molte scuole a Brindisi e Mesagne. Anche nel tarantino, si succedono occupazioni e altre iniziative organizzate dai Forum territoriali degli studenti e da varie organizzazioni studentesche.
 

Solidarietà degli studenti brasiliani
al movimento studentesco italiano
 
Messaggio di solidarietà internazionale dall’Assemblea Nazionale degli Studenti brasiliani (ANEL)
 
Di fronte alle recenti mobilitazioni della gioventù italiana contro gli attacchi all’istruzione pubblica e per resistere ai piani di austerità, l’Assemblea Nazionale degli Studenti – Libera (ANEL) dichiara il suo incondizionato appoggio a questa causa. È con entusiasmo che abbiamo accompagnato le massicce e radicali manifestazioni che i compagni stanno realizzando in Italia e in tutta Europa e che stanno emozionando l’avanguardia studentesca brasiliana.
Nel contesto della crisi economica che stiamo vivendo, la resistenza dei lavoratori europei ai governi, che vogliono scaricare su di loro i conti in perdita delle banche e delle imprese, si rafforza incrociando l’appoggio attivo degli studenti e dei giovani. In questo senso, riteniamo che il ruolo degli studenti italiani in lotta sia realmente esemplare.
In Brasile, il governo appena eletto del presidente Dilma Roussef prepara per il 2011 attacchi simili a quelli sviluppati in Europa, in particolare ai diritti pensionistici. Pertanto, per l’ANEL, la vittoria e la lotta degli studenti europei rendono concreta la possibilità di organizzare la resistenza anche nel nostro paese. Così, dichiariamo alle organizzazioni, alle entità e ai giovani italiani che in questa battaglia ci consideriamo nella stessa trincea. Che i ricchi paghino la crisi, in Italia, in Brasile e in tutto il mondo!
 

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