Fronte di Lotta No austerity:
verso la 5a Conferenza nazionale
Intervista a un operaio Stellantis e a un operaio Pirelli
Dopo tre anni di impedimenti dovuti alla pandemia, il 12 e 13 novembre, a Roma, si svolgeranno i lavori della 5a Conferenza nazionale del Fronte di Lotta no austerity.
Il documento politico di appello alla partecipazione, pubblicato sul sito del Flna, partendo da una premessa generale dove si ricordano l’importanza di questa fase storica per la lotta di classe e gli attacchi su vari fronti perpetrati dai governi borghesi ai danni delle classi popolari, si articola su svariate tematiche come guerra, ambiente, carovita e degrado sociale, giovani e futuro.
Intervistiamo Roberto Tiberio, operaio Stellantis e Diego Bossi, operaio Pirelli, entrambi attivisti del sindacalismo di base e del Flna.
Roberto, quali sono gli scopi oggi del Fronte di Lotta No austerity?
Per rispondere a questa domanda, è utile fare una premessa. Il capitalismo, che permea ogni aspetto della nostra vita, promuove l'individualismo e l'opportunismo a colonne portanti di questa società. Dividere e contrapporre i lavoratori, gli studenti, i pensionati e tutte le realtà sociali oppresse è utile solo alle classi dominanti e alla loro corsa al profitto. L'inevitabile malessere sociale che ne deriva sfocia in lotte sindacali, proteste, nascita di comitati e associazioni a difesa delle più svariate cause, ma queste azioni, essendo circoscritte e sporadiche, finiscono spesso col perdere di forza ed efficacia. Il Fronte di Lotta No Austerity nasce proprio per convogliare tali singole azioni in un unico fronte, appunto, superando le divisioni settarie e favorendo una visione comune di lotta. Combattere il sistema capitalista, il razzismo, il maschilismo, qualsiasi forma di oppressione, lottare per la solidarietà di classe, per il lavoro, la sicurezza, per la difesa dell’ambiente sono propositi che vanno al di là della appartenenza di ciascuno di noi a questo o quel sindacato, quella associazione o gruppo, sono quei grandi temi che uniscono e creano i presupposti per grandi lotte.
Diego, come pensate di unire le lotte se il panorama sindacale è diviso e frammentato?
La frammentazione non è una responsabilità dei lavoratori che, al contrario, hanno interesse a unirsi nella lotta e a unire le lotte per essere più forti di fronte agli attacchi del padronato e dei suoi governi. Se il panorama sindacale italiano, disseminato da una moltitudine di organizzazioni piccole e grandi, oggi non ha altro da offrire che la becera concertazione a perdere da una parte (le direzioni di Cgil, Cisl e Uil) e i settarismi sindacali dall’altra (le direzioni dei cosiddetti sindacati «di base»), lo dobbiamo al ruolo cosciente e intenzionale di dirigenti burocrati e opportunisti. In questo contesto uno strumento come il Fronte di lotta No austerity è più che mai utile: noi distinguiamo i lavoratori dalle direzioni delle loro organizzazioni, cercando di unire i primi contrastando le politiche settarie e autoreferenziali delle seconde.
Roberto, quali sono i settori in lotta a cui fare appello a partecipare a questo progetto?
Il Fronte di Lotta No Austerity come già detto convoglia in sé diverse realtà di lotta; le questioni sociali, ambientali sono ovviamente in primo piano oggi più che mai, ma è innegabile che la classe lavoratrice sia e debba essere la forza trainante di tutto il movimento. Questo perché il lavoratore salariato subisce direttamente lo sfruttamento del sistema capitalista e ne costituisce l’ossatura su cui si sorregge: il profitto del padrone aumenta se sfrutta sempre più chi lavora. È una corsa continua che può essere arrestata solo invertendo i rapporti di forza.
Da operaio metalmeccanico posso dire che il mio settore - ma penso anche ad esempio al settore trasporti - sta subendo un vero e proprio attacco sotto tanti punti di vista. I ritmi e carichi di lavoro aumentano sempre più, i diritti e le tutele sempre più erosi e i salari indecenti e completamente scollegati dalla realtà socio-economica attuale. Tutto questo favorito da governi complici e direzioni sindacali che assecondano il volere padronale a danno delle classi lavoratrici.
Diego, da qualche anno due grandi movimenti internazionali, quello delle donne e Fridays for future, hanno riportato in auge i temi del maschilismo e della emergenza climatica, nella Conferenza ci sarà spazio anche per queste tematiche?
Sicuramente sì, fin dalla sua nascita il Flna ha sempre dato ampio spazio alle lotte sociali. L’anticapitalismo sta nella nostra genetica ed è innegabile che piaghe come l'oppressione maschilista, il razzismo e omobitransfobia siano funzionali al padronato per dividere e indebolire i lavoratori e creare eserciti di riserva, con la finalità di abbassare i salari di tutti i lavoratori. Idem per quanto riguarda l’avvelenamento sistematico e incessante del clima: le responsabilità del capitalismo sono chiare: un sistema che antepone il profitto di un pugno di miliardari alla stragrande maggioranza dell’umanità non può garantire la sopravvivenza della razza umana.
Per questo è importante unire le lotte sociali alle lotte dei lavoratori, perché il lavoro salariato è il cuore del capitalismo e solo lottando contro questo sistema socio-economico criminale e putrefatto, le lotte sociali potranno essere vincenti. Il progetto del Fronte di Lotta No austerity è quello di unire le lotte contro il capitalismo e di portare la lotta di classe anche nei movimenti eterogenei e interclassisti come Fridays for future e i movimenti delle donne contro il maschilismo.
Roberto, in questi ultimi due anni e mezzo abbiamo assistito alla lotta di diverse realtà operaie e di lavoratori, quali sono state le cause principali e cosa possiamo fare per dare continuità ed efficacia a questa stagione di lotte?
Decisamente una stagione di grandi lotte, scaturite da durissimi attacchi da parte dei governi borghesi succedutisi in questi ultimi anni alla classe lavoratrice. Partendo dalla disastrosa gestione della pandemia del governo Conte. Una gestione, ci tengo a sottolineare, interamente improntata alla difesa del profitto dei padroni. Prima quelli che hanno chiamato «protocolli di sicurezza» (sic!), poi il famigerato Green pass: strumenti che avevano il solo scopo di non fermare il carrozzone del capitale e giustificare lo sblocco dei licenziamenti decretato poi da Draghi su mandato di Confindustria, senza alcuna opposizione da parte delle direzioni dei maggiori sindacati (Landini in testa!). Ovviamente è tutto ricaduto sulla pelle e sulle tasche della classe lavoratrice. Il bilancio è stato di migliaia di morti e un milione di posti di lavoro bruciati mentre le multinazionali si arricchivano. Da questo quadro desolante sono nate lotte dal basso che hanno dato voce al malcontento dei lavoratori. Nel marzo 2020 in migliaia scioperarono e fermarono la produzione perché ritennero ridicole le misure di sicurezza adottate nelle fabbriche, volute dai padroni e avallate senza remore dalle direzioni dei sindacati confederali. Così come, riguardo al fenomeno delle delocalizzazioni, licenziamenti e svendita di aziende pubbliche, sono «insorti» i lavoratori della Gkn e di Alitalia. Due vertenze che sono diventate un riferimento per la classe lavoratrice. Purtroppo, la forza di tante mobilitazioni si è via via affievolita, principalmente a causa delle concertazioni tra le direzioni di Cgil, Cisl e Uil e i governi borghesi di turno, che hanno avuto lo scopo di bloccare le proteste, dividere i lavoratori e favorire l'accettazione di accordi al ribasso. Di contro, i sindacati di base non hanno avuto la capacità di compattare le lotte, anzi: hanno contribuito a dividerle. Per questo, uno strumento come il Fronte di Lotta No Austerity serve a unire le lotte dei lavoratori e renderle efficaci sulla base di esigenze e volontà comuni, mettendo da parte l’individualismo e l'opportunismo, che sono gli strumenti di controllo dei padroni.
Diego, puoi dirci, in sintesi, quali sono i princìpi che stanno alla base del Fronte di Lotta No austerity?
I due princìpi più importanti, vale a dire quelli che regolano l’azione del Fronte di Lotta No austerity sia al suo interno sia all’esterno, credo siano la democrazia operaia e la solidarietà di classe. Quello che tante compagne e compagni, di diverse collocazioni sindacali e provenienti da diversi percorsi politici, stanno cercando di costruire è un fronte indipendente dal padronato, dalle istituzioni e dai partiti borghesi, al contempo autonomo dalle organizzazioni del movimento operaio, vale a dire dotato di propri organismi democraticamente eletti.
La frammentazione, spesso di carattere concorrenziale, settario e autoreferenziale, che connota il sindacalismo autoctono, non deve riflettersi sulla classe lavoratrice depotenziandone la capacità di lotta: alle direzioni delle burocrazie sindacali opportuniste è necessario contrapporre la democrazia operaia, unendo i lavoratori e le lotte.
Vi sono poi altre discriminanti importanti che possiamo considerare tratti identitari del Flna e conseguenze naturali dei due princìpi di cui sopra: l’anticapitalismo, l’antifascismo, la lotta incessante contro tutte le oppressioni di genere, identità sessuale, razza ecc.; la lotta in difesa dei territori, dell’ambiente e del clima; la lotta per la sicurezza nei luoghi di lavoro e per una rappresentanza sindacale libera e democratica.
Un’ultima domanda a entrambi: indipendentemente dalla partecipazione alla conferenza — che immaginiamo promuoviate — perché oggi una realtà di lotta dovrebbe aderire al progetto del Fronte di Lotta No austerity?
Diego - Partirei dalle questioni più pratiche e banali: un primo vantaggio pratico è quello di connettersi ad altre realtà di lotta sia sul piano nazionale sia sul piano internazionale, poiché il Flna aderisce alla Rete sindacale internazionale di solidarietà e di lotta. In diverse vertenze che abbiamo seguito la solidarietà di classe si è rivelata essere uno strumento importantissimo. Un secondo aspetto, non meno importante, è che ogni struttura aderente al Fronte ha diritto a un delegato nel Coordinamento nazionale, che è il nostro principale organismo direttivo, si riunisce almeno tre volte l’anno e delibera le proprie decisioni anche attraverso una mailing list dedicata e adibita a informazioni, consultazioni e votazioni: ciò significa che il Flna non è un fronte, come altri che abbiamo già visto, costruito a tavolino da dirigenti opportunisti per fare da coda a questa o quell’altra burocrazia sindacale. Altri aspetti importanti sono l’autonomia di ogni realtà aderente, garantita dallo statuto; la possibilità di ogni realtà di revocare e sostituire i propri delegati in qualsiasi momento e la possibilità del coordinamento nazionale di sostituire, ad ogni riunione, i membri dei gruppi di lavoro e del Gruppo operativo nazionale.
La questione più importante però credo che sia proprio l’esigenza di unire le lotte: non una mera questione estetica e di buona e reciproca collaborazione, ma una necessità impellente che ci viene imposta dai nostri compiti storici per garantire la sopravvivenza della razza umana e la vivibilità del pianeta.
Il Fronte di Lotta No austerity, oggi, non è ancora il fronte che servirebbe per respingere con efficacia gli attacchi del padronato e dei governi borghesi, ma è un buon progetto in costruzione, che dà sicuramente cittadinanza a coloro che lottano contro i padroni e contro le dinamiche delle burocrazie sindacali che hanno il solo effetto di depotenziare la classe lavoratrice. L’invito che faccio è quello di contattarci e venirci a conoscere, per costruire, insieme a noi, il fronte di unità d’azione dei lavoratori e per i lavoratori.
Roberto - Dobbiamo prima di tutto renderci conto che l’individualismo, come portato dell’ideologia dominante, sta alla base della società capitalista, che prospera tanto più quanto le masse sono divise e in competizione tra loro. La frammentazione sociale è l'obiettivo delle classi dominanti, che in questo modo hanno gioco facile nel controllo. Per questo è necessario un cambio di prospettiva; da quella individuale a quella di classe. Ogni sciopero operaio, ogni contestazione studentesca, ogni manifestazione in piazza non devono considerarsi azioni singole, isolate e fini a sé stesse, ma parti di un unico flusso di lotta, in un contesto generale ben definito. La visione d'insieme ci aiuta a comprendere che ogni lotta, per i più disparati motivi è sempre causata dall’attacco della borghesia al proletariato; ed è la visione d'insieme che ci aiuta a superare le piccole divergenze, focalizzarsi su obiettivi più importanti e creare una forza da contrapporre alle classi dominanti. Su questi assi vogliamo costruire il Fronte di Lotta No Austerity e per questo pensiamo che ogni realtà oggi in lotta dovrebbe aderirvi.
Questo il sito del Fronte di Lotta No Austerity, dove potete leggere anche l’appello a partecipare alla conferenza: www.frontedilottanoausterity.org