Riavviamo gli impianti alla Vinyls
L'urlo dall'Asinara, l'Isola dei Cassaintegrati: "Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso".
di Riccardo Bocchese
Porto Torres, Porto Marghera e Ravenna. Sono le tre sedi della Vinyls, l'unica industria chimica che produce il pvc e il cvm in Italia.
O meglio, che produceva, visto che la produzione è ormai
ferma da agosto dello scorso anno.
Ma i lavoratori non ci stanno. In molti indossano una
maglietta con scritto: "Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso". E
lottano.
Gli oltre 400 lavoratori suddivisi tra le tre sedi stanno
sperimentando molteplici forme di lotta: blocco dell'aeroporto di Alghero,
occupazione della direzione a Porto Marghera con i lavoratori incatenati,
occupazione e presidio ad oltranza della Torre Aragonese, blocco dei mezzi
pubblici a Porto Torres, blocco delle strade statali con denunce e
segnalazioni.
Ora, da circa due mesi, i lavoratori sardi stanno occupando
l'Asinara, l'isola di fronte a Porto Torres, in provincia di Sassari. Un'azione
che ha permesso la rapida diffusione delle notizie con la costituzione di un
gruppo su facebook che conta già
oltre 90 mila membri.
Ne parliamo con Argentino Tellini della Vinyls di Porto
Torres.
La Vinyls è in amministrazione straordinaria da mesi ed ora è in vendita. Quante persone sono coinvolte nelle sorti di questa industria chimica?
E' difficile quantificare precisamente. Ma qui a Sassari sono circa 4500 famiglie che rischiano di finire sul lastrico: la fermata della Vinyls ha fatto salire i prezzi e in Italia, a causa dell'effetto domino, sono a rischio non meno di 15 mila lavoratori
Dopo varie forme di lotta, ormai quasi due mesi fa, avete scelto l'occupazione dell'isola dell'Asinara: come mai?
E' stato in contemporanea con l'inizio della trasmissione dell'Isola dei famosi, l'isola dell'opulenza e dei falsi valori. Asinara è di fronte a Porto Torres, siamo andati noi a fare il reality, quello dei cassaintegrati..., l'unico reale.
Cosa ne pensa l'Isola dei Cassaintegrati della cassa integrazione, anche dopo il provvedimento votato da centrodestra e centrosinistra della commissione lavoro della Camera, che allunga di sei mesi il periodo di cassa integrazione, provvedimento che ha trovato il plauso dei sindacati?
La cassa integrazione è l'anticamera della bancarotta psicologica ed economica. E' un palliativo, non abbiamo bisogno di elemosine, è uno spreco di soldi pubblici. Serve a dividere gli operai e permette alle multinazionali senza scrupoli di lasciare le macerie... Il paese ha bisogno di interventi strutturali.
L'occupazione dell'isola è stata un ottimo strumento per divulgare la grave situazione che molti lavoratori stanno subendo. Come pensate di proseguire la lotta?
C'è la festa del primo maggio all'Asinara; certo la stanchezza pesa, ma finché non abbiamo la certezza del riavvio degli impianti rimaniamo sull'isola.
Come valutate la posizione dei sindacati e la firma della Cgil all'intesa sulla chimica con l'Eni dello scorso ottobre senza la condivisione dei lavoratori? E' presente il sindacalismo di base?
No, non ci sono sindacati di base. La nostra è stata una lotta spontanea, al di là dei sindacati. Ci sono lavoratori iscritti alla Cgil ma anche ad altri sindacati. La Cisl è scomparsa. La Camusso (della segreteria confederale Cgil n.d.r) domenica 18 aprile è venuta da noi e ha sconfessato l'accordo di dicembre. Mi sembra che questo dica molto...
Il ministero del Tesoro è azionista di maggioranza dell'Eni, ente che forniva la materia prima necessaria, il dicloroetano. Come si sono comportati?
Eni
si è comportata in maniera indegna. Non vuole più la chimica. Ha scelto i
settori che danno molto profitto, il gas e l'energia. Hanno dismesso la
chimica, non la vogliono più fare.
Eni
e il ministero del Tesoro che è il primo azionista, hanno delle enormi
responsabilità economiche, sociali e morali.
La crisi economica è spesso utilizzata
come scusa per chiudere e per risparmiare sulla forza lavoro. Questa eventuale
vendita della Vinyls agli arabi della Ramco come è vista dai lavoratori?
Questa è una bella domanda... come unica soluzione pratica ma come il male minore. La privatizzazione di un settore così importante è sempre pericolosa. Ma chi l'ha detto che le aziende pubbliche non funzionano? Qui stiamo parlando di un settore strategico controllato dallo Stato. Svendere il know how a multinazionali il cui unico scopo è il profitto, significa che poi alla prima occasione possono trasferire la produzione in Serbia o in un altro paese dove la forza lavoro costa di meno... la Fiat ce l'ha fatto vedere bene come fanno a privatizzare gli utili e a socializzare le perdite.
I padroni hanno paura delle notizie che parlano di ribellione e lotta (come alcuni esempi che ci sono arrivati dalla Francia e da altri paesi d'Europa) e i media in mano ai padroni pubblicizzano il meno possibile queste notizie per evitare l'effetto contagio. Secondo te sta tornando la coscienza della necessità di una lotta di classe?
Siamo
distanti... i ragazzi hanno altro per la testa. Ma c'è sicuramente l'antagonismo
di classe, dato dalle disparità nelle retribuzioni tra i lavoratori e i manager
italiani che non hanno pari nel mondo. Ma è ancora una cosa istintiva, non si
può parlare di una coscienza.
Ma posso fartela io una domanda? Come mai ci sono così tanti
partiti comunisti in Italia?
Come compagni del Partito di Alternativa Comunista
siamo impegnati per costruire, nelle lotte e nelle mobilitazioni che
soprattutto in questa fase di violenta crisi strutturale del capitalismo si
susseguono, il partito comunista di cui realmente c'è bisogno. Quello che lotti
contro questo sistema non già per riformarlo, ma per sostituirlo con un altro
in cui la classe lavoratrice - che è la grande maggioranza in una società
dominata invece da un'infima minoranza - si governi da sé.
Non abbiamo la presunzione di proclamarci "questo"
partito; e l'organizzazione internazionale a cui ci riferiamo - la Lega internazionale dei
lavoratori - non ha la presunzione di proclamarsi "questa" Internazionale. La
nostra è invece, una proposta di costruzione comune di quel partito, partendo
dai principi dell'indipendenza di classe e dell'autonomia dei comunisti
rispetto alla borghesia.
La realtà quotidiana e anche le vicende della Vinyls
ci dimostrano che la prospettiva rivoluzionaria è l'unica realistica: il
capitalismo comunque governato, da governi di centrodestra o di centrosinistra,
si traduce in miseria, guerra, sfruttamento, devastazione ambientale,
discriminazioni razziali e sessuali. L'unica difesa possibile dei lavoratori è
quella di rovesciare questo sistema economico e sociale, il capitalismo, per
dare ai lavoratori il controllo dell'economia e della produzione.