Partito di Alternativa Comunista

Nessuna celebrazione dei fascisti nella città della Resistenza operaia!

Nessuna celebrazione dei fascisti

nella città della Resistenza operaia!

 

 

Comunicato della sezione di Milano del Pdac 

 

Lunedì 28 aprile a Sesto San Giovanni, alla presenza di Ignazio La Russa, seconda carica dello Stato borghese, tra i più noti esponenti post-fascisti, figlio del Msi nonché ex picchiatore fascista, è stato intitolato lo slargo di via Cavallotti a Ramelli e Pedenovi, figure del neo-fascismo degli anni Settanta.
Noi crediamo che questo atto sia di una gravità inaudita, una ferita a cielo aperto che sfregia il cuore della città della Resistenza operaia, tra i più importanti e imponenti teatri dei gloriosi scioperi del 1943-44 contro il regime fascista.
A pochi metri dal nuovo «Largo» tra via Cavallotti e via Cadorna a cui è stato assegnato l’infame titolo, risiedono ancora gli scheletri della Falck e della Magneti Marelli, dai cui stabilimenti uscivano in lotta contro il regime migliaia di operai per unirsi ai cortei delle vicine Breda e Pirelli dall’altra parte della ferrovia.
Non è superfluo ricordare le centinaia di deportazioni di operai, molti dei quali, destinati al lavoro forzato nei lager per l’industria bellica nazista, non fecero più ritorno.
Non è superfluo ricordare che in quegli anni le grandi famiglie della borghesia industriale italiana fecero affari d’oro col regime fascista e l’industria bellica e si servirono del fascismo per reprimere duramente il movimento operaio, che durante il «Biennio rosso» stava per prendere il potere.
Infine, ma non meno importante, non è superfluo ricordare che, contro questi reflussi dalle fogne, l’unica soluzione è l’antifascismo militante di classe: nessuna fiducia nella Repubblica borghese, che, dove non impone il revisionismo storico tramite le destre reazionarie, lo fa tramite la sinistra borghese, nel nome di concetti come «l’unità nazionale» e la «democrazia». Si vergognino costoro che usano l’antifascismo solo in chiave estetica ed elettorale perpetrando, al contempo, continui tradimenti di classe, col risultato di alimentare politicamente le destre reazionarie. 
La Russa e Meloni, privi del senso della vergogna, parlano di «pacificazione», omettendo ogni riferimento al contesto politico e storico, come se stessero parlando di due ragazzini che hanno litigato per una partita a pallone.
Noi, dal canto nostro, andiamo ad onorare il sacrificio degli operai sestesi e milanesi contro il regime fascista e contro il capitalismo che l’ha prodotto; un sacrificio ben ricordato dalle lapidi poste a memoria sulle colline del Parco Nord.

Nessuna pacificazione coi fascisti, cani da guardia del capitale!

Rimozione immediata della targa infame dedicata a Ramelli e Pedenovi!

Sesto San Giovanni ora e sempre antifascista!

 

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