Egitto
Un grido risuona in piazza Tahrir:
né militari né Fratelli musulmani!
Lit-Quarta Internazionale
Il 19 di novembre del 2011 rimarrà sempre come una data memorabile per la rivoluzione egiziana. Quel giorno c'è stato il primo scontro di ampio impatto tra la gioventù impoverita che aveva rovesciato Mubarak e il governo del Consiglio supremo delle forze armate (Csfa), la giunta militare capeggiata dal maresciallo Tantawi che ha usurpato quella enorme conquista e ha assunto il potere tra il febbraio 2011 e il giugno 2012. In quella giornata, migliaia di manifestanti scesero nelle strade per esigere il passaggio del potere ad una “autorità civile” e per protestare contro le prerogative che la direzione dell'esercito voleva arrogarsi nella Costituzione che era in discussione.
Fu così che organizzazioni giovanili presero la simbolica piazza Tahrir e marciarono per via Mohamed Mahmoud, verso il ministero dell'interno, dove centinaia di militari e poliziotti li aspettavano. La marcia non riuscì ad arrivare, era stata ricevuta da raffiche di mitragliatori che falciarono la vita di non meno di 47 persone.
Nel 2012, nel primo anniversario dei “fatti di Mohamed Mahmud”, venne organizzata una nuova protesta. Un'altra volta si scatenò la repressione. Senza dubbio, questa volta, l'ordine di attaccare le masse popolari vennero dal governo di Morsi e dei Fratelli musulmani.
Diventata già un simbolo, le manifestazioni del secondo anniversario di quella strage si sono svolte nel mezzo della situazione aperta dalla caduta di Morsi e dall'installazione del governo di Adli Mansur, marionetta del generale Al Sisi e dell'alta cupola militare. Ci sono stati scontri, repressione, due morti e decine di feriti.
Ci sono stati vari presidi e cortei. Il governo militare, continuando la sua politica di usurpazione della rivoluzione, ha convocato i suoi simpatizzanti a Tahrir, dove si sono radunati portando striscioni con il motto “Sisi è il mio presidente” e fotografie dell'attuale “uomo forte” del Paese. Il governo ha dichiarato festa nazionale e il 18 novembre, il primo ministro Beblawi ha inaugurato un monumento di omaggio ai “martiri della rivoluzione”.
Da parte loro, anche i Fratelli musulmani hanno mobilitato i loro seguaci, non chiedendo la punizione degli assassini dei giovani di Mohamed Mahmud, ma, come fanno sistematicamente, per esigere il ritorno al potere del deposto Morsi.
Il movimento Tamarod, sempre più identificato con il governo militare, ha annunciato che ritirava la sua partecipazione alle commemorazioni di Mohamed Mahmud.
Fin qui la giornata avrebbe ripetuto lo stesso scenario che perdurava dalla caduta di Morsi: una “polarizzazione” tra il governo provvisorio e i seguaci dei Fratelli musulmani.
Tuttavia c'è stato un elemento nuovo: per la prima volta da luglio, ha fatto la sua apparizione un settore “contro i militari e contro i Fratelli musulmani”, che in questi mesi ha delineato i suoi contorni politici ed organizzativi: ha cominciato chiamandosi “la terza posizione” per poi definirsi come il “Fronte rivoluzionario” (Fr). Questa piattaforma, come analizzato in un'altra nota [1], è formata da vari individui e organizzazioni, come il Movimento 6 aprile e i Socialisti rivoluzionari (Sr).
“Il governo e il Ministero dell'interno vogliono farci credere che i Fratelli musulmani sono stati responsabili di quelle morti. E i Fratelli musulmani vogliono sfruttare questa data per tornare al potere. Omettono che, nel passato, anche quando ancora erano al potere, erano morti dei manifestanti” [2], ha affermato un attivista criticando l'ipocrisia del governo e dei Fratelli musulmani.
“Contro Al Sisi, contro i Fratelli musulmani, viva la rivoluzione!”
Il Fronte rivoluzionario ha diretto una mobilitazione di diverse migliaia di persone, che ha marciato per le immediate vicinanze di Tahrir, potando bare di cartone con i nomi dei loro compagni assassinati due anni prima ed esigendo “pene” per gli alti comandi militari e dei Fratelli musulmani.
Oltre a onorare i caduti, i manifestanti esigevano che “si giudichino i responsabili dei morti delle proteste del 2011 e quelli dell'anniversario del 2012”, come ha evidenziato Mohamed Adel, un portavoce del Movimento 6 aprile.
I giovani del Fr portavano striscioni nei quali si poteva vedere una mano con tre dita alzate, in riferimento alle tre domande avanzate dall'inizio della rivoluzione: pane, libertà e giustizia sociale.
Le proteste erano cominciate la notte precedente, quando centinaia di giovani hanno distrutto un monumento in onore ai martiri della rivoluzione, inaugurato cinicamente dal governo. “Abbasso i traditori della rivoluzione: islamisti, seguaci di Mubarak e dell'esercito”, è stato scritto con vernice rossa sul “memoriale”. “Non vogliamo uccidere nessuno, non vogliamo spargimenti di sangue. Quello che vogliamo è giustizia per i martiri e castigo per quelli hanno pregiudicato il Paese e la rivoluzione” [3], gridava un attivista con un megafono. Il motto della manifestazione era “meno monumenti e più giustizia” .
Il corteo del Fr era composto, inoltre, da studenti di discipline umanistiche, di diritto, farmacia, arte, medicina, economia e ingegneria gestionale, che gridavano tutti: “Abbasso il regime militare!”, “Contro Al Sisi, contro i Fratelli musulmani, viva la rivoluzione!”.
Quando il corteo era già in via Mohamed Mahmud, la colonna del Fr ha bloccato l'accesso alla strada stessa con striscioni che dicevano “proibito l'ingresso ai militari, ai Fratelli musulmani e ai residui del regime di Mubarak”. Ad Alessandria, un'altra manifestazione del Fr portava una enorme bandiera con la scritta: “Morte a Morsi, Sisi, Tantawi, Mubarak”.
Al Cairo, non è passato molto tempo prima che si arrivasse allo scontro fisico tra i manifestanti del Fr e i simpatizzanti di Al Sisi e dell'attuale governo militare. Ci sono stati scontri nella stessa piazza Tahrir e i simpatizzanti di Al Sisi, in minoranza numerica, sono stati inseguiti fino in piazza Abdel Moneim Riad, dove tutti sono stati dispersi dai gas lacrimogeni lanciati dalla polizia. Il bilancio della giornata è stato di 2 morti e più di 40 feriti.
La polarizzazione nel movimento studentesco
Queste proteste e la rinascita di un settore indipendente dai militari e dai Fratelli musulmani si hanno nel quadro di una ebollizione delle lotte e di un aumento della polarizzazione nelle principali università dell'Egitto.
Precedentemente a Mohamed Mahmud, nella facoltà di economia dell'università del Cairo, gli studenti appartenenti al Fr avevano organizzato delle proteste contro “il regime militare e il tradimento dei Fratelli musulmani”. Questa manifestazione, in seguito, si è diretta alla stazione del metrò di Abdeen, dove confluivamo cortei organizzati dallo stesso gruppo di altre università come Helwan e Ain Shams.
Uno dei coordinatori del Fr dell'Università del Cairo, Mustafa Haggag, ha raccontato che “il corteo studentesco si è diretto a piazza Talaat Harb per unirsi alla protesta principale organizzata dal Fronte”.
Il Fr ha anche organizzato proteste studentesche simili nell'università di Banha e altre iniziative si sono svolte in quelle di tanta, Helwan e Ain Shams. Altri cortei e manifestazioni del Fr si sono svolte ad Alessandria, Beni Suef, Dakhalia e Port Said [4].
Questo è accaduto nel quadro della settimana più violenta nelle università dal 25 gennaio 2011, in cui ci sono stati scontri tra i seguaci del Fr e i simpatizzanti di al Sisi e i militanti dei Fratelli musulmani. Ci sono anche scontri tra seguaci dei Fratelli musulmani e sostenitori del governo provvisorio, non essendo pochi i casi di repressione .poliziesca. Queste poteste e sconti fisici si sono avuti, soprattutto, nelle università del Cairo, Ain Shams, Al-Azhar, Alessandria, Zagazig, Mansoura, Tanta, Beni Suef, Menia, Asiut, Sohag, Aswan e università del Canale di Suez [5].
Rinforzare una “terza posizione” indipendente!
Nell'attuale situazione della rivoluzione egiziana, è fondamentale affrontare tutte le misure repressive del governo sostenuto dai militari. Allo stesso tempo, la lotta contro il governo non può confondersi con un appoggio alle mobilitazioni dei Fratelli musulmani, che perseguono il ritorno di Morsi al potere, perché quest'ultimo è stato rovesciato dalle masse precisamente per aver governato al servizio dei ricchi, dei militari e dell'imperialismo, oltre ad aver promosso un progetto dittatoriale e teocratico ultrareazionario.
Per questo, come stiamo dicendo, il compito principale è continuare la lotta contro le misure del governo, difendere le organizzazioni e scendendo nelle strade con lo slogan “Abbasso il regime militare! Né militari né Fratelli musulmani!”.
E' per questo che la formazione e le azioni del Fr sono estremamente progressive. Nonostante i limiti programmatici e l'eterogeneità del raggruppamento, l'ubicazione politica all'opposizione dei militari e dei Fratelli musulmani è fondamentale e indica un percorso corretto alle lotte attuali e future.
Nonostante le misure reazionarie e repressive del governo, si evidenzia che le masse egiziane non sono state sconfitte. Dopo la confusione generale causata dal golpe militare, il movimento comincia a rialzare la testa. Il 26 ottobre c'è stata la prima protesta non islamista contro la legge che limita il diritto di protesta e di sciopero. Il 16 novembre il giovane attivista rivoluzionario, Ahmed Harara (che perse un occhio nel febbraio 2011 e l'altro nel novembre 2012 a causa della repressione), ha osato, per la prima volta da mesi, denunciare in televisione il generale Al Sisi, accusandolo di essere il responsabile dei massacri in via Mohamed Mahmoud. “Il Consiglio militare che uccise queste persone deve essere ritenuto responsabile. Al Sisi, che oggi è al potere, faceva parte di quel consiglio”, ha detto Harara.
Tutto questo succede nel quadro di una situazione economica ogni giorno più asfissiante, dove l'inflazione a ottobre ha superato il 11,5%, la disoccupazione si stima al 30% e il 40% della popolazione sopravvive con un dollaro al giorno. E' possibile che questi scontri prefigurino battaglie più grandi.
(traduzione di Matteo Bavassano)
Note
[1] (http://litci.org/inicio/newspaises/africa/egipto/4093-egipto-luchas-y-frente-)
[2] Deutsche Welle, 20/11/2013: http://www.dw.de/aos-poucos-popula%C3%A7%C3%A3o-laica-se-une-a-protestos-contra-o-ex%C3%A9rcito-no-egito/a-17242256
[3] Deutsche Welle, 20/11/2013: http://www.dw.de/aos-poucos-popula%C3%A7%C3%A3o-laica-se-une-a-protestos-contra-o-ex%C3%A9rcito-no-egito/a-1724225
[4] http://www.dailynewsegypt.com/2013/11/19/protests-mark-mohamed-mahmoud-anniversary/
[5] http://www.egyptindependent.com/news/egypt-universities-see-most-violent-week-25-january-revolt