Partito di Alternativa Comunista

Per la ricostruzione della Quarta Internazionale

Per la ricostruzione

della Quarta Internazionale

 

 

 

di Alejandro Iturbe

 

 

 

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Per tutto il 2018, il nostro sito ha pubblicato numerosi articoli dedicati all'80° anniversario della fondazione della Quarta Internazionale, che hanno affrontato il contesto e gli obiettivi della sua fondazione; le cause della crisi del 1953 e le sue conseguenze nella dispersione delle forze trotskiste, i dibattiti che la Lit-CI ha in essere con altre organizzazioni che pretendono di essere trotskiste. In questo testo vogliamo richiamare quegli articoli e le loro conclusioni.

La fondazione della Quarta Internazionale fu il risultato di lunghi anni di attività e di lotta di Leon Trotsky e delle forze che nel 1938 si definivano «trotskisti». Cominciò alla fine del 1923 attraverso l'Opposizione di sinistra, con la sua battaglia all'interno dell'Urss, del partito bolscevico e della Terza Internazionale, contro la burocratizzazione stalinista e le sue conseguenze teoriche e politiche. Continuò dopo l'espulsione di Trotsky dal Partito bolscevico, dalla Terza Internazionale e dalla stessa Urss, tra il 1927 e il 1929, quando queste forze furono ribattezzate Opposizione di Sinistra Internazionale all'interno della Terza. Si rinforzò nel 1933, a seguito della politica criminale dello stalinismo che, in Germania, contribuì al trionfo del nazismo e per cui Trotsky concluse che la Terza era morta come organizzazione rivoluzionaria.

Da lì, iniziarono cinque anni di raggruppamento di forze, di ricerca di accordi con altre organizzazioni e di un'intensa elaborazione teorico-politica, come il libro La Rivoluzione tradita e il «Programma di transizione» scritto come documento centrale da votare nella Conferenza di fondazione.

 

Un compito imprescindibile in un contesto molto difficile

La Quarta Internazionale nacque in un contesto molto sfavorevole alla lotta di classe: il trionfo e il consolidamento dello stalinismo nell'Urss e l'avanzata del nazifascismo in Europa. Nacque perseguitata dall'imperialismo e, essenzialmente, dallo stalinismo: migliaia di trotskisti morirono nei campi di concentramento in Siberia; alcuni dei più stretti collaboratori di Trotsky furono assassinati all'estero: suo figlio Leon Sedov e il suo segretario Rudolf Klement, durante il processo di preparazione della Conferenza di fondazione.

Questo contesto determinò che la Quarta nascesse organicamente debole. C'erano meno di seimila militanti, distribuiti come segue: Stati Uniti, 2.500; Belgio, 800; Francia, 600; Polonia, 350; Germania, 200 (di cui 120 sono stati imprigionati); Inghilterra, 170; Cecoslovacchia, tra 150 e 200; Grecia, 100; Brasile, 50; Cile, 100, Cuba, 100; Sud Africa, 100; Canada, 75; Olanda, 50; Australia, 50; Spagna, tra 10 e 30; Messico, 150; più un numero indefinito di «aderenti clandestini» in Urss.

Era, tuttavia, un compito imprescindibile: c'era da difendere sul terreno teorico e programmatico l'eredità del marxismo e l'esperienza della Rivoluzione russa, che era stata deformata fino alla sua quasi distruzione da parte dello stalinismo. Allo stesso tempo, si trattava di combattere contro un nuovo fenomeno controrivoluzionario all'interno del movimento operaio: la burocrazia stalinista e le terribili conseguenze della sua azione per i lavoratori e le masse. La Quarta ha, sin dalla sua fondazione, lo stesso obiettivo strategico della Terza: guidare la classe operaia nel processo della Rivoluzione socialista mondiale. In questo percorso, ha aggiunto un nuovo compito: la rivoluzione politica per rovesciare il regime stalinista nell'Urss e recuperare lo Stato operaio come leva della rivoluzione mondiale. Era un compito difensivo (mantenere un filo di continuità) e, allo stesso tempo, preparatorio a un embrione di direzione per i processi rivoluzionari che inevitabilmente sarebbero arrivati ​​nel futuro.(1)

Non a caso Trotsky, che era stato uno dei grandi dirigenti della Rivoluzione russa e aveva comandato milioni di combattenti nell'Armata Rossa, riteneva che raggruppare quelle poche migliaia di militanti «è l'opera più importante della mia vita; più di quella del 1917, quella della guerra civile, o di qualsiasi altra». E che il suo ruolo in quel «lavoro» era «indispensabile», perché nel 1917 Lenin guidava la rivoluzione e ora solo lui poteva portarlo avanti.(2)

 

Il pablismo

Nell'agosto del 1940, Ramón Mercader, un agente dello stalinismo, uccise Trotsky nella sua casa di Coyoacán (Messico). Con questo crimine, lo stalinismo ha cercato di tagliare il «filo conduttore» con l'eredità marxista e l'esperienza dell'Ottobre che Trotsky rappresentava. Allo stesso tempo, ha lasciato la giovane Quarta senza il suo principale dirigente, il solo di livello teorico-politico e di esperienza rivoluzionaria qualitativi. La seconda guerra, inoltre, diminuì le sue forze militanti, con molte delle sue sezioni europee nella più dura clandestinità, nei Paesi occupati dai nazisti, e con il Swp (già indebolito dalla scissione di un'ala piccolo-borghese, nel 1940) perseguitato per la sua opposizione alla guerra.

In questo contesto, nel 1948 si tenne il II Congresso, che raggruppò le forze trotskiste. Il Swp degli Stati Uniti era il più forte partito trotskista e quello con i quadri più esperti (molti dei quali erano stati educati dallo stesso Trotsky), ma soffriva di una deviazione che lo avrebbe portato a non assumere come suo compito centrale quello di essere l'asse di costruzione dell'Internazionale. I suoi dirigenti videro la Quarta come una federazione di partiti e non come una direzione internazionale centralizzata. In questo modo, la centralizzazione fu assunta dal greco Michel Raptis (Pablo) e dal belga Ernst Mandel, accompagnati da un gruppo di dirigenti molto giovani e con poca esperienza, come l'argentino Nahuel Moreno e il francese Pierre Lambert.

Questa direzione debole e inesperta fu sottoposta a dure pressioni e prove senza la presenza di Trotsky. Da un lato, la guerra produsse, secondo le previsioni precedenti di Trotsky, una grande ascesa rivoluzionaria in Europa e in altre regioni del mondo, e l'emergere di nuovi Stati operai che si unirono all'Urss. Ma, dall'altro lato, contro queste previsioni, la Quarta non guadagnò peso e influenza di massa in quei processi e continuò a essere un piccolo nucleo. Al contrario, fu lo stalinismo, che aveva guidato la sconfitta del nazifascismo e costruito nuovi Stati operai, che divenne la direzione indiscussa dei movimenti operaio e di massa mondiale.

In questo contesto, la nuova direzione della Quarta (Pablo e Mandel) non superò la prova, e (a partire dal III Congresso nel 1951) prese un corso sempre più opportunistico, in base a caratterizzazioni impressionistiche e totalmente sbagliate (la «inevitabilità della terza guerra mondiale» tra l'imperialismo e l'Urss, un processo in cui la burocrazia stalinista avrebbe giocato un ruolo «oggettivamente rivoluzionario»), adottò la linea per cui i trotskisti avrebbero dovuto fare un «entrismo a lungo termine» all'interno dei partiti comunisti stalinizzati.(3) Tra le conseguenze politiche di questa linea arrivarono al punto di rifiutarsi di difendere la ritirata dell'Armata Rossa quando esplosero le rivoluzioni politiche a Berlino Est (1953) e in Ungheria (1956). Questa caratterizzazione e questa politica di capitolazione si sarebbero estese ai movimenti nazionalisti borghesi e ad altre correnti di origine non stalinista, come il castrismo. Il Swp, Moreno e Lambert si opposero a queste caratterizzazioni e politiche.

 

La tragedia della Bolivia nel 1952

«La conseguenza più tragica di quella politica fu il tradimento della Rivoluzione boliviana. Nel 1952, in Bolivia si ebbe una tipica rivoluzione operaia. Gli operai organizzarono le milizie, sconfissero militarmente la polizia e l'esercito, e sorse la Cob (Central Obrera Boliviana) come un organismo di doppio potere. Le miniere furono nazionalizzate e la rivoluzione contadina esplose, con l'invasione dei latifondi e l'occupazione delle terre. Fino al 1954, la principale forza armata della Bolivia erano le milizie operaie guidate dalla Cob.

Dagli anni '40 l'organizzazione trotskista boliviana (Por) aveva acquisito un'enorme influenza nel movimento operaio. Aveva nelle sue fila importanti dirigenti minerari, industriali e contadini. Il suo principale dirigente, Guillermo Lora, era l'editore delle Tesi di Pulacayo, un adattamento del Programma di transizione alla realtà boliviana, votato dalla Federazione dei Minatori. [...] Nella rivoluzione del '52, il Por ha co-guidato le milizie e co-fondato la Cob. Aveva un peso di massa in Bolivia.

Purtroppo, il Por, seguendo l'orientamento del Segretariato internazionale [Si] della Quarta, guidato da Pablo, non ha portato avanti la politica per cui la Cob doveva prendere il potere. Al contrario, ha dato il suo appoggio critico al governo borghese del Mnr (movimento nazionalista borghese). Senza l'orientamento rivoluzionario, il movimento di massa è stato disarmato e smobilitato e la rivoluzione è stata smantellata in pochi anni».(4) Nahuel Moreno e la sua organizzazione in Argentina hanno combattuto duramente contro questa linea del Segretariato internazionale proponendo di promuovere la linea di «Tutto il potere alla Cob».

 

La crisi del 1953

Oltre a questi errori politici molto gravi, la direzione internazionale guidata da Paolo utilizzò un metodo nefasto: intervenne nella sezione francese, destituì la maggior parte della sua direzione (che non era d'accordo con la sua politica), e tentò di formare una fazione segreta nel Swp nordamericano. La maggior parte dei trotskisti francesi (guidati da Pierre Lambert), inglesi (guidati da Gerry Healy), il Swp degli Stati Uniti, e parte dei trotskisti sudamericani, guidati da Nahuel Moreno, hanno rotto con il Segretariato internazionale (Si) diretto da Paul e hanno creato nel 1953 il Comitato internazionale (Ci).

Seguirono anni di dispersione, quindi, anche se le forze che erano con Pablo e Mandel erano minoranza, la maggioranza non si è mai organizzata centralmente come la «vera Quarta» per invertire la dispersione, in particolare per responsabilità del Swp. Ancora una volta, Nahuel Moreno ha dovuto combattere contro questa deviazione «federalista» del Swp.

Nonostante un tentativo di raggrupparsi parzialmente, nel 1963 (relativamente alla caratterizzazione di Cuba come nuovo Stato operaio), la crisi non fu superata e la dispersione delle forze che sostenevano di essere trotskiste ha teso ad accentuarsi. Pertanto, oggi la Quarta Internazionale non esiste come organizzazione unificata sebbene le sue proposte programmatiche abbiano superato la prova della storia.

 

La strategia della Lit è ricostruire la Quarta

La corrente morenista è stata integrata nel 1964 nel Su (Segretariato unificato) che si era formato un anno prima.(5) Ha ritardato nel farlo perché riteneva che la riunificazione dovesse essere fatta sulla base di un bilancio molto critico del pablismo, che non fu mai realizzato. Durante la sua permanenza nel Su, ha sempre combattuto le successive deviazioni e capitolazioni che hanno orientato la maggior parte della direzione, ora guidata solo da Ernest Mandel (il «mandelismo»),(6) come la guerriglia, l'avanguardismo e l'adattamento alla democrazia borghesia.(7)

Nel 1979, la corrente morenista era organizzata come Frazione bolscevica (Fb) all'interno del Su. Mentre si sviluppava il dibattito politico sulla natura del Fronte sandinista di Liberazione nazionale (Fsln) in Nicaragua e sul governo (e sulla politica da seguire verso di esso), il Fsln bloccò ed espulse i membri della Brigata Simon Bolivar (BSB), che era stata sostenuta dalla Fb, e li consegnò alla polizia panamense, che li torturò. Il Su inviò una delegazione in Nicaragua, sostenne la decisione del governo, e non difese i membri del BSB (tra cui militanti e dirigenti della sua organizzazione internazionale). A ciò si aggiunge, la risoluzione del Su di proibire la costruzione di partiti trotskisti a Cuba e in Nicaragua. La Fb ha rotto con il Su. Dopo un tentativo fallito di fusione internazionale con la corrente Pierre Lambert, nel 1982 è stata fondata la Lit-CI con le forze della Fb e i settori latinoamericani provenienti dal lambertismo.(8)

Fin dalla sua fondazione e dal suo statuto, la Lit-CI (pur essendo in quegli anni la corrente trotskista più forte e dinamica) non si proclamò «la Quarta», ma ha sempre messo la propria costruzione al servizio del compito strategico di ricostruzione della Quarta Internazionale:

«La Lega internazionale dei lavoratori (Quarta Internazionale) - Lit-CI, ha come scopo fondamentale quello di superare la crisi di direzione del movimento operaio mondiale e di costruire la Quarta Internazionale con influenza di massa. Solo allora, risolvendo la crisi di direzione del proletariato, la mobilitazione permanente dei lavoratori e degli sfruttati del mondo contro l'imperialismo e la borghesia si concluderà con la vittoria della rivoluzione socialista internazionale e con l'instaurazione della dittatura rivoluzionaria del proletariato».(9) Per la Lit-CI, questo compito è la «madre di tutti i compiti», il compito prioritario che poniamo ai rivoluzionari del mondo. Non lo proponiamo solo a coloro che affermano di essere trotskisti ma anche alle nuove generazioni di combattenti.

 

Come compiere questa ricostruzione?

Fin dalla sua fondazione, la Lit-CI ha provato vari approcci con altre organizzazioni internazionali e nazionali per esplorare la possibilità di unificazione. Alcuni hanno funzionato, ma molti altri sono falliti. Quali sono i criteri con cui abbiamo affrontato questi approcci in passato e continueremo a farlo in futuro?

«Abbiamo sempre difeso l'idea che i processi di unificazione devono essere solidi, preparati e discussi in profondità e, se necessario, lenti. In questo senso, proponiamo criteri chiari. Il primo è che la ricostruzione della Quarta deve basarsi su un programma», il che implica una comprensione comune della realtà mondiale e una strategia comune rispetto ad essa.(10)

È anche necessario concordare nelle posizioni sui principali fatti della lotta di classe, specialmente nei processi rivoluzionari, al fine di sviluppare un'azione militante comune rispetto ad essi. Altrimenti, quella coincidenza programmatica rimane solo a parole.

Un terzo criterio imprescindibile è che le relazioni tra le organizzazioni devono essere oneste e senza manovre sleali, per delimitare le differenze e persino per arrivare alla conclusione che l'unificazione immediata non è possibile ma che potrebbe avvenire in futuro. Quest'ultimo criterio lascia fuori da questo processo le piccole organizzazioni settarie o le «sette trotskiste» più grandi (nazionali o internazionali) per le quali «tutto vale» per parassitare le altre correnti e conquistarne alcuni militanti.

Infine, un aspetto molto importante: «Difendiamo la morale operaia e rivoluzionaria» che «per noi, costituisce un punto del programma. La profonda degenerazione delle organizzazioni trotskiste, risultato della lunga crisi, delle pressioni dello stalinismo nel passato e dell'«alluvione opportunista» degli ultimi due decenni, ha prodotto anche una degenerazione metodologica e morale».(11) Negli ultimi decenni, abbiamo assistito ad un allarmante aumento degli scontri di apparato; furto di sedi di partito e sindacali; mandati parlamentari e denaro; accuse senza prove e calunnie e, persino, aggressioni fisiche tra organizzazioni che si dichiarano rivoluzionarie. Ci posizioniamo categoricamente contro questi metodi che caratterizzano una profonda degenerazione morale. Sulla base di questi criteri, analizziamo alcune delle tendenze che si rivendicano della Quarta Internazionale.

 

Il Segretariato Unificato

Come abbiamo segnalato, la Rivoluzione cubana e il riconoscimento di Cuba come nuovo Stato operaio, nel 1963 hanno dato impulso al raggruppamento di parte importante delle forze trotskiste nel mondo, nel Segretariato unificato. Allontanato Michel Pablo dalle sue fila, la figura che diresse il Su fu Ernst Mandel.

Mandel non aveva i metodi autoritari di Pablo, ma conservò un elemento centrale del pablismo: le sue analisi e le caratterizzazioni del tutto impressionistiche e l'elaborazione di linee guida adattate alla «moda» imperante, in ogni momento, nell'avanguardia di sinistra, e da quel momento capitolarono a varie direzioni burocratiche e piccolo-borghesi.

Nel 1960, questo ha portato il mandelismo a capitolare alla direzione castrista cubana e alle organizzazioni guerrigliere, a promuovere una linea guerriglierista e a mettere le sezioni latinoamericane in situazioni che hanno avuto un costo elevato in vite e militanti (come il Prt-Erp di Argentina e il Por-C della Bolivia).(12) Negli anni '70 si trasformò in una posizione di «avanguardia» in generale: il compito non era di promuovere le rivendicazioni emerse dalle profonde necessità dei lavoratori e delle masse, ma solo campagne di impatto sulla «nuova avanguardia di massa».(13) Entrambe le linee sono state combattute dal morenismo e dal Swp.

Nella seconda metà degli anni '70, questo seguidismo prese un altro corso: il «democratismo» come espressione dell'impatto che il cosiddetto «eurocomunismo» aveva nella sinistra europea. Di fronte a questa pressione, Mandel ha assunto posizioni democraticiste.

Nel suo testo «Democrazia socialista e dittatura del proletariato» (1979), in seguito approvato dal Congresso Su, ha presentato un modello di dittatura del proletariato che era una capitolazione all'eurocomunismo e alla socialdemocrazia. Contro questo materiale, Nahuel Moreno ha scritto il libro Dittatura rivoluzionaria del proletariato. In esso, oltre ad analizzare e difendere l'essenza di questo regime politico, ha fatto una previsione: se Mandel e il mandelismo avessero continuato in questo percorso, avrebbero abbandonato il campo dei rivoluzionari e sarebbero passati al riformismo. Sfortunatamente, questa previsione si sarebbe avverata anni dopo.

Quasi contemporaneamente, il mandelismo ha nuovamente espresso la sua politica di capitolazione alle direzioni piccolo-borghesi e burocratiche che avevano guidato un processo rivoluzionario, con il sostegno al governo nicaraguense del Fsln nicaraguense.

 

Un salto di qualità

Le previsioni di Moreno si avverarono compiutamente dal XIV Congresso del Su (1995). Colui che ha dato il quadro teorico-politico è stato Daniel Bensaïd, che ne era diventato il principale dirigente. Nella sua relazione, Bensaïd ha analizzato che la restaurazione del capitalismo nell'Urss e negli altri ex Stati operai rappresentava una «grande trasformazione mondiale», un vero «cambiamento epocale». Per il SU era finito il periodo definito da Lenin come di «guerre, crisi e rivoluzioni», aperto con la prima guerra mondiale e l'Ottobre russo (l'epoca imperialista e rivoluzionaria).(15) Bensaïd credeva che eravamo entrati in un periodo molto più difensivo, con una «crisi nel progetto socialista», che richiedeva «costruire un nuovo programma».

Considerando che c'era stata «un'eclissi della ragione strategica», il Su eliminò l'asse del Programma di transizione scritto da Trotsky: la dittatura del proletariato. In questo quadro, tra gli altri slogan per promuovere la mobilitazione, se ne proponevano alcuni come radicalizzare la democrazia [borghese]; democratizzare l'Onu; creare nuove istituzioni finanziarie internazionali «democratiche»; eccetera. Il Su aveva cessato di essere un'organizzazione revisionista del trotskismo per diventare direttamente un'organizzazione riformista le cui azioni si integravano come la «gamba sinistra» del sistema capitalista e delle istituzioni della democrazia borghese.

Da lì, la non partecipazione ai governi borghesi cessò di essere un problema di principio per diventare un problema «tattico». Così lo espresse lo stesso Bensaïd nel suo dibattito con l'organizzazione Ds (Democrazia socialista, allora sezione del Su) sul fatto se questa dovesse entrare o meno nel governo borghese di Lula, nel 2003.(16) Successivamente, nel 2014/2015, la direzione del Su avrebbe aumentato il sostegno dei suoi militanti greci al governo borghese di Syriza.

 

Un nuovo tipo di partito

Insieme a questo cambiamento qualitativo e regressivo nel terreno teorico-politico, il Su ha abbandonato il compito di costruire partiti rivoluzionari secondo il modello leninista. La sua organizzazione principale, la Lega comunista rivoluzionaria (Lcr) francese, si è sciolta nel 2009, per fondare nello stesso anno il Nuovo partito anticapitalista (Npa). La sua proposta generale divenne la costruzione di «partiti ampi» in comune tra «i rivoluzionari e i riformisti onesti», il che ha implicato, naturalmente, l'accettazione del programma riformista.

In Portogallo fanno parte del Blocco di Esquerda che sostiene il governo borghese di Antonio Costa; nello Stato spagnolo integrano Podemos, che ha appoggiato il governo borghese di Pedro Sánchez Pérez-Castejón; in Italia hanno integrato Rifondazione comunista, che ha sostenuto il governo borghese di Romano Prodi e, in Grecia, come abbiamo visto, di Syriza. In Brasile, questo si espresse nella costruzione del Psol. In alcuni casi, come in Grecia, questo ha provocato crisi e dibattiti con settori di militanti (la Okde-Spartacus) e ha prodotto anche la scomparsa di Rifondazione, in Italia. Ma non hanno mai fatto un bilancio serio di questa politica disastrosa e, di fatto, continuano ad applicarla, come nello Stato spagnolo, in Portogallo e in Brasile. Questi partiti ampi sono passati da «anti-capitalisti» ad «anti-austerità», in una dinamica programmatica che è stata sempre più al ribasso e verso destra.

Il Su (ora chiamato Comitato internazionale della Quarta Internazionale) non è più un'organizzazione trotskista rivoluzionaria. Pertanto, non può essere considerato un possibile partecipante a un processo di ricostruzione di una Quarta Internazionale rivoluzionaria, sebbene insista nel presentarsi come «la continuità» della Quarta ed a usurparne il nome.

D'altro canto, agisce come un polo di raggruppamento di altre organizzazioni internazionali e nazionali (alcune delle quali continuano a rivendicare il trotskismo), che così si avvicinano alle sue posizioni e proposte riformiste. Crediamo che coloro che, all'interno del Su o della sua «sfera di influenza», credano sinceramente che ciò aiuti a «ricostruire la Quarta» si sbagliano profondamente: una vera ricostruzione della Quarta può venire solo da una dura battaglia contro le posizioni teoriche, programmatico e politiche del Su.

 

Gli eredi della tendenza «The Militant»

The Militant era una tendenza interna del Partito laburista (Labour Party - Lp) inglese, fondato dal trotskista Edward «Ted» Grant (1913-2006), dal 1964.(17)

Dopo aver oscillato nelle sue posizioni, finì per fondare la Lega socialista rivoluzionaria (Rsl) che, nel 1956, divenne la sezione della Quarta Internazionale pablista in Gran Bretagna. La Rsl aderì alla concezione e alla politica dell'«entrismo sui generis» per applicarla nell'Lp: nel 1960 iniziò per prima un entrismo nella gioventù del Lp e poi la costruzione di The Militant, come una politica a lungo termine in attesa della «radicalizzazione» del Lp e di capitalizzare le sue «scissioni di massa».

Ted Grant non si unì al Su quando si verificò il raggruppamento del 1963, e iniziò a sviluppare la sua organizzazione internazionale: il Comitato per una internazionale dei lavoratori (Cwi secondo il suo acronimo in inglese). Una delle sue caratteristiche era, come abbiamo visto, trasformare la tattica dell'entrismo in organizzazioni di massa con direzioni burocratiche in una strategia permanente, in stile pablista.(18) Nel 1992, il Cwi decise di porre fine all'entrismo nel Lp, ma Ted Grant si oppose a ciò e si trovò fuori dall'organizzazione. Con una minoranza di militanti iniziò la costruzione della Tendenza marxista internazionale (Imt secondo il suo acronimo in inglese).

La concezione pablista di questa corrente portò Alan Woods, successore di Ted Grant a dirigente principale della Imt, a seguire lo stesso percorso che Pablo aveva seguito con il Fronte di liberazione nazionale (Fln) algerino. Woods abbandonò la lotta per il potere dei lavoratori e divenne consigliere del governo borghese di Hugo Chávez in Venezuela.

In realtà, era il «trotskista ufficiale» del castrochavismo: per esempio, è l'unico autore «trotskista» che può vendere i suoi scritti alla Fiera del libro di L'Avana.(19) Oggi ha preso una certa distanza dal governo di Nicolás Maduro, ma ha sostenuto la sua repressione e continua a rivendicare il «processo bolivariano», nonostante il disastro al quale ha condotto.

Il settore che ha continuato come Cwi, guidato dall'inglese Peter Taaffe, nonostante abbia lasciato il Lp in Inghilterra e abbia costruito il Partito socialista (Sp secondo il suo acronimo in inglese), mantiene come una delle sue politiche essenziali l'entrismo a lungo termine nelle organizzazioni riformiste ed elettoraliste a direzione piccolo-borghese e burocratica, come il Psol brasiliano. Arrivò al limite di sostenere la candidatura di Bernie Sanders contro Hillary Clinton nelle ultime primarie dell'imperialista Partito democratico statunitense.

Un'altra differenza molto importante è che, di fronte alla lotta del popolo palestinese, il Cwi invita a formare un'alleanza con il «proletariato israeliano», quando questo proletariato è in realtà la base sociale del gruppo sionista imperialista e la sua vasta maggioranza è a favore della difesa a oltranza di questo Stato genocida.

 

La Ft-Pts

Così come abbiamo segnalato in uno degli articoli che le abbiamo dedicato in questa serie sugli 80 anni della Quarta Internazionale «Le differenze con la Frazione trotskista (Ft) sono nate dalla stessa origine del Partito socialista dei lavoratori (Pts), una scissione del Mas argentino e della Lit-CI, nel 1988, che ha iniziato la costruzione della Ft con sezioni in America Latina e alcuni gruppi in Europa».(20)

Le principali differenze del Pts/Tf sono state espresse in una dura critica alle elaborazioni di Nahuel Moreno che, sulla base dello studio dei processi rivoluzionari del seconda dopoguerra, ha elaborato contributi critici su aspetti della formulazione delle Tesi della rivoluzione permanente, scritte da Trotsky nel 1930. Soprattutto, la sua rivalutazione delle «rivoluzioni democratiche» che rovesciarono regimi dittatoriali o liberarono le colonie dall'imperialismo.

Per il Pts/Ft queste elaborazioni erano una concezione tappista o semitappista che abbandonava la teoria della rivoluzione permanente di Trotsky e che portava alla costruzione di organizzazioni centriste. Così, si doveva rompere con il morenismo e riprendere la costruzione di un «vero e proprio trotskismo di Trotsky». Nell'articolo già citato, abbiamo ampiamente risposto a questo dibattito con la Ft.

Ritengono che non vi sia alcuna divergenza tra realtà e teoria. Tutto è stato previsto negli scritti di Trosky e non c'è nulla di cui preoccuparsi, su cui meditare o da correggere. La nascita del Pts è strettamente associata a questo metodo che trasforma il marxismo in un «dogma biblico» e non in una scienza viva che deve verificare in modo permanente le costruzioni teoriche nella realtà e, da lì, migliorarle e/o modificarle, in tutto o parzialmente. Un metodo che li porterà, anni più tardi, a negare che il capitalismo sia già stato restaurato in Cina e che nega ancora che la restaurazione si sia completamente prodotta a Cuba.

Questa discussione teorico-politica si è fatta molto acuta rispetto al processo rivoluzionario nel mondo arabo, iniziato alla fine del 2010 con il rovesciamento del dittatore tunisino Ben Ali, che successivamente si è esteso in Egitto, Libia e Siria. La Ft ha rifiutato di qualificare questi processi come «rivoluzioni» e di avere una politica rivoluzionaria concreta rispetto ad essi e alle guerre civili scoppiate in Libia e in Siria, proponendo di non agire all'interno dell'ambito militare che combatteva contro le dittature di Gheddafi e Assad.

 

Una svolta di 180 gradi

Fino a questo punto del dibattito tra Lit e Ft, questa organizzazione ci ha criticato da «sinistra» e da posizioni di «ultra-ortodossia trotskista». Tuttavia, nei dibattiti più recenti, la Ft continua a criticarci duramente come in passato, ma ora vediamo che si è posta alla nostra «destra» e utilizza argomenti precedentemente impensabili. Il punto di partenza è che ha adottato la «caratterizzazione» (comune alla maggior parte della sinistra internazionale) che esiste una «ondata reazionaria» nel mondo. Poiché la correlazione di forze con il nemico è molto sfavorevole, si impongono essenzialmente tattiche unitarie.

Strettamente collegato a questo, le sezioni più importanti della Ft hanno indirizzato la loro attività verso l'asse elettoral-parlamentare come centro della loro attività. Chi esprime molto chiaramente questo è il Mrt brasiliano, che ha chiesto di unirsi al Psol e che presenta candidati per questo partito.(21) Coerentemente con questa posizione «satellite» del Psol, uno dei principali assi di agitazione del Mrt e della Ft è la campagna per «Lula libero» e «Lula candidato alla presidenza».

La politica del Mrt riflette quella della Ft nel suo insieme e, soprattutto, quella del suo partito principale, il Pts di Argentina. I «sintomi» non sono così evidenti come nel Mrt per il maggior peso dell'organizzazione argentina (anche le strutture dei lavoratori) e perché ha ottenuto successi elettorali attraverso il Fronte della sinistra e dei lavoratori (Fit), che cerca di mantenere un «profilo trotskista». Tuttavia, sono chiaramente già lì: sulla base di questi successi elettorali, diversi anni fa il Pts ha agito come un'organizzazione elettoralistica e parlamentare.(22)

Le differenze teorico-politiche che abbiamo con la Ft sono profonde. Ma anche se esse diminuissero, questa organizzazione ha un metodo di relazionarsi sleale (come condurre la tattica dell'«entrismo segreto» in altre organizzazioni trotskiste). Sebbene sia più grande, la Ft ha il metodo delle sette parassitarie. Ciò rende oggi impossibile qualsiasi approccio su basi serie e oneste. Inoltre, determina che, in queste condizioni, la Ft possa svolgere solo un ruolo negativo e distruttivo in un processo di progresso nella ricostruzione della Quarta Internazionale.

 

Il nazional-trotskismo

Dalla crisi del 1953 cominciò a emergere una profonda deviazione in alcune organizzazioni, che abbiamo chiamato nazional-trotskismo: correnti i cui sforzi si sono concentrati quasi esclusivamente sullo sviluppo dell'organizzazione nazionale di origine e non nella costruzione di una Internazionale e nel suo gruppo dirigente. Questo processo si è accentuato con quelle organizzazioni che non entrarono nel raggruppamento del 1963, come il Partito operaio rivoluzionario (Wrp) della Gran Bretagna, guidato da Gerry Heally, e il Pci francese (poi Oci) di Pierre Lambert. Sebbene entrambi abbiano sviluppato gruppi in altri Paesi, non erano veri internazionalisti ma collaterali che ruotavano attorno al «partito madre» ed erano centralizzati in modo ferreo sul loro gruppo dirigente.

Queste organizzazioni nazional-trotskiste hanno alcune caratteristiche comuni: sono costruite attorno a un «dirigente infallibile» e hanno un metodo di funzionamento interno altamente burocratico. Per questo motivo, qualsiasi differenza politica con quel dirigente e con la sua squadra di solito finisce con espulsioni, con l'argomento della «difesa dell'organizzazione». La combinazione di questo funzionamento interno con la mancanza di controllo di una Internazionale è esplosiva.

Il Wrp si è trasformato, nella prima metà degli anni '70, nella principale organizzazione trotskista del mondo (oltre 5.000 militanti), con peso in importanti strutture operaie. Nel 1985, Healy ha ricevuto una gravissima accusa morale: importunare e costringere molte militanti del partito ad avere rapporti sessuali con lui. La maggior parte della dirigenza si è schierata in sua difesa e il partito ha finito per esplodere in numerose piccole frazioni.(23)

Nel caso dell'Oci lambertista, per prima si è profondamente adattata agli apparati sindacali burocratici francesi (in particolare la Forza operaia) e poi ha completamente capitolato al governo borghese di fronte popolare di François Mitterrand (dal 1981).(24) L'Oci aveva raggiunto un certo sviluppo ma dopo successive espulsioni e scissioni si è notevolmente ridotta. In questo processo, ha adottato il nome di Pt, con un programma molto ridotto. La sua corrente internazionale è quasi scomparsa.

Attualmente un'organizzazione chiaramente nazional-trotskista è il Partido Obrero (Po) di Argentina, un'organizzazione di origine lambertista che non ha mai dato importanza o dedicato i suoi sforzi alla costruzione di una Internazionale. Alle caratteristiche che abbiamo già segnalato (dirigente «infallibile» e burocratismo interno), dobbiamo aggiungere la burocrazia nel suo movimento di massa e nelle sue organizzazioni. Rispetto alla sua politica quotidiana, il Po (anche se cerca di mantenere un profilo trotskista e la militanza nelle strutture) si è così trasformata in un'organizzazione il cui asse è l'attività elettoral- parlamentare.

 

Alcune conclusioni

Fino agli anni '70, Nahuel Moreno ha individuato che c'era un «movimento trotskista». Ha definito che, al di là delle differenze, c'era «una corrente indipendente dagli apparati burocratici, anche se non aveva unità organizzativa». Questo movimento non esiste più come tale: come parte dell'«alluvione opportunistica» che ha travolto la sinistra sin dagli anni '90, importanti settori di questo movimento hanno «superato il limite» e abbandonato il campo rivoluzionario, trasformandosi in cinghie di trasmissione (e vivendo a spese) della democrazia borghese e parlamentare, dei fondi statali o degli apparati sindacali burocratici.

Alcuni lo hanno fatto esplicitamente, come il Su. Altri, in modo più vergognoso: stanno ancora rivendicando di essere trotskisti ma stanno andando avanti (più lentamente o più velocemente) in quella direzione. Oltre alle differenze teoriche che abbiamo con loro, ci troviamo di fronte a differenze incompatibili nelle politiche rispetto a processi specifici. Molte di queste organizzazioni hanno capitolato al chavismo venezuelano, a Syriza in Grecia, al Pt e a Lula in Brasile (e continuano a farlo). È sufficiente vedere, ad esempio, come in Brasile la grande maggioranza delle correnti che si dichiarano trotskiste stanno nel Psol, conducono la campagna per «Lula libero» e criticano il Pstu come «settario» quando si oppone a questa linea. Con molti di loro, inoltre, ci separa il metodo di relazionarsi slealmente e l'adozione della morale del «vale tutto».

Siamo pienamente consapevoli che la Lit-CI ha sofferto le conseguenze dell'«alluvione opportunistica» e che, dopo la morte di Nahuel Moreno, ha attraversato una profonda crisi che quasi ha portato alla sua scomparsa. Ma analizzando auto-criticamente i propri errori e cercando di correggerli, sta superando questa crisi, e le sue sezioni e i suoi militanti cercano di intervenire e di costruirsi attivamente nei processi reali della lotta di classe. Con una politica rivoluzionaria trotskista, le sue sezioni e i suoi militanti svolgono un ruolo di primo piano nel processo di riorganizzazione del movimento operaio e di massa, come ad esempio Csp-Conlutas in Brasile; i CoBas nello Stato spagnolo; [il Fronte di lotta] No Austerity in Italia, Sitrasep in Costa Rica, tra gli altri. Inoltre, poiché consideriamo che il marxismo non è un dogma ma una scienza viva e che si arricchisce con lo studio di nuovi fatti della realtà, siamo in un processo di attualizzazione del Programma di transizione
Oggettivamente, per il suo funzionamento centralista-democratico, per il suo programma e per il mantenimento della strategia della dittatura del proletariato, per la sua politica concreta rispetto ai processi e per la sua difesa della morale rivoluzionaria, la Lit-CI è oggi, con tutte le sue debolezze, l'unica organizzazione rivoluzionaria trotskista internazionale che merita questo nome. È una constatazione, in gran parte dolorosa, della realtà delle «forze trotskiste».

Nel quadro che abbiamo analizzato, proporre immediatamente un possibile raggruppamento strategico con altre forze che si definiscono trotskiste sarebbe sbagliato e, allo stesso tempo, irresponsabile. Forse in futuro, la lotta di classe consentirà un avvicinamento con alcune delle organizzazioni che abbiamo considerato, o con altre. Quando questa possibilità si verificherà nella realtà, agiremo come abbiamo fatto in passato: con serietà, onestà e lealtà, per cercare di renderla concreta. Lo faremo con i criteri che abbiamo già menzionato in questo stesso articolo. Pertanto, riteniamo che una vera ricostruzione della Quarta Internazionale sia attualmente in corso attraverso la costruzione della Lit-CI.

 

(*) dal sito della Lit-Quarta Internazionale

www.litci.org

(traduzione a cura del Gruppo traduttori Pdac)

 

Note

(1) Sul tema della fondazione della Quarta Internazionale come continuazione della Terza, si veda l'articolo di Alicia Sagra, in: https://litci.org/es/menu/especial/80-anos-de-la-cuarta/reconstruir-la-iv-continuidad-la-iii-internacional/

(2) Citato da Eduardo Almeida, in: https://litci.org/es/menu/teoria/historia/defensa-la-cuarta-internacional/

(3) Circa questo processo, si veda: https://litci.org/es/menu/especial/80-anos-de-la-cuarta/la-lucha-la-reconstruccion-la-iv-internacional-papel-del-parte-i/

(4) Ídem.

(5) Si veda: https://litci.org/es/menu/teoria/historia/defensa-la-cuarta-internacional/

(6) Pablo si oppose alla riunificazione del 1963, cominciò a fungere da consulente del governo borghese del Fln algerino, e cominciò a costruire una piccola organizzazione internazionale. Fu ufficialmente espulso dal Su nel 1964.

(7) Su alcuni di questi dibattiti, raccomandiamo di leggere i libri di Nahuel Il partito e la rivoluzione, del 1973 (noto come «Morenazo») e Dittatura rivoluzionaria del proletariato, del 1980, entrambi rieditati da Editora Lorca, 2010.

(8) Si veda: https://litci.org/es/menu/teoria/historia/nahuel-moreno-nuestra-experiencia-con-el-lambertismo/

(9) http://phl.bibliotecaleontrotsky.org/arquivo/estatutosLIT.pdf

(10) Su questi criteri e sulle basi di questo programma, si veda: https://litci.org/es/menu/teoria/el-proyecto-estrategico-de-la-lit-ci-es-reconstruir-la-iv-internacional/

(11) Ídem.

(12) Il Prt-Erp è stata riconosciuta come sezione ufficiale argentina del Su nel 1969, a scapito dell'organizzazione morenista (Prt-La Verdad). Ha rotto con il Su e il trotskismo nel 1973.

(13) Nel dibattito con queste posizioni e con un bilancio dell'esperienza di guerriglia, Nahuel Moreno ha scritto e presentato al X Congresso il documento già citato, conosciuto come «Morenazo» e ora rieditato come Il partito e la rivoluzione.

(14) Dichiarazione della Frazione bolscevica (1979).

(15) Per un'analisi più approfondita di questo tema, si veda: https://litci.org/es/menu/especial/80-anos-de-la-cuarta/la-lucha-la-reconstruccion-la-iv-internacional-papel-del-parte-ii/

Per consultare direttamente i testi di Daniel Bensaïd, si veda: http://www.internationalviewpoint.org/spip.php?rubrique4 e http://danielbensaid.org/Uma-nova-epoca-historica?lang=fr

(16) Su questo tema, si veda: http://danielbensaid.org/Carta-a-Democracia-Socialista?lang=fr

(17) Sul percorso di Ted Grant, The Militant e la sua corrente, si veda: https://litci.org/es/menu/especial/80-anos-de-la-cuarta/tendencia-marxista-internacional-tmi-del-entrismo-permanente-al-abandono-la-dictadura-del-proletariado/

(18) Ídem.

(19) Si veda l'articolo «Alan Woods: el 'trotskista oficial'» in Correo Internacional No 14 (dicembre 2015).

(20) https://litci.org/es/menu/especial/80-anos-de-la-cuarta/fraccion-trotskista-pts-del-sectarismo-propagandistico-al-oportunismo-electoralista-parte-i/

(21) Su questa parte del dibattito con la Ft/Pts, si veda: https://litci.org/es/menu/especial/80-anos-de-la-cuarta/fraccion-trotskista-pts-del-sectarismo-propagandistico-al-oportunismo-electoralista-parte-ii/

(22) Ídem.

(23) Una di esse, guidata da Bill Hunter, entrò nella Lit-CI e formò la Internacional social league (Isl).

(24) Si veda l'articolo sul lambertismo citato nella nota 8.

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