Marxismo Vivo si rinnova:
la teoria strumento della lotta rivoluzionaria
di Francesco Ricci
Pubblichiamo l'editoriale di Francesco Ricci, direttore della rivista teorica della Lit-Quarta Internazionale (di cui il Pdac è sezione italiana). La rivista, rinnovata nel formato e nei contenuti, è disponibile in vendita in versione cartacea in spagnolo, portoghese, inglese. A breve sarà disponibile anche in vendita nella versione digitale nel negozio del nostro sito https://libreria.alternativacomunista.it/ [La Redazione web].
Portare il socialismo nelle lotte e costruire il partito operaio d'avanguardia in grado di guadagnare le masse al progetto comunista. Questa è stata la principale attività di tutta la vita di Karl Marx che, come ricordava Engels al suo funerale, fu «prima di tutto un rivoluzionario. Contribuire all'abbattimento della società capitalistica e dello Stato che essa ha creato, contribuire all'emancipazione del proletariato moderno (...) questa era la sua reale vocazione». Questa insistenza di Engels sul vero Marx, il militante, il dirigente di partito, in cui «lo scienziato non era neppure la metà di Marx» (1) è quanto mai attuale in questi nostri anni dove in tanti, dalla borghesia al riformismo, hanno cercato di trasformare il Moro (como lo chiamavano gli amici) in un «filosofo» per rendere innocua la teoria che elaborò insieme ad Engels e ad altri militanti di cui non ricordiamo il nome. Una elaborazione che non avvenne in una «torre eburnea» ma partecipando attivamente alle lotte del proletariato con il fine di instaurare il potere dei lavoratori (la dittatura del proletariato) come passaggio ineludibile per eliminare con la società divisa in classi sfruttamento, guerre, miseria e oppressioni.
La teoria marxista, sviluppata nei decenni seguenti dal bolscevismo (che ne fece lo strumento della propria vittoria nell'Ottobre 1917) e poi dal trotskismo – il marxismo della nostra epoca – resta la più micidiale arma contro un mondo capitalista che marcia a passo spedito verso la barbarie.
Ma se la rivoluzione è «il freno d'emergenza» che va tirato per evitare di finire nel burrone, secondo l'immagine di Walter Benjamin (2), nessuna rivoluzione potrà essere realmente vittoriosa senza teoria marxista.
Alla teoria marxista è appunto dedicata questa rivista, che si distingue da altre perché è scritta da militanti e non da accademici: e perché si rivolge, in primo luogo, a militanti e attivisti, lavoratori e lavoratrici, giovani impegnati non solo a conoscere ma a conoscere per fare, in lotta per cercare di costruire un mondo migliore di questo.
Lev Trotsky, un altro grande militante rivoluzionario, che pure dedicò tutta la vita alla lotta e che per questo non aveva molto tempo libero, scrisse nella sua autobiografia: «il desiderio di studiare non mi ha mai abbandonato» (3). Questo perché per i rivoluzionari lo studio della teoria marxista non è un passatempo ma una necessità. Studiare la storia del movimento operaio, segnata da vittorie e da sconfitte (entrambe dense di insegnamenti per l'oggi), analizzare aspetti teorici apparentemente astratti, filosofici, significa dotarci delle lenti per analizzare la realtà attuale e poterla trasformare.
Se riusciremo con questa rivista a far appassionare alla viva teoria (appunto il «marxismo vivo» della nostra testata) vecchi e nuovi lettori, a far comprendere l'utilità pratica della teoria, avremo raggiunto il nostro obiettivo.
Molte novità
Come avrà notato chi sta leggendo queste righe, Marxismo Vivo, che esiste da decadi, cambia.
Non cambia il nome ma cambiano parecchie cose. Cambia il formato: meno libro e più rivista. Cambia la grafica, con l'uso di fotografie. Cambia (almeno in parte) la redazione (un caloroso ringraziamento va ai compagni e alle compagne che ci hanno preceduto in questo lavoro). Soprattutto cambia, in parte, il taglio della rivista.
Il progetto, ambizioso, è quello di allargare la cerchia dei nostri lettori, andando oltre gli attuali lettori abituali, oltre il perimetro dei militanti e simpatizzanti della Lit-Quarta Internazionale (di cui questa rivista continuerà a essere l'organo teorico). Cercheremo di trattare, in forma rigorosa ma anche chiara, accessibile, temi utili non solo per la formazione e il dibattito dei militanti della Lit, ma che possano risultare utili anche ad altri attivisti.
Questo numero, che continua la vecchia numerazione, è di fatto quasi un numero zero. Già dal prossimo numero introdurremo ulteriori innovazioni che stiamo valutando.
Tra le novità allo studio: delle rubriche fisse, più recensioni di libri usciti nell'ultimo periodo ma anche schede dedicate alla riscoperta di «classici» del marxismo, guide bibliografiche a tema, dei glossari dei concetti chiave del marxismo, uno spazio maggiore per il confronto e la polemica teorica con altre correnti...
E tanto altro. Anche in base a critiche e suggerimenti che i lettori di questo numero vorranno farci avere scrivendo alla nostra redazione alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Cosa trovate in questo numero
E veniamo adesso a una breve presentazione dei contenuti di questo numero.
In attesa, come detto, di ampliare le sezioni e di introdurre le rubriche, questo numero si compone di quattro sezioni.
La prima sezione contiene articoli su temi al centro dell'attualità politica, affrontati non da un punto di vista cronachistico ma cercando di offrire strumenti di approfondimento. Qui troviamo un ampio dossier sulla questione più scottante della lotta di classe mondiale: la Palestina e la eroica lotta decennale contro il sionismo.
Florence Oppen (Stati Uniti) apre il dossier con una sintesi delle posizioni della nostra Internazionale su questo tema. Segue un articolo dell'attivista palestinese Soraya Misleh sulla storia del sionismo. Fabio Bosco (militante come Soraya del Pstu brasiliano, attivo da molti anni nelle lotte per la Palestina) approfondisce la storia e le posizioni delle principali correnti del movimento di resistenza palestinese. Alejandro Iturbe (Argentina) sviluppa una polemica con le principali posizioni espresse dalla sinistra su questo tema. Completano l'ampio dossier una cronologia (sempre di Florence Oppen) e una piccola guida bibliografica, di Angel Luis Parras (Stato spagnolo).
In questa ricca prima sezione troviamo anche un saggio di Parras su un altro tema al centro della riflessione dei marxisti: l'intreccio crisi-guerre-rivoluzioni.
La seconda sezione contiene articoli di storia del movimento operaio e teoria marxista. In questo numero due saggi sono dedicati ai 100 anni dalla morte di Lenin: uno, di chi scrive queste righe, è dedicato al tema della coscienza rivoluzionaria in Lenin; mentre Gustavo Machado (brasiliano) si occupa della concezione dell'imperialismo in Lenin. Completa la sezione un saggio di Fabiana Stefanoni (Italia) sulla concezione materialista della storia, sulle falsificazioni che ne sono state fatte e su come questa concezione sia vitale per comprendere, tra le altre cose, la questione nazionale.
La terza sezione della rivista, in questo e nei prossimi numeri, sarà dedicata a dibattiti e polemiche con altre posizioni politiche e teoriche. In questo caso troviamo un articolo di Joana Salay (militante del Pstu brasiliano) sulle tesi di Domenico Losurdo, punto di riferimento teorico per varie correnti neo-staliniste.
Chiudono la rivista le recensioni di due libri recentemente pubblicati. Flor Neves (Portogallo) recensisce il libro edito dalla sezione portoghese della Lit per i 50 anni della Rivoluzione dei Garofani; mentre Javier Fernandez Barrero (Costa Rica) presenta il libro, fresco di stampa, di Roberto Herrera (El Hombre del Clima y la Mujer de Lot) sulla sinistra in Costa Rica e America Centrale.
Non ci resta che augurarvi buona lettura e invitarvi a far conoscere questa rivista sul vostro luogo di lavoro o di studio.
Note
- F. Engels, Orazione funebre per la morte di Marx (1883).
- W. Benjamin, Sul concetto di storia (1940).
- L. Trotsky, La mia vita (1929).